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A spasso per il centro di Forlì
Forlì, capoluogo di provincia dell’Emilia Romagna, si estende in pianura, sulla Via Emilia. Forum Livii era il nome della città ai tempi di Roma, ma solo con il Medioevo ha inizio la vera storia della città, contrassegnata da importanti eventi e duri scontri con gli altri centri urbani, che sul territorio di riferimento volevano imporre il loro dominio assoluto, sia economico, che da un punto di vista del controllo del territorio inteso in senso più ampio.
Nel XII era in lotta contro Venezia, poi con Bologna e poi con Firenze. Passata alla Signoria degli Ordelaffi, vi rimase fino al 1488 quando passò in mano al Conte Girolamo Riario. Nel 1504 la città passò sotto il dominio della Chiesa e vi rimase fino al 1859. Anno in cui fu unita alla Patria e al Risorgimento aveva donato uomini famosi come Pietro Maroncelli e Aurelio Saffi. Oggi Forlì è una città fiorente, vivace, con ariose piazze e belle vie. Si trova al centro di operose contrade ed ogni lunedì è animata dal mercato, con mille attività artigianali ed agricole della Romagna. Un vero e proprio centro dove lo spirito di iniziativa viaggia veloce tra le principali strade e i vicoli più nascosti del centro storico.
Il Centro Storico di Forlì
Ma passiamo ora a visitare la città, raggiungendo subito, dalla Stazione, il centro della città stessa, che è la Piazza Aurelio Saffi. Troviamo qui il bel Palazzo del Podestà, il Municipio e l’antica Chiesa di San Mercuriale (primo Vescovo di Forlì). Quest’ultima è sicuramente la Chiesa più famosa della città e la sua costruzione risale al XII secolo. All’interno ammiriamo gli affreschi del Palmezzano, il sepolcro di Barbara Manfredi ed il magnifico coro in legno nell’abside. Accanto alla chiesa c’è il Campanile, il più caratteristico monumento della città. Raggiunge l’altezza di 75,5 metri ed è opera di Deddi. Al suo interno si eleva una torre cilindrica e, fra questa ed il muro, c’è una scala che porta fino alla torre campanaria, dalla cui sommità si può ammirare un vastissimo panorama sugli Appennini e la Pianura in generale.
Seguendo il Corso Garibaldi, con numerosi palazzi, giungiamo alla Piazza del Duomo dove visitiamo la bella Cattedrale. Da qui raggiungiamo facilmente le Chiese della Trinità e di San Biagio, con pregevoli opere d’arte. Altri stupendi quadri, come la splendida Annunciazione di Marco Palmezzano, si possono ammirare alla Pinacoteca nel Palazzo degli Istituti Culturali ed Artistici. Inoltre all’interno della Pinacoteca si possono ammirare il famoso quadro del Pestapepe, unico dipinto rimasto nella regione del più grande pittore romagnolo: Melozzo da Forlì. A Forlì si trova anche il Museo Etnografico dove troviamo le famose Caveie Cantarene. Si tratta di antichi ornamenti dei carri romagnoli i cui anelli servivano, tintinnando, a tener sveglio di notte il conducente.
Altre due mete vicine possono essere la Rocca di Ravaldino (possente fortificazione che vide la fiera resistenza della città, guidata da Caterina degli Sforza contro gli assalti di Cesare Borgia) e il Giardino Pubblico.
I luoghi della cultura di Forlì
Forlì, come detto in precedenza, si presenta al visitatore come una città particolarmente dinamica, che mai si ferma, ma che attraverso i suoi abitanti adora cambiare faccia, mostrandosi sempre con nuove vesti. Il tutto, però, senza mai perdere di vista il grande e glorioso passato, che rivive sempre attraverso i principali edifici della città, che rappresentano i luoghi della cultura della bella Forlì. Chiese, musei, antichi palazzi e tanto altro ancora: sono questi i veri tesori della sempre brillante cittadina emiliana.
Una volta giunti in città e dopo aver passeggiato tra le belle vie del centro, si consiglia di analizzare bene questa breve lista dei principali luoghi della cultura a Forlì, così da non perdere quanto di bello la stessa città ha da offrire.
- Oratorio di San Sebastiano: ci troviamo in Piazza Guido da Montefeltro e questo bellissimo edificio forlivese si presenta come il fulcro attorno al quale ruota tutta la cultura melozzesca. Nasce dalle limpide idee dell’architetto Pace Bombace, che appartenne alla brigada del Melozzo, il quale ha elaborato un modello architettonico davvero splendido in ogni suo dettaglio. Il bellissimo edificio fu ultimato nel 1502, mostrandosi con il suo grande corpo principale a croce celtica e un atrio sormontato da una bella cupola. Ad attirare maggiormente l’attenzione sono le facciate: semplici, con mattoni, i quali regalano alla struttura una nota di semplice eleganza. Armoniosi gli interni: intonaco chiaro e decorazioni in cotto, che seppur possono apparire in contrasto tra loro, convivono tra le mura dell’Oratorio in grande armonia.
- Palazzo Albertini: splendido edificio che colpisce per il suo aspetto molto più deciso, donatogli dai caratteri veneziani che lo contraddistinguono. Edificato tra il XV e il XVI secolo presenta uno splendido portico con arco a tutto sesto profilato con una ghiera in cotto. Particolari le finestre che arricchiscono in modo decisamente elegante le facciate: sono disegnate da bifore in sasso d’Istria. L’intera struttura, dall’esterno, alterna elementi legati alla massima semplicità e funzionalità architettonica, come i mattoni a vista delle facciate, ad elementi più ricercati ed eleganti, come le bellissime finestre, che spezzano la monotonia delle stesse facciate. All’interno, nella Sala Albertini, sono ospitate numerose opere di giovani artisti, ai quali viene dato ampio spazio per far conoscere le loro creazioni e per regalare quanta più visibilità possibile alle stesse. Al secondo piano, invece, si trova la mostra permanente Res Communis, in cui sono esposte importanti donazioni pervenute dalla Pinacoteca civica nell’ultimo decennio del ‘900.
- Palazzo del Merenda: fu costruito nel 1722, su progetto di Giuseppe Merenda, come Ospedale della Casa di Dio per gli Infermi. Cambiò, da un punto di vista prettamente architettonico, con la nuova facciata realizzata da Giuseppe Pani nel 1827. Un edificio che ha subito diversi cambiamenti e diversi ampliamenti dell’originaria struttura, ma mai ha mutato la sua destinazione fino al 1922. In quest’anno l’originario ospedale venne destinato ad ospitare una biblioteca, una pinacoteca e i musei civici.
- Palazzo Gaddi: è senza ombra di dubbio uno dei palazzi più importanti della città, la cui struttura odierna è il frutto di diverse trasformazioni avvenute nel corso dei secoli. Infatti, è sorto in modo alquanto particolare, da quella che può essere definita come un’aggregazione di case medievali. Della costruzione originaria rimane il portico con la loggia e la sala con i peducci, assegnabili al tardo Cinquecento. Diversi, poi, gli elementi barocchi del ‘700 che si possono ammirare, in contrapposizione alla spoglia facciata esterna, nelle sale interne, adorne di stucchi raffinati e decorazioni di ogni genere. Si tratta della seconda sede museale della città, sia per volume che per superficie, ove è ospitato il Museo del Risorgimento “A. Saffi” e il Museo Romagnolo del Teatro.
- Rocca di Ravaldino: ha rappresentato per tutto il Medioevo uno dei luoghi più importanti per la difesa della città di Forlì. Un imponente complesso fortificato, tuttora visibile. Nel secolo scorso, tra le sue mura, in quella che è stata definita come la “Cittadella” è stato costruito l’attuale carcere. Una grande fortificazione, quella della Rocca, che ha subito diversi restauri, che hanno portato alla ricostruzione delle coperture di due torrioni e del maschio.
Bellissima dall’esterno, meravigliosa dentro. Oggi la Rocca di Ravaldino è oggetto di un grande progetto di valorizzazione ed ospita mostre temporanee, concerti e diversi eventi estivi che animano la bella stagione forlivese.
Altri luoghi della cultura da non perdere sono il Palazzo Comunale, al cui interno da visitare è la Sala XC Pacifici (magistratura istituita nel 1540, detta dei Novanta Pacifici, in quanto retta da Novanta uomini neutrali, quieti, non intricati né interessati alle Parti (cioè alle fazioni politiche), e la Chiesa di San Giacomo.
Cosa fare a Forlì: tra terme e parchi divertimento
La dinamica e sempre viva Forlì si trova in una ragione conosciuta proprio per la qualità del turismo offerto attraverso servizi impeccabili e per la possibilità di divertirsi, ovvero rilassarsi in specifiche strutture, a seconda della propria concezione di vacanza.
Per chi ama il relax e adora essere coccolato sotto ogni punto di vista, è possibile segnalare i meravigliosi e all’avanguardia stabilimenti termali di Fratta Terme e quello di Castrocaro Terme. Entrambi sorgono nelle vicinanze della bella cittadina, il primo a 14 chilometri e il secondo a circa 10 chilometri. Strutture che permettono di potersi rilassare e godere di tutti i benefici delle acque termali, nonché di ritrovare il benessere immersi in luoghi davvero incantevoli.
Per chi, invece, ama il divertimento, quello vero, dove l’adrenalina stende il tappeto rosso alla più alta forma di coraggio, il parco avventura IndianaPark è l’ideale. Percorsi aerei, itinerari acrobatici, ponti e funi che passano da un albero all’altro, il tutto immersi in una suggestiva natura. Un immenso Parco Outdoor multiattività di 6 ettari con 2 piscine estive e tanti altri servizi per chi è alla ricerca della vacanza all’insegna dello sport. Ma, resta la PowerFan Tower la principale attrattiva del parco avventura: tutta l’emozione di un volo nel vuoto da 13 mt di altezza.
Cosa assaggiare: i piatti tipici e un itinerario enogastronomico unico
Terra di profumi e sapori, quelli veri, di una ricca e tradizionale cucina. Sono tantissime le pietanze pronte a rapire ogni senso e a mandare in estasi le papille gustative, ma tra i tanti piatti, tutti decisamente invitanti e ai quali è impossibile resistere, due sono quelli che rappresentano i pilastri della cucina tradizionale locale. Piatto simbolo del forlivese sono i passatelli, rigorosamente cotti in brodo, al quale si aggiunge la tipica piada emiliana, da gustare in uno dei tantissimi chioschi sparsi qua e là in giro per la città, farcita con i buonissimi salumi locali e con lo squacquerone, un formaggio morbido che ben si presta ad essere inserito nella quasi croccante sfoglia della piadina. Poi, un bel Sangiovese è proprio quel che ci vuole per accompagnare questi semplici, ma gustosi piatti.
La tradizione enogastronomica della ragione e nello specifico della provincia di Forlì è davvero tanto ricca e uno dei modi migliori per entrare in questo meraviglioso mondo di sapori è quello di prendere parte all’itinerario Strada dei vini e dei sapori dei Colli di Forlì e Cesena. Un vero e proprio evento di grande portata, che si propone come il perfetto strumento di promozione e valorizzazione delle eccellenze locali. Tanti prodotti tipici, dagli ottimi vini alle infinite bontà da gustare immersi nella natura: una passeggiata tra le bellezze storiche, culturali e ambientali, resa indimenticabile dai sapori della tradizione culinaria locale.
Nei dintorni di Forlì: due favolosi borghi
A pochi chilometri da Forlì sorge Bertinoro, un tipico esempio di cittadella medievale, dove è possibile ammirare mura, torri e case antiche, tutte appartenenti all’originario assetto urbanistico di stampo medievale. Un borgo che sorge in una posizione davvero privilegiata: dalle colline che ospitano questa meravigliosa realtà è possibile godere di un suggestivo panorama, che all’orizzonte si perde nei colori del mare. Il paese che si è sviluppato ai piedi di una elegante Rocca, si presenta come piccola città a misura d’uomo, famosa per gli estesi vigneti che l’abbracciano e l’ottimo vino qui prodotto.
Predappio, invece, è la destinazione perfetta per chi desidera ammirare tutta la maestosa grazia di una natura incontaminata. Predappio è situata nella valle del fiume Rabbi, in zona collinare, dove i vigneti, da cui si ricava un rinomato Sangiovese doc, si estendono in lungo e in largo. Due sono le cose che colpiscono il visitatore che giunge qui: la massima ospitalità della gente del luogo e le meraviglie naturalistiche del territorio. Basta scrutare il vicino orizzonte per ammirare un paesaggio quasi lunare, reso tale dai calanchi, che si mostrano in tutta la loro bellezza e valore naturalistico di desolata sterilità.