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Nell’articolo che segue ci occuperemo di un fenomeno molto comune a coloro che viaggiano, una sindrome direttamente legata allo spostamento aereo che nella maggior parte dei casi implica il superamento di molti fusi orari: il cosiddetto Jet lag.
Cos’è in sintesi il jet lag?
Si tratta di una sindrome complessa alla quale contribuiscono un discreto numero di variabili. Sostanzialmente il malessere, legato al cambiamento di fuso orario, è dovuto alla desincronizzazione dei ritmi circadiani, che manifestano un’inerzia ad adattarsi alle nuove alternanze di luce e buio.
La sindrome colpisce principalmente gli individui che hanno superato i 50 anni di età e si manifesta attraverso: turbe del sonno, inappetenza, nausea, irregolarità delll’intestino, senso di spossatezza e depressione del tono dell’umore. Più fusi orari si attraversano durante la fase di volo, maggiori sussiste la possibilità che si presenti il jet lag. Lo spostamento da ovest verso est implica un 50% in più di tempo per riadattarsi rispetto a quando si vola in senso opposto. La durata del disturbo è di circa 2-3 giorni fino ad un massimo di 7, nel caso di spostamenti verso est che implichino l’attraversamento di 8-12 fusi orari diversi.
Come combattere il jet lag?
La prima risposta è cercare di abituarsi il più in fretta possibile ai ritmi del paese d’arrivo, attraverso pochi ma utili “accorgimenti” come, ad esempio, regolare il proprio orologio biologico (ritmo buio-luce) con quello della destinazione prescelta e farlo già dall’inizio del viaggio; è utile anche regolarizzare i pasti secondo gli orari del luogo d’arrivo già da qualche giorno prima della partenza evitando, inoltre, l’uso di caffè ed alcolici 24-48 ore prima del volo e durante il volo stesso per mantenere il proprio organismo rilassato e più propenso nell’abituarsi ai diversi ritmi biologici che incontrerà all’arrivo.
Esiste infine un ormone, la melatonina, che il nostro corpo produce automaticamente durante le fasi di sonno notturno attraverso la ghiandola pineale o epifisi (posta alla base del cervello), che sembra (gli studi sono ancora in fase embrionale) ridurre notevolmente il jet lag contribuendo a risincronizzare l’orologio biologico interno.
Secondo i ricercatori (fonte BMJ) una dose farmacologica minima di melatonina (2-5 grammi) sarebbe sufficiente allo scopo. A tutt’oggi però, nessun paese della comunità europea ha registrato la melatonina come farmaco e i dubbi permangono.
Giacomo Morandi In collaborazione con professioneturismo.net
Foto di anteprima: geralt – (Pixabay License)