Viterbo, conosciuta come la città dei Papi, è  una città del Lazio.

Una città con origini antiche che si raccontano nel suo grande centro storico medievale cinto da mura e abbracciato da quartieri moderni. La parte ovest di Viterbo è invece dedicata alle terme ed alle zone archeologiche come la necropoli di Castel D’Asso, la sorgente del Bullicame, il teatro romano di Ferento.

Viterbo – Veduta
Viterbo – Veduta– foto di Claudio Caravano (CC BY-SA 4.0)

La sua nomina di Città dei Papi è dovuta al fatto che questa città è stata per quasi 24 anni sede pontificia, il Palazzo Papale è stato luogo di elezione e di trasferimento di diversi Papi. Parliamo del XIII secolo.

La sua Macchina di Santa Rosa

Ciò che rende nota Viterbo è la Macchina di Santa Rosa, una manifestazione molto spettacolare che si celebra il 3 settembre di ogni anno in onore della Santa Patrona. Cento uomini chiamati i “Facchini di Santa Rosa” portano a spalla 52 quintali, 30 metri di altezza per le vie della città appositamente buie e tutte illuminate da questa enorme struttura.

E’ la storia di Santa Rosa che rende tutta la manifestazione suggestiva e commovente.

Rosa, vissuta a metà del XI secolo,  era la figlia di agricoltori e viveva con la sua famiglia in una casa parrocchiale povera ma dignitosa. Rosa era una bambina speciale, a lei accadevano fatti insoliti, inspiegabili come la completa guarigione, senza cura alcuna, da una malattia che la stava riducendo il fin di vita. Un miracolo. Quando Rosa prese l’abito di francescana iniziarono anche le apparizioni della Madonna. Rosa prese a girare per le vie della sua Viterbo ed a inneggiare alla Madonna con in mano il suo crocifisso. Tanti la scambiavano per una pazza, e venne ordinato il suo allontanamento dalla città, suo e della sua famiglia.

La Macchina di Santa Rosa
La Macchina di Santa Rosa– foto di Claudio Caravano (CC BY-SA 3.0)

Rosa e i suoi famigliari dovevano lasciare Viterbo entro 24 ore. Così fecero e si trasferirono a Soriano del Cimino. Ma accadde qualcosa: un importante premonizione di Rosa si avvera. Il suo sogno premonitore, annunciato in tempi non sospetti, riguardava la morte di Federico II. L’imperatore morì il 1 dicembre del 1250.

A questa importante premonizione seguirono tanti accadimenti: una fanciulla riacquistò la vista, convertì un’eretica con la pratica dell’ordalia (si ci getta in un falò e se si esce indenni allora significa che si è innocenti) . Nel suo caso le fiamme addirittura si spensero. Il 6 marzo 1251 Rosa morì e Papa Alessandro IV la sognò per tre volte. Nel sogno Rosa gli chiedeva di essere sepolta nel monastero delle “Povere Dame di San Damiano”, Papa Alessandro IV predispose la traslazione che avvenne  il 4 settembre successivo in modo solenne.

Da quella data nel monastero i miracoli si moltiplicarono tanto che si decide di celebrare Rosa ogni 3 Settembre.
I facchini, divisi per categorie,  sono i veri “eroi per un giorno” e dalla data del 1978 si fregiano del titolo di Cavalieri di Santa Rosa. I facchini di Santa Rosa o meglio, i Cavalieri di Santa Rosa indossano una divisa bianca, a simboleggiare la purezza di spirito della patrona, con fascia rossa alla vita (a simboleggiare il colore dei cardinali che nel 1258 traslarono il corpo della Santa). Le diverse categorie dei Cavalieri di santa Rosa sono i “ciuffi” (sono gli uomini posizionati nelle nove file interiori che prendono il nome dal copricapo in cuoio che protegge la nuca ), le “spallette” e le “stanghette” (sono gli uomini che si trovano nelle file esterne, rispettivamente laterali, anteriori e posteriori), prendono posto sotto le travi alla base della Macchina di Santa Rosa.

Questi eroi per un giorno ricevono i saluti della autorità in Comune, poi vanno in visita a sette chiese del centro e poi in ritiro al convento dei cappuccini, qui il capofacchino impartisce loro le ultime indicazioni sul trasporto.
Alle otto di sera i Cavalieri di Santa Rosa partono dal Santuario di Santa Rosa e percorrono a ritroso il tragitto della Macchina, preceduti da una banda musicale che intona il loro inno e sono acclamati dalla folla, fino a raggiungere la Chiesa di San Sisto, presso Porta Romana dove viene impartita dal vescovo la benedizione in articulo mortis per scongiurare pericoli ed incidenti durante il trasporto.

Questa solo una parte della spettacolare organizzazione che gira intorno alla Macchina di Santa Rosa.
E questa la manifestazione è quella che più rappresenta Viterbo. Ma questa città ha molto da fare vedere anche al di là dell’importante data del 3 settembre.

Cosa vedere a Viterbo

Le Terme di Viterbo

Le acque del bacino termale viterbese sono sulfureo solfato bicarbonato alcalino terrose di origine vulcanica ed hanno valori di termalità  che, in tanti casi, superano i 60°. Queste parolone per indicare le altissime qualità terapeutiche che si riscontrano in settori come reumatologia e riabilitazione, pneumologia, ginecologia, otorinola- ringoiatria, , dermato-logia e medicina estetica, odontostomatologia. Alle Terme dei Papi c’è invece un’acqua carbonico-ferruginosa ed è adatta per le vasculopatie periferiche. E poi a Viterbo c’è Grand Hotel Terme Salus – Pianeta Benessere Resort con la sua Acqua di San Valentino a 45° che è di tipo sulfureo-solfato-bicarbonato-alcalinoterroso e ipertermale.

Chi ama il paesaggio potrà invece visitare  il lago di Mezzano, un’oasi che regala riparo e ristoro. Si tratta di un lago di   origine vulcanica che è situato ai confini con la Riserva naturale Selva del Lamone. Una zona perfetta per chi ama  l’escursionismo a piedi o in bicicletta o a cavallo. Il Lago di Mezzano è a 452 metri s.l.m., il suo diametro misura circa 800 metri e la sua  superficie è di soli 0,5 kmq con profondità massima di 31 metri.
Nel lago vivono lucci, carpe, tinche, trote e pesce persico. Intono al lago si può esplorare il bosco di Monte Rosso popolato da alberi di alto fusto, da piante di cerro e da Roverelle secolari celano i resti del Castello di Mezzano.
Non distante dal lago si può ammirare un’immensa Roverella che ha un’età di oltre 300 anni.

Paesaggio, folclore e anche tanta storia. Tutta da “leggere” nel centro storico di Viterbo, uno dei più belli e meglio conservati d’Italia.
Chi decide di fare un tour storico culturale non deve perdersi una visita a Palazzo Papale risalente al XIII secolo.Anche il luogo dove sorge è molto suggetivo. Altro luogo da non perdere è la Cattedrale di San Lorenzo realizzato in stile Romanico sorge sopra al Tempio dedicato a Ercole. Nella Cattedrale è notevole la pavimentazione e il campanile risalente al XIV secolo e realizzato in stile gotico. La chiesa custodisce il sarcofago di Papa Giovanni XXI e il  quadro della Benedizione del Cristo di Girolamo da Cremona.

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Il suggestivo centro storico di Viterbo Foto CC-BY  di prolocoviterbo

Nel Palazzo Comunale risalente al 1460 sono custoditi una serie di affreschi del XVI del Ligustri e del Cavarozzi secolo realizzati in stile Barocco .
E poi il Palazzo del Potestà risalente al 1264, il Palazzo degli Alessandri, il Palazzo della Prefettura che si trova nella Piazza del Plebiscito, il Palazzo Farnese del XIV e XV secolo .
E poi la Chiesa di Santa Rosa realizzata nel XIX secolo che custodisce la tomba della santa.
Sono invece realizzate in stile gotico la Chiesa di Santa Maria della Salute e la Chiesa di San Francesco, e in stile Romanico, la Chiesa del Gesù realizzata nel XI. E poi, sempre in tema di strutture religiose, la Chiesa di Santa Maria della Verità che custodisce affreschi di Lorenzo da Viterbo, la Chiesa di Santa Maria Nuova, la Chiesa di San Sisto risalente al IX, la Chiesa di San Giovanni in Zoccoli del XI secolo.

Il Museo Civico custodisce una ricca collezione di reperti archeologici che vanno dall’ era preistorica ai tempi dei Romani, una Pinacoteca con quadri del XIII e XIX secolo del Sebastiano del Piombo, il Romano, and the Rosa, Grammatica e altri.

La Cattedrale di San Lorenzo

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Cattedrale di San Lorenzo, Viterbo-Foto CC-BY  Attilios

La Cattedrale di San Lorenzo a Viterbo fu costruita presso una pieve di cui si hanno notizie fino dal IX secolo. La prima progettazione della seconda metà del XII secolo è in stile romanico, con una semplice impostazione di pianta a tre navate chiuse da absidi. In seguito allo spostamento della sede papale da Roma a Viterbo nella seconda metà del XIII, la cattedrale incrementa la sua importanza ed è legata a eventi storici di grande scalpore: in San Lorenzo, ad esempio fu scomunicato Corradino di Svevia.

Con la seconda guerra mondiale, ecco arrivare danni assai pesanti, rendendo necessaria una ricostruzione della zona intorno al presbiterio.

All’interno della cattedrale oggi vi sono opere artistiche di grande interesse, come il ciclo pittorico duecentesco dell’area absidale, gli affreschi trecenteschi nella zona a sinistra dell’ingresso, i brani lacunosi collocati sopra l’entrata del battistero, oltre alla tavola della Madonna della Carbonara del XII secolo. E poi fonte battesimale del tardo Quattrocento attribuita al maestro Francesco d’Ancona, oltre al sarcofago del papa portoghese Giovanni XXI menzionato da Dante nel Paradiso.

Il Leone, emblema di Viterbo
Il Leone, emblema di Viterbo– foto di Claudio Caravano (GNU)

Ma Viterbo è famosa anche per il suo cibo e i suoi vini, tra i luoghi dove poter mangiare citiamo
Ristorante Enoteca La Torre Via della Torre 5 tel. 0761 226467 – 349 3707021 www.enotecalatorrevt.com
Il Paradosso Via Valle Cupa 68 angolo Via di Paradosso tel. 0761 226856 – 324702
I Templari  Via di Sant’Antonio, 46/48 Via di Paradosso tel. 0761 324702 templari.viterbo@libero.it
Il Labirinto  Via San Lorenzo 46 tel. 0761 307026
Il Monastero  Via Fattungheri 10 tel. 0761  324346 3DC Gradi –
Tredici Gradi   Via Cardinal La Fontaine 28 Piazza Don Mario Gargiuli 11 tel. 0761 305596 4
La Pentolaccia    Via delle fabbriche 20-22 tel.0761 342755, 340 6415105 www.pentolaccia.com
Ristorantino L’Archetto     Via S. Cristoforo1, traversa di Via Saffi tel. 0761 325769 – 0761 305596

Come arrivare a Viterbo

In auto

per chi arriva da Nord
– per chi percorre l’autostrada A1 uscire al casello di Attigliano, distante 22 km da Viterbo, e percorrere la S204;
– per chi percorre la via Aurelia uscire a Montalto di Castro.
per chi arriva da Sud
– lasciare l’autostrada A1 al casello di Orte, distante da Viterbo circa 25 km, e percorrere la S204.
per chi arriva da Roma
– prendere l’uscita 5 del Raccordo Anulare, quindi la Strada Statale 2 Cassia Bis e Cassia fino a Viterbo.
– prendere l’uscita 10 del Raccordo Anulare, quindi l’autostrada A1 fino all’uscita Orte, ed infine il raccordo fino a Viterbo.
– in autobus: prendere il bus presso la linea Cotral da Saxa Rubra.
– da Roma Fiumicino, si prende il Raccordo Anulare fino all’uscita 5, SS 2 (Cassia Bis e Cassia) fino a Viterbo;
– da Roma Fiumicino, si prende il Raccordo Anulare fino all’uscita 10, quindi l’autostrada A1 fino all’uscita di Orte, ed infine il raccordo fino a Viterbo;

– da Roma Fiumicino si prende il treno urbano per Roma Trastevere; da qui si cambia per Viterbo Porta Romana.
per chi arriva da Civitavecchia
– prendere la Strada Statale 1 Aurelia fino a Tarquinia, quindi la Strada Provinciale Tarquiniese fino a Tuscania, ed infine la Strada Provinciale Tuscanese fino a Viterbo;
– prendere al Strada Statale 1 Aurelia fino a Tarquinia, quindi la Strada Statale 1 Aurelia Bis fino a Vetralla, ed infine la Strada Statale 2 Cassia fino a Viterbo.
per chi arriva da Rieti
Prendere il raccordo Rieti-Terni, quindi il raccordo Terni-Orte-Viterbo.
per chi arriva da Termi
Prendere il raccordo Terni-Orte-Viterbo.
per chi arriva da Perugia
Prendere la superstrada E45 fino a Orte, quindi il raccordo fino a Viterbo.
per chi arriva da Orvieto
– Prendere la Strada Statale Umbro Casentinese fino a Montefiascone, quindi la Strada Statale Cassia fino a Viterbo;
– Prendere la Strada Provinciale Teverina fino Viterbo.
per chi arriva da Arezzo
– Prendere l’autostrada A1 fino all’uscita di Orte, quindi il raccordo fino a Viterbo.
per chi arriva da Siena
– Prendere la Strada Statale 2(Cassia fino a Viterbo
– Prendere il raccordo Siena-Bettolle, quindi l’autostrada A1 fino a Orte, infine il raccordo per Viterbo.

per chi arriva da Grosseto
– Prendere la Strada Statale 1 Aurelia fino a Montalto di Castro, quindi la Strada Provinciale Dogana e la Strada Provinciale Tarquiniese fino a Tuscania, a questo punto la Strada Provinciale Tuscanese fino a Viterbo.
per chi arriva da Tarquinia
– prendere la Strada Statale 1 Aurelia Bis fino a Vetralla, quindi la Strada Statale 2 Cassia fino a Viterbo;
– prendere la Strada Provinciale Tarquiniese fino a Tuscania, quindi la Strada Provinciale Tuscanese fino a Viterbo.
per chi arriva da Montalto di Castro
– prendere la Strada Provinciale Dogana e la Strada Provinciale Tarquiniese fino a Tuscania, quindi la Strada Provinciale Tuscanese fino a Viterbo.

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Giardini di Villa Lante

In treno

stazione di Viterbo (da Roma Ostiense) e Orte (da Viterbo, Roma Termini, Firenze, Perugia e Falconara) e bus-navetta per Viterbo.

In aereo
Dall’aeroporto Leonardo da Vinci (Fiumicino), treno per Orte

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