E’ quasi Natale e nelle case si addobbano a festa saloni, soggiorni e porte d’ingresso. L’albero e il presepe sono per eccellenza i simboli di questa festa, la più attesa dell’anno. Ma c’è anche un altro oggetto molto usato e ben in vista: il vischio. Questa pianta benefica sin dall’antichità affonda le sue radici nei miti più misteriosi. I druidi, sacerdoti dei Galli, tagliavano i suoi rametti portafortuna con falcetti d’oro. Ma per ottenere il favore degli dei, sotto la quercia sacra da cui avevano preso i rami dai frutti lucenti, immolavano anche due torelli.

Riti antichi che, per fortuna, nelle forme meno cruente e più garbate, sono giunti sino a noi. Ecco perché, nella notte di san Silvestro, è di buon augurio baciarsi sotto un cespo di vischio appeso alla porta di casa. E perché sia davvero una pianta portatrice di felicità
bisogna conoscerne segreti e virtù.

Piccolo arbusto sempreverde dalle bacche traslucide e dalle foglie ben disegnate, viene definito dai botanici semiparassita, in quanto la sua vita è legata alla simbiosi con altre piante: querce, ma anche pioppi, aceri, meli e peri. Sono questi gli alberi preferiti dal Viscum album per fare germogliare i suoi semi.

Dopo di che, questo prezioso componente della famiglia delle Loranthaceae insinua piano piano le sue radici nel tessuto legnoso dei suoi ospiti, sino a formare i caratteristici palloni, che si possono vedere facilmente in Toscana, nei boschi della Tuscia, vicino a Orvieto, o in Irpinia.

Se queste sono vere e proprie zone dedicate alla coltivazione per le proprietà medicinali e decorative della pianta, ce ne sono altre al di qua e al di là delle Alpi, dalla Val d’Aosta alla Scandinavia, dove il vischio cresce spontaneo.

In natura, la nascita del vischio è propiziata dall’aiuto di alcuni uccelli. Uno dei pony express più attivi e zelanti è la Tordela, chiamata da Linneo Turdus viscivorus proprio perché ghiotto delle bacche del vischio. Anche la capinera da il suo aiuto.

Un’ ultima annotazione e anche curiosità: per avere fortuna nell’anno nuovo, secondo la tradizione dei druidi, il vischio deve essere di quercia e raccolto sei giorni dopo il primo quarto della luna di novembre, pertanto se il vischio proviene da altre piante o da altre lune, l’incantesimo non funziona.

Quanto a piante natalizie che decorano la casa durante le feste, oltre al vischio non si può dimenticare l’agrifoglio (Ilex cornuta), perfetto come centrotavola o segnaposto. Ma ovviamente quello che fa lieto il Natale e che porta bene al nuovo anno è il buonumore e soprattutto la pace interiore, tutto il resto è folclore.

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