Dal mare ai monti: una veloce panoramica dell’Aspromonte

Prima di addentrarci nel merito della questione, cioè della descrizione di uno dei luoghi più belli d’Italia, ecco una breve carrellata dei più pittoreschi paesaggi e borghi che sorgono sull’Aspromonte. Qui, la natura si mostra dura, appunto aspra, ma mai avara. Solo percorrendo le stradine, che dal mare salgono sempre più in alto, è possibile ammirare tutta l’aspra eleganza di questo ampio territorio calabrese e, al contempo, capirne la vera essenza. Natura, tradizioni, storia e leggende: benvenuti in una magica realtà.

All’Aspromonte si può salire tramite varie strade che risalgono dalle coste ioniche e dalle coste tirreniche. Ne troviamo una anche a Reggio, interessante per il bel panorama. Si tratta della strada che porta al Santuario dell’Eremo della Consolazione. Ma la strada più frequentata per l’Aspromonte è quella che sale da Gallico Marina. È una località balneare a Nord di Reggio, alla quale giungiamo costeggiando il mare tra tanti agrumeti.

Santuario dell’Eremo della Consolazione

Giunta a Sambatello, famosa per il vino rosato, poi la strada va su per la montagna che ci mostra sul fondo piccoli poderi strappati alla violenza delle acque stagionali. Ecco il villaggio di Calanna, con il suo bel castello. Ed ecco i borghi di Laganadi, di Sant’Alessio e di Santo Stefano in Aspromonte. Da qui si ammira una splendida vista sullo Stretto di Messina e sull’Etna. Ancora più su troviamo una distesa di morbide praterie e di folte selve, con la località di Gambarie. Da questa città si ammira uno splendido panorama e da dicembre a marzo diventa un centro sciistico. Vi parte anche una seggiovia che porta al Monte Scirocco, oppure si sale a piedi fino alla sorgente delle “Tre Aie” o in vetta al Montalto. Il paese sull’estrema punta meridionale della Penisola è Mélito di Porto Salvo. Poco più avanti giungiamo alla borgata di Delianova, con boschi e praterie. Toccato il borgo di Santa Caterina d’Aspromonte, giungiamo in vista del Mar Ionio. Raggiungiamo però il villaggio di Platì e il borgo di Careri. Finiamo per toccare il mare con Bovalino Marina. Costeggiamo così lo Ionio con paesaggi severi, selvaggi, con tante fiumare. Non sono certo come quelle tirreniche. A volte però ci sono anche zone fiorenti con agrumi, oliveti e coltivazioni di bergamotto. Ai letti delle fiumare ci sono rupi, rocce e bianchi colli marnosi. E fu forse da queste alture che ebbe nome l’Aspromonte.

Melito di Porto Salvo

Dalla strada litoranea risalgono numerose stradine che uniscono i centri litoranei con l’interno. Ecco, parte da Bovalino Marina, Bianco, sul mare, collegato a Samo di Calabria ed a Sant’Agata del Bianco. Doppiato il Capo Spartivento, l’antico promontorio di Ercole, eccoci poi a Palizzi Marina e, più su, a Palizzi Superiore. Ecco Bova Marina con la sua bella spiaggia e, in alto, l’antico centro di Bova. Ecco, su un declivio di agrumeti, la cittadina di Mélito di Porto Salvo. Quest’ultima è famosa per i due sbarchi qui effettuati da Garibaldi nel 1860 e nel 1862. Segue la visione straordinaria di Pentedattilo, il più pittoresco paese della Calabria. Poi superiamo il Capo di Péllaro ed usciamo in vista della Stretto e della costa siciliana. Qui la vegetazione è stupenda ed abitata. Poi, costeggiando l’aeroporto, torniamo in città.

Lo spettacolo unico dell’Aspromonte: patrimonio ambientale di inestimabile valore

L’intero territorio dell’Aspromonte si presenta oggi con nuove vesti, rispetto a quelle indossate nel passato. Un tempo, le foreste ricoprivano gran parte di queste terre calabresi, mentre ora sono sempre più limitate le aree verdi. Perché? Già dai tempi antichi l’uomo ha utilizzato il legname per soddisfare i propri fabbisogni, per lasciare sempre più spazio alle coltivazioni agricole. Ecco che, la mano dell’uomo, la quale non sempre agisce con razionale cura, ha modificato pian piano un territorio molto vasto. Ma, come detto, i boschi non sono ora assenti: sull’Aspromonte si estendono per circa 40.000 ettari, ricoprendo comunque il Parco fino alle quote più alte. Quello che si è venuto a creare è un meraviglioso contrasto, che seppur può sembrare forzato, si manifesta con tanta grazia agli occhi dei visitatori: dalla dolcezza delle aree verdi, si passa alla durezza dei territori privi di vegetazione. Questo è l’Aspromonte, un mondo unico, magico, quasi surreale, che si è guadagnato le prime posizioni nella classifica delle riserve naturali più belle dell’intera penisola italiana. Bellissime alture posizionate fra il Mar Ionio e il Mar Tirreno.

Come detto in precedenza, è necessario recarsi in loco e percorrere le stradine che dalla costa portano fin sopra alle vette, che maestose si ergono tra i due mari. Le vette più alte, come quella del Montalto, sfiorano i 2000 metri e, proprio da questi punti, è possibile godere di una vista mozzafiato. Lo sguardo si perde nel vasto orizzonte, per poi ritrovarsi al cospetto delle sagome dell’Etna e delle Isole Eolie.

L’Aspromonte si caratterizza proprio per le sue tante sfaccettature, che si materializzano in scorci naturalistici incantevoli: ampie vallate delimitate da ripide pareti rocciose, torrenti che scorrono velocissimi verso valle e che si divertono a saltare qua e là, dando vita a suggestive cascate. Un vero e proprio paradiso per gli amanti della montagna (e non solo), i quali possono usufruire di veri e propri itinerari per addentrarsi nella selvaggia natura dell’Aspromonte e non perdere neanche un piccolo dettaglio che la natura ha posizionato in strategici punti.

Monti, torrenti, vallate, ma anche piccoli laghi, che regalano un tocco di magia e tranquillità ad un vasto territorio che mai si presenta come lineare. I due laghi più famosi sono quello di Rumia e il lago Costantino, nei pressi di Gambarie (il primo) e nella valle del Bonamico (il secondo).
A rendere il tutto decisamente perfetto sono i piccoli borghi che sorgono in punti strategici dell’Aspromonte, i quali sono letteralmente abbracciati da una generosa natura, che regala agli stessi panorami unici e, allo stesso tempo, soprattutto in passato, tanta protezione.

Lago Rumia

A piedi nella natura: alcuni itinerari per scoprire l’Aspromonte

Il modo migliore per conoscere un territorio ove la natura si mostra incantevole in ogni sua forma, è quello di camminare per antichi sentieri, che percorrono le valli, salgono sempre più su, fino al cospetto delle più alte pareti rocciose, passando per boschi che nascondono bellissime sorprese.

Sono tantissimi gli itinerari da seguire per poter visitare a 360 gradi i punti più interessanti dell’Aspromonte calabrese. Tra questi è possibile menzionare:

  • l’Antico sentiero dei Greci: un percorso che attraversa Mammola – Fiume Torbido – Passo Sella – Santuario San Nicodemo – Passo Limina. Prendetevi un’intera mattinata, ovvero il pomeriggio, poiché l’itinerario in questione prevede un tempo di percorrenza di circa 3-4 ore. Una lunga passeggiata immersi nella natura lungo quella che era l’unica via di comunicazione per gli antichi popoli della Locride e della Piana di Gioia Tauro. Lungo il percorso, molto caratteristico, si incontra il bellissimo Santuario San Nicodemo del Bosco.
  • Dalla diga sul Menta alle cascate Menta-Amendolea: un itinerario che fa dei panorami mozzafiato il suo vero e proprio punto di forza. A piedi, attraversando la fiumara Menta, si sale per un sentiero sterrato che porta lungo il sentiero di mezza costa. Poi, l’immenso spettacolo naturale si mostra agli occhi: le cascate. Un itinerario decisamente più breve, ma che permette di giungere in uno dei punti più belli in assoluto di questo ampio territorio calabrese. Un consiglio: affrontate tale percorso in una piacevole giornata di sole, poiché approfittando delle alte temperature ci si può concedere il lusso di un’immersione nella vasca naturale che si apre proprio sotto le cascate.
Le bellissime cascate
  • Sentiero degli alberi: si tratta di un affascinante percorso botanico suddiviso in 8 tappe. Si parte dall’Osservatorio per la biodiversità (località Cucullaro di Santo Stefano), per poi visitare i “terrazzamenti”, le bellissime aree scout e altri punti ben definiti, che permettono di conoscere non solo le tantissime specie vegetali presenti in quest’area, ma di apprendere i tempi e le modalità con cui Madre Natura riesce a dar vita a specie vegetali meravigliose. Quindi, tale itinerario, può essere identificato anche come un vero e proprio percorso didattico, ideale per vedere da vicino e esaminare attentamente un gran numero di specie arboree.
  • Il sentiero del brigante: ben 120 km che al tempo delle colonizzazioni magno-greca e romana erano percorsi dai ribelli, dai fuggitivi e dai banditi. Non solo: lo stesso percorso era sfruttato anche dalle popolazioni sicanie e bruzio-lucane, per spostarsi lungo la penisola calabrese. Immersi non solo nella natura, ma anche nella storia: ogni passo è una scoperta, ogni chilometro percorso una vera e propria avventura, ogni tappa (esempio, le fortificazioni risalenti al 72 a.C. e la Certosa si Serra S. Bruno) un tuffo in un affascinante passato. Potrebbe essere un’idea per una vacanza all’insegna dell’avventura e della cultura, dato che per percorrere tutti i chilometri di questo lungo itinerario occorrono circa 7 giorni.

Due meravigliosi borghi dell’Aspromonte: Gerace e Bova

Gerace è considerato uno dei borghi più belli d’Italia. Una piccola e preziosa perla della Calabria Jonica, ben posizionata in una strategica quanto suggestiva posizione. Il borgo è ubicato su di una rupe costituita da conglomerati di fossili marini, da dove è possibile godere di una vista unica. Una piccola cittadina molto apprezzata dai turisti, poiché è un vero e proprio antico baule, all’interno del quale sono custodite tantissime ricchezze architettoniche e artistiche in generale. Bellissimo il centro storico, che con le sue stradine strette, che si arrampicano lungo la costa e che abbracciano gli storici edifici, conserva tutto il fascino dell’impostazione urbana del passato.

Tra le principali cose da vedere a Gerace si annoverano i conventi, i monasteri, le cattedrali e i castelli del centro storico, testimonianza di un ricco passato e di quelle che sono state le diverse dominazioni che hanno interessato quest’area. Un mix di stili e di culture che tuttora continuano a vivere in sintonia tra loro, in quello che è un’armonia artistica che dolcemente suona note rilassanti per il visitatore. Il castello domina la parte alta del borgo e, nonostante ora siano rimasti in piedi solo alcune torri e tratti di mura, resta lì, maestoso nella sua odierna fragilità. Da vedere è anche la Cattedrale di Gerace, uno dei monumenti più rappresentativi di tutta la Calabria, tanto da essere dichiarata monumento nazionale bizantino-romanico-normanno.

17 sono le bellissime chiese della parte bassa della città, che hanno portato Gerace ad essere conosciuta come la “città sacra”. Passeggiando per le strade cittadine ci si imbatte nelle bombarde, cioè i punti precisi dove venivano posizionati i cannoni per difendere il territorio. Oggi sono state trasformate in spettacolari terrazze panoramiche. Non serve un’esperta guida per conoscere Gerace, poiché sono le pietre degli antichi edifici, le strade calpestate da popoli venuti da lontano e i paesaggi che la circondano a raccontare tutte le vicende che hanno interessato questo luogo e i vicini territori.

Nel cuore di Gerace

Altro luogo incantevole è Bova, che sorge tra verdi giardini, ai piedi di un caratteristico picco roccioso. Anche qui, la parte alta della città è dominata da un antico castello normanno. Sono tantissimi i monumenti da ammirare nella parte alta, Bova Superiore, che secondo una leggenda è sorta per volere di una regina armena, la quale condusse il suo popolo proprio in questo preciso luogo. Prima di addentrarsi nei vicoli di Bova si consiglia vivamente di sostare alla balconata: il punto panoramico più bello della cittadina, da dove è possibile ammirare tutto l’arco costiero sottostante.

Bova Superiore

Cosa vedere? Sicuramente l’antica Cattedrale di origine seicentesca ed edificata sulle spoglie di un’antica Chiesa Bizantina. Al suo interno è custodita una statua in marmo del 1584 della Madonna con Bambino. Bellissima anche la Chiesa di San Leo, con il suo altare barocco e la statua del Santo in pregiato marmo bianco, attribuita al Bernini. Poi, non resta che incantarsi nel quartiere storico di Bova tra gli edifici e i palazzi che portano ancor ben impressi sulle facciate i simboli delle famiglie più importanti del passato.

Sembra quasi cozzare con tutto il resto la locomotiva posizionata nel bel mezzo della piazza principale di Bova. Si, avete capito bene: una vera locomotiva, per omaggiare l’attività principale a cui si dedicavano i bovesi, quasi tutti ferrovieri. Per portarla nel centro della cittadina è stato necessario allargare l’intera carreggiata della strada che conduce a Bova.

 

 

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