Ormai siamo ai primi giorni di ottobre e pertanto la stagione autunnale è pienamente cominciata. Come sono cominciate le racciolte dei frutti di questa stagione, in particolare delle castagne.

II castagno, originario del medio oriente, viene introdotto in Italia dagli Etruschi e diffuso dai Romani. Sull’ Appennino emiliano-romagnolo viene coltivato in forma massiccia per volere della Contessa Matilde di Canossa, per garantire una risorsa alimentare alle genti povere delle montagne.

Fin dal secolo XI quest’albero rappresenta per la gente di montagna una pianta indispensabile per sopravvivere. Il castagneto non è più un bosco ma un frutteto che, curato e difeso, fornisce legname per riscaldarsi, per costruzioni, per mobili, fogliame per fare il giaciglio al bestiame e ovviamente le…castagne. La sua grande importanza lo porta a essere denominato: PANE DEI POVERI, ALBERO DEL PANE e così via.

Dagli anni ’60 i castagneti subiscono l’abbandono per l’esodo dalle campagne. Oggi, grazie anche ad incentivi pubblici, si cerca di recuperarli e migliorarli perché tornino ad essere una fonte di reddito per gli abitanti della montagna. Per raccontare la storia, le origine e l’uso del castagno nei secoli c’è un museo ubicato nell’antico ospedale di San Giacomo a Dozza, in provincia di MOdena.

Questo Museo è un dovuto ringraziamento a quest’albero, tanto ricco di storia e cultura. La visita al museo è articolata ion percorsi tematici.
II primo percorso inizia in prossimità del parcheggio del Museo, dove una bacheca illustra il “sentiero guidato”.

La prima tappa spiega la storia e le origini della coltivazione, ormai millenaria, del castagno, mostrando l’antica disposizione a sesto matildico. I castagni secolari antistanti il Museo, tra cui alcuni splendidi esemplari di marroni, la varietà innestata di maggior pregio gastronomico, meritano una sosta per capirne la storia legata indissolubilmente alla cultura locale.

Proseguendo lungo il sentiero incontriamo dapprima un esempio di recupero di castagneto , atto a migliorarne lo sviluppo vegetativo e le condizioni fitosanitarie, poi più avanti sulla sinistra un esempio di abbandono che causa il “ritorno a bosco”.
La casa colonica presente lungo il percorso offre la possibilità di osservare un metato, ossia l’antico essicatoio per le castagne, fondamentale per la lavorazione dei preziosi frutti. Entrando nei boschi di Monte San Giacomo, troviamo subito un punto informativo dedicato al ceduo di castagno, effettuato per ricavarne leaname oreaiato.

Una sosta è dedicata all’osservazione di eriche e felci, piante tipiche del sottobosco del castagneto.  Il museo è visitabile nelle domeniche e nei festivi fino alla prima domenica di novembre dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Indirizzo: Ospitale S.Giacomo-Lame di Zocca (MO).

Tour consigliati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


CAPTCHA Image
Reload Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.