Se ne parla da sempre e sono il tipico prodotto salentino conosciuto in tutto il mondo.
Il 30 novembre, la Chiesa fa memoria, nel calendario, di Sant’Andrea Apostolo.
Come tradizione, in questa giornata, in molte località del Salento si preparano le “pittule”, che sarebbe offensivo definire “frittelle”.
Le pittule sono “pittule” e basta. Non possono avere omologhi, né false imitazioni.
In concomitanza della data di Sant’Andrea Apostolo, ma non solo, potete trovare le “pittulate” pubbliche, ovvero una sorta di sagra a base ovviamente di Pittule che si tengono in varie località salentine.
La sua ricetta è semplicissima, ma la maestria degli impastatori ne perfeziona il sapore.
Stiamo parlando delle “Pittule“. Ecco la ricetta-base che tutti possono provare a realizzare, ovviamente con i dovuti distinguo.
Questi gli ingredienti principali (per 6/8 persone):
- 5OO gr. di farina,
- 25 gr. di lievito,
- 350 dl di acqua tiepida;
- olio extra vergine di oliva
- sale q.b.
In una ciotola con i bordi alti (o terrina) versate la farina, il sale e il lievito e aggiungete poca acqua tiepida. Lavorate l’impasto con energia fino a quando non risulterà soffice e cremoso.
Copritelo con un telo e con un panno dì lana e lasciatelo riposare almeno 2 ore, fino a quando il suo volume non sarà più che raddoppiato.
A questo punto bisogna agitare l’impasto sbattendolo ripetutamente nella ciotola. Preparare una padella dai bordi alti con l’olio extra vergine di oliva e portarlo alla giusta temperatura, quindi prendere piccole quantità d’ impasto (grosse quanto una noce) con la mano chiusa a pugno far cadere la pallina nell’olio e lasciarla finché diventa dorata.
Servite sempre le pittule caldissime.
Questa è la pittula semplice che si può anche condire versando sopra un po’ di zucchero.
Altrimenti a piacere si può aggiungere all’impasto già lievitato del cavolfiore precedentemente lessato, olive, o delle fettine sottili di patate dolci o con un preparato composto da tre pomodori pelati sgocciolati e schiacciati, un pizzico di origano, capperi, olive, cipolla e un peperoncino piccante tagliato finemente, un pizzico di sale e un goccio di olio.
Esistono svariati altri condimenti, dal pesce ai molluschi, dalle verdure al miele. E poi ci vuole tanta pazienza e altrettanta voglia di fare.
Si preparano da sempre con farina, acqua e lievito. Ma il loro condimento è più che mai vario.
In esse si può mettere praticamente di tutto: frutti di mare, verdure, cavolfiori, oppure condirle alla pizzaiola o lasciarle “semplici”, da coprire, per addolcirle, magari con un po’ di miele.
Squisite sono poi quelle con baccalà lessato e cozze crude sgusciate, oppure capperi, pomodori spellati e alici deliscate.