I Principali Argomenti
Il borgo della Valmarecchia
Sant’Agata Feltria (Sant’Êgta in romagnolo) è un comune italiano della provincia di Rimini in Emilia-Romagna.l territorio di Sant’Agata Feltria è piuttosto vasto (79,30 km²) e include molte frazioni come Caioletto, Casalecchio, Maiano, Palazzo, Pereto, Petrella Guidi, Rocca Pratiffi, Sapigno, San Donato, Ugrigno e altre.
Sant’Agata Feltria è un piccolo gioiello della Valmarecchia e la sua fitta vegetazione la rende una località dall’aria salubre e ricca di ossigeno, la giusta oasi per i nostri polmoni tanto consumati dallo smog cittadino. Ha una storia legata alla città di Genova, alla cui provincia dall’aprile 2010 appartiene a titolo onorario. Qui i Fregoso, esuli da Genova, sono stati i sognori per ben 300 anni e hanno dominato la cittadina arricchendola e fortificandola, sia nell’architettura sia nella cultura. Per questo Sant’Agata Feltria costituisce anche un ponte ideale con la Liguria e la sua gastronomia risente molto dell’influenza ligure. Molti piatti hanno infatti sapori e profumi tipici della regione del nord.
I mercatini di Natale
Trascorso il periodo della memoria dei defunti e del ponte di ognissanti, ecco che già si respira l’aria natalizia.
Le prime luminarie vengono accese nei centri commerciali e negli outlet, così da stimolare gli acquisti per la festa più attesa dell’anno. Ma non solo. Nelle piccole e grandi città si allestiscono i primi mercatini di Natale, che raggiungeranno il sold out nelle settimane di dicembre.In particolare al Nord i mercatini sono molto diffusi e frequentati da migliaia di visitatori/acquirenti. Tra queste città c’è S.Agata Feltria, in provincia di Rimini, dove nelle domeniche di dicembre si svolge la manifestazione “Il Paese del Natale”.I visitatori percorrono le strade e le piazze al suono tradizionale delle zampogne, ammirando i suggestivi presepi artigianali esposti nella via più antica di S.Agata Feltria: via Battelli.
Nella Piazza del Mercato è allestita la Casa di Babbo Natale e degli elfi. I più piccini sono attratti da tutto ciò e vengono invogliati a scrivere la loro lettera a Babbo Natale, che esaudirà i loro desideri.All’interno della Manifestazione si svolgono spettacoli legati ad antiche tradizioni: Zampognari, Musiche tradizionali Natalizie e Band di Babbo Natale. La gastronomia diventa la riscoperta dei piatti caratteristici della nostra tradizione locale.
I ristoranti, le trattorie e le locande propongono l’affermato percorso gastronomico “I Piatti dell’Avvento”. I gustosi piatti, si possono apprezzare anche nell’accogliente atmosfera della “Mangiatoia”, un ampio stand coperto e riscaldato all’interno dell’area fieristica.
Terra di tartufi
L’autunno e la primavera sono le stagioni migliori per degustare e godere appieno dei sapori e delle proprietà dei tartufi. Si tratta di un tubero particolarmente appetitoso e raro e come si sa dal costo alquanto “pesante”. Insomma si potrebbe dire che è “roba da ricchi”, ma non è sempre così.
Cerchiamo di capire le origini di questo prodotto della natura. Partiamo dal nome. Si chiama Terrae tuber, che vuol dire letteralmente “escrescenza della terra”. Il tartufo si sviluppa assumendo le sostanze necessarie dalle radici di alcune piante (roverella, nocciolo, tiglio, pioppo, carpine e castagno in particolare) con cui vive praticamente in simbiosi. Sottoterra. Un’origine misteriosa, che nel tempo ha scatenato la fantasia e qualche abbaglio, in seguito più o meno riabilitato dalla realtà, come l’idea tramandata dal filosofo greco Plutarco di Cheronea che il fungo nascesse dall’azione combinata dell’ acqua, del calore e dei fulmini. Un’interpretazione sposata da molti poeti tra cui Giovenale, che attribuì la nascita del tuber a un fulmine scagliato da Giove vicino a una quercia, avviando contemporaneamente la credenza sulle proprietà afrodisiache del tartufo associate alle doti amatorie del padre degli dei.
E se resta soltanto un’ipotesi la sua presenza nella dieta di Sumeri ed Ebrei è certo che il tartufo abbia trionfato molto presto nella Storia a partire almeno dagli Etruschi e dai Romani. Nove le specie e varietà codificate dalla legge quadro del 1985, ognuna con le sue caratteristiche che distinguono il bianco e il nero pregiato, il bianchetto, il nero d’inverno, il moscato, il nero d’estate, l’uncinato, il nero ordinario e quello liscio.
In Italia le terre benedette dal fungo ipogeo sono tante, Alba e Crete Senesi prima di tutto. Ci sono però anche zone altrettanto ricche, ma ancora un po’ nascoste, che invece meritano un posto d’onore e possono diventare mete di viaggio sorprendenti. È il caso di Sant’Agata Feltria (Rn) e del suo territorio immerso nel verde, mosso da boschi e colline, ancora in Romagna, ma a una manciata di chilometri dalle Marche. Qui il tartufo regna sovrano, soprattutto in versione “bianca” e promette infinite declinazioni, interpretate da una festa nazionale che ogni anno chiama a raccolta appassionati e chef di tutto il mondo.
La Festa Nazionale Del Tartufo si tiene ogni domenica di ottobre, ma la cittadina riminese per tutto l’anno propone ai turisti, nei locali gastronomici, prodotti e piatti a base di tartufo. Non è difficile quindi imbattersi anche in questa stagione quasi primaverile in degustazioni gratuite e assaggi per le vie della cittadina.
Fiera di Mezzaquaresima a Sant’Agata Feltria
Per chi ama le gite fuoriporta segnaliamo la “Fiera di Mezzaquaresima” a Sant’Agata Feltria , che è la fiera delle cose buone…dal 1500!!!
Questa fiera è una manifestazione basata prevalentemente sulla riproposizione di prodotti tipici e piatti tradizionali propri di quel periodo:
- il tartufo “bianchetto” o “marzola”, nome scientifico “Tuber Albidum”, dal sapore forte e dal prezzo accessibile;
- la “Pagnotta Pasquale”, specie di grande biscotto dalla complessa e lenta, quasi religiosa preparazione, che si usa accompagnare con uova, salame ed anche cioccolato;
- le uova di Pasqua ed il cioccolato, in abbinamento con l’Albana, prestigioso vino dolce Romagnolo.
Oltre al lato gastronomico è possibile anche dedicarsi alla cultura nel convento di S. Girolamo con la mostra “L’umano ingegno” dove si illustra la faticosa strada del progresso, illustrata dagli ingegnosi utensili inventati ed utilizzati dall’uomo per il lavoro, la cucina, la pesatura, le misurazioni ed anche il divertimento.
Insomma Sant’Agata Feltria è proprio tutta da scoprire, in qualsiasi stagione, cercando l’evento più adatto ai vostri gusti!
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