La Grotta del Vento, nello splendido territorio toscano della Garfagnana, offre uno scenario mozzafiato. Un complesso sistema di cavità e caverne sotterranee della Pania Secca, oggi percorribili grazie ad itinerari di diversa difficoltà. Grazie a guide esperte è possibile entrare letteralmente in questo affascinante mondo sotterraneo e ammirarne i dettagli più belli. Pronti? Andiamo alla scoperta della Grotta del Vento.

Le origini: come è stata scoperta la Grotta del Vento e perché si chiama così?

Se avete intenzione di organizzare una gita nello splendido territorio della Garfagnana, in quella che è una regione a dir poco straordinaria come la Toscana, non potete di certo non andare alla Grotta del Vento. Grazie alla possibilità di prendere parte ad uno dei diversi tour, studiati in base alle difficoltà di percorrenza e sempre sotto il vigile controllo di esperte guide, il numero di visitatori sta crescendo in modo esponenziale.

Come è stata scoperta la Grotta del Vento? Era il 1898, quando una bambina riuscì ad infilarsi in quella che è la prima cavità della grotta. Altri ragazzi, dopo esser venuti a conoscenza di questa avventura della bambina, decisero di entrare e spingersi oltre, proprio per vedere fin dove era possibile arrivare. Non ci riuscirono, spaventati dall’ambiente buio e influenzati dalle credenze popolari. Diverse leggende narravano della presenza di demoni e mostri che abitavano le cavità delle montagne.

Nel 1929 il Gruppo Speleologico Fiorentino del C.A.I. organizzò la prima spedizione. Risultato? Nessun mostro si palesò agli occhi degli esploratori, che si fermarono a circa 60 metri dall’ingresso. Nel 1961, il Gruppo Speleologico Bolognese riuscì a spingersi oltre, sfruttando un periodo di siccità che fece abbassare il livello di acqua all’interno della Grotta del Vento. Proprio a causa dell’acqua il primo gruppo di esploratori non riuscì a proseguire oltre il primo spazio d’ingresso. A queste seguirono altre spedizioni che portarono gli esperti a visitare la Grotta del Vento per circa 2740 metri, tra cavità e anfratti spettacolari. Oggi si conoscono quasi 5 chilometri di gallerie.

Perché si chiama Grotta del Vento? Una vera e propria porta blindata chiude la grotta e quando aperta nel periodo estivo si capisce subito il perché del nome dato alla grotta. Un vento molto forte colpisce chi entra, ma subito si calma nel momento in cui vien chiusa la porta. La più dura sensazione di freddo dura pochi minuti: quando le prime raffiche di vento, provenienti dal cuore della montagna, si placano, la temperatura si stabilizza sui +10,7°C. Sicuramente non è una temperatura che fa pensare al mare e ad una bella spiaggia caraibica, ma con l’abbigliamento giusto è possibile resistere bene al freddo e alla forte umidità. Si può descrivere l’interno della grotta come un tubo, all’interno del quale si incanala la corrente d’aria, più fredda o più calda rispetto all’esterno, in base alle stagioni.

visitare la grotta del vento in toscana
La grande porta per entrare nella Grotta del Vento (qwesy qwesy [CC BY 3.0])

Diversi itinerari per visitare la Grotta del Vento

È giunto il momento di trovare il coraggio ed entrare nel cuore della montagna. Portate con voi solo il necessario e ciò che è consigliato dalle guide: non servono armi speciali, poiché di mostri e demoni non c’è nemmeno l’ombra.

Tre sono i principali itinerari tra i quali è possibile scegliere:

  1. il primo percorso prevede una visita di circa un’ora all’interno della Grotta del Vento ed è sicuramente il più agevole. Si snoda tra stalattiti e stalagmiti, in quelli che sono ambienti davvero suggestivi. È questo l’itinerario da scegliere se si ha intenzione di portare anche i bambini: è più sicuro e anche pianeggiante.
  2. Il secondo itinerario (“I Corridoi delle Tenebre”), della durata di circa 2 ore, ingloba il primo e continua al livello inferiore, dove è possibile ammirare il corso di un piccolo fiume che raggiunge punti ancora inesplorati della grotta.
  3. Il terzo percorso (“Gli Abissi della Luce”), che comprende anche i primi due, prevede una visita di circa 3 ore. È il più impegnativo, per il percorso e per il tempo che è necessario trascorrere nei freddi e umidi ambienti della montagna. Un percorso che giunge ad un pozzo verticale di circa 90 metri, attraversando passaggi sospesi nel vuoto e altri sentieri non proprio adatti ai deboli di cuore.

In tutti i casi è possibile mantenersi a comodi corrimano e fermarsi in specifici punti illuminati ad hoc per ammirare quanto di bello la natura ha creato. Un lavoro millenario che ha dato vita ad un qualcosa che proprio non è possibile descrivere. Emozioni forti che per sempre resteranno nel cuore e nella mente.

interno della grotta del vento
All’interno della Grotta del Vento si aprono scenari mozzafiato (foto John W. Schulze CC BY 2.0)

Come vestirsi per visitare la Grotta del Vento?

Lasciate a casa infradito e bermuda! Già il nome di questa grotta non fa assolutamente pensare ad una passeggiata di piacere per ammirare un caldo paesaggio. Meglio seguire alla lettera quanto consigliato dagli esperti speleologici che vi accompagneranno all’interno delle cavità nascoste.

Ecco l’attrezzatura richiesta per una gita sicura e confortevole:

  • scarpe comode e sicure. Vanno benissimo gli scarponcini da trekking, utili per superare con facilità e in tutta sicurezza rocce aguzze e scivolose.
  • Vestiti comodi e non nuovi: è facile impigliarsi in qualche parte appuntita delle rocce che costeggiano i percorsi.
  • La virtù sta nel mezzo: né vestiti troppo pesanti, come quelli utilizzati in alta montagna per le vacanze invernali, né abbigliamento sottile e leggero.
  • Un paio di guanti non guasta mai.

In loco saranno forniti anche caschi con torce, sicure e comode imbracature e corde di sicurezza.

il giusto equipaggiamento per visitare la grotta del vento
Un gruppo di persone equipaggiate all’interno della Grotta del Vento (foto di Vittorio Giovanelli CC BY-NC 2.0)

Una piccola curiosità sulla Grotta del Vento

Lo sapevate che in questa bellissima grotta della Garfagnana si studia l’acqua per le missioni spaziali?

La SMAT (Società Metropolitana Acque Torino) sta portando avanti importanti studi nell’ambito del progetto BIOWYSE. Quest’ultimo ha come scopo il perfezionamento delle tecniche utilizzate per ottimizzare le caratteristiche delle acque potabili a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

In un preciso punto della grotta sarà collocato un sofisticato macchinario (un prototipo) capace di analizzare l’acqua in tempo reale. Lo stesso dispositivo sarà montato sulla Stazione Spaziale Internazionale e su altre. È stata scelta proprio la Grotta del Vento per le sue specifiche caratteristiche di umidità e condensa, in quello che è un ambiente dove l’unica fonte di inquinamento può essere l’uomo, proprio come nello spazio all’interno delle super tecnologiche stazioni.

Come raggiungere la Grotta del Vento

Arrivare alla Grotta del Vento non è difficile, ma è bene seguire le indicazioni che da Gallicano portano, percorrendo una stradina di montagna, a Fornovalasco. Le indicazioni sono tante, proprio come le curve da affrontare per arrivare al parcheggio a pagamento della Grotta del Vento. Per arrivare a Gallicano è necessario prendere l’uscita Lucca Ovest (o Lucca Est) dall’Autostrada A11 e risalire la Valle del Serchio.

 

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