In questi giorni è stata restituita alla città di Modena, che ha festeggiato solennemente l’evento, la Ghirlandina, cioè la torre-campanaria del Duomo, simbolo stesso della città. La Ghirlabndiana è stata sottoposta a restauro per un po’ di anni, a causa dei danni causati dall’inquinamento atmosferico. Ma oggi risplende come nuova. Le torri e i campanili sono forse il simbolo più conosciuto e riconoscibile di una città. In Italia di campanili ce ne sono praticamente in ogni comune. Stavolta parliamo di quello della chiesa parrocchiale di Sant’Antonio di Savena (1422-1455) della città di Bologna. E’ una costruzione massiccia ed armoniosa, arricchita da ornati in laterizio, a cui dovevano portare una vivace nota di colore i fregi affrescati sotto le cornici marcapiano.

Il campanile, in severe forme gotiche opera di maestranze locali, è diviso in quattro piani tutti coperti con volte a crociera. Le facciate del campanile sono interamente in laterizio, con lesene angolari e una lesena mediana per ciascun lato nella parte più bassa. Nel corso dei secoli la base del campanile è stata inglobata da costruzioni che sono state addossate alla chiesa. Il locale interno al piano terra ora non è più adibito a sagrestia ed è stato modificato l’accesso al campanile, che ora muove da una scala esterna alla torre stessa fino al primo piano per poi proseguire all’interno.

Se consideriamo che il campanile venne eretto in epoca tanto precoce accanto ad una chiesa del suburbio non possiamo che restare ammirati dalla solidità dell’opera e delle sue armoniose linee gotiche, sempre stemperate a Bologna in proporzioni classiche. Ma soprattutto c’è da apprezzare la ricchezza degli ornati in laterizio dei tre cornicioni: i due all’altezza delle finestre sono costituiti da una serie di dentelli tra file di mattoni aggettanti sorretti da mensole formate da due mattoni disposti a T; quello che corre al di sotto del tetto a quattro acque, che conclude la costruzione, è di maggiore altezza, con doppia fila di dentelli ed un fregio a losanghe.

Le prime due cornici erano un tempo accompagnate da fasce intonacate e dipinte a fresco con circoletti e fiori stilizzati. In corrispondenza di questi decori, sul lato esposto ad ovest, si poteva leggere fino all’inizio del 1900 la data del termine della costruzione del campanile, che presentava tutti i cornicioni e le ghiere degli archi delle finestre dipinte di un vivace colore rosso. Le facciate del campanile sono impreziosite da aperture che risultano diverse per ogni piano.

All’altezza della cella campanaria, per ogni lato, troviamo una bifora con colonnetta ottagonale in laterizio, capitelli a cubo smussato ed in cima un occhio circolare; fa eccezione la colonna della bifora sul lato di levante che è di forma circolare. Più in basso, al di sopra del primo cornicione, vi sono due monofore gotiche per ogni lato che risultano tamponate.

Questo antico e caratteristico campanile è stato ristrutturato nel 2004, ma già mostra. ad un occhio attento, i primi segni di deterioramento dovuto soprattutto all’inquinamento atmosferico. Nonostante infatti la chiesa di S.Antonio9 si trovi in pieno centro, quindi in zona a traffico limitato, le automobili e i bus circolano costantemente provocando i danni che ben conosciamo ai monumenti e anche alla nostra salute. L’augurio è che qualkcuno prima o poi provveda sul serio a risolvere questo annoso problema.

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