Celestino V

Celestino V (Pietro Angeleri, detto Pietro da Morrone) nacque ad Isernia nel 1210 da modesti agricoltori che traevano scarso sostentamento della loro poca terra. Timido e modesto, si avvicinò presto a Dio. Non trovò, però, quella infinita pace e quella totale quiete che da sempre sognava. Si ritirò allora sulle pendici della Maiella.

Negli anni del suo ritiro la morte di Papa Nicolò IV sconvolse il mondo religioso. Tante le idee, i nomi, ma il successore non si trovava. Pietro Angeleri esortò i Cardinali a trovare un pastore per la Chiesa, pena i castighi divini. La sua lettera, inviata ai massimi esponenti della Chiesa, fu considerata un segno divino. Una commissione di alti prelati fu mandata sulle pendici della Maiella per cercarlo e comunicare l’intenzione, di tutti i cardinali e dei vescovi, di eleggere proprio lui come nuovo Papa.

Onorato e spaventato. Pietro Angeleri chiese con insistenza di trovare altra persona per ricoprire un ruolo così importante. La Chiesa aveva ormai deciso e poco tempo dopo fu nominato Papa dal re Carlo di Napoli.

Gli anni di solitudine del suo ritiro lo avevano indebolito sia nel fisico che nella mente. Divenne ben presto preda di principi e prelati che approfittavano della sua posizione. La vita, con il nuovo incarico, divenne per lui insopportabile e decise di tornare alla sua pace. Nella festa di Santa Lucia, il 13 dicembre del 1294, convocò il Concistoro ed ordinò di non essere interrotto per nessuna ragione. Quindi lesse la sua rinuncia al Papato: “Per umiltà, per debolezza di salute, per difetto di scienza, per ricuperare la pace e la consolazione dell’antico vivere”.

Qualche critico dice che il personaggio a cui Dante allude nel Canto IV dell’Inferno (“Colui che fece per viltade il gran rifiuto”) era proprio Celestino V. La Chiesa, invece, comprendendo che Celestino aveva fatto il Gran Rifiuto per far in modo che il Papa fosse una persona migliore di lui, lo elevò agli onori degli altari. Così, visse nella quiete tanto desiderata ancora per due anni.

Morì infatti nel 1296 nella Rocca di Fumone, in Campania. Le sue ceneri si trovano nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio (Aquila) in uno splendido mausoleo.

(paragrafo a cura di Matteo)

Basilica, Aquila
Basilica Santa Maria di Collemaggio a l’Aquila By Ra Boe (selbst fotografiert DigiCam C2100UZ) [CC BY-SA 2.5], via Wikimedia Commons

Benito Jacovitti e i suoi meravigliosi fumetti

Benito Jacovitti è stato uno dei più grandi fumettisti italiani, che non ha mai amato prendersi troppo sul serio, ridendo dei propri difetti. Proprio da questo suo modo di pensare, da questa sua leggera filosofia di vita, son nati i suoi capolavori.

Ingranaggio di fondamentale importanza di un universo originale, quello dei fumetti d’artista.  Benito Jacovitti, che di diritto si è conquistato un posto tra i personaggi famosi del Molise, nacque a Termoli il 9 marzo del 1923.

Come è nata la sua passione per i fumetti? Quello di Jacovitti è un dono di natura, una qualità che pochi al mondo hanno. Il padre faceva un doppio lavoro: ferroviere e operatore in una sala cinematografica. Spesso portava con sé il figlio: fu amore a prima vista con il cinema, in particolar modo per i film western.

Cinema e fumetti? Qualcosa del mondo delle pellicole ha fatto scattare la scintilla creativa di Benito Jacovitti. Il personaggio dei suoi fumetti, al quale era particolarmente legato, era proprio Cocco Bill, un cowboy con il vizio della camomilla.

Facciamo un passo indietro, nell’infanzia del grande fumettista italiano. All’età di 8 anni Jacovitti si trasferì con la famiglia a Ortona a Mare e poco tempo dopo a Macerata. In questa città frequentò la scuola elementare. A 16 anni il suo genio creativo cominciava a venir fuori: le sue doti furono subito riconosciute dagli insegnanti della Scuola d’Arte di Firenze. A proposito, sapete chi erano i compagni di banco di Jacovitti? Franco Zeffirelli e Federico Fellini. Incredibile vero?

I disegni fatti in giovane età sono facilmente riconoscibili, poiché era solito firmarli con lo pseudonimo “lisca di pesce”, con il quale gli amici erano soliti chiamarlo data la sua magrezza.

La straordinaria carriera da disegnatore iniziò nel 1936, quando cominciò a collaborare con il periodico “Il Brivido”. Poi, arrivarono le importanti collaborazioni con il periodico per ragazzi “Il Vittorioso” e in qualità di primo vignettista con “Il Travaso”. Tra il 1956 e il 1967 collaborò con “Il Giorno”, disegnando per la sezione dedicata ai ragazzi. Gli anni ’70 hanno visto impegnato Benito Jacovitti nella collaborazione con “Il Corriere dei ragazzi” e con il “Corriere dei piccoli”.

Una carriera importante, durante la quale sono nati tantissimi personaggi che hanno facilmente conquistato il pubblico giovane e meno giovane. Lavorò anche nel settore della pubblicità.

Morì nel dicembre del 1997.

Casa museo Jacovitti

Gli amanti del fumetto non possono non rendere omaggio a questo grande artista italiano. Nel 2012 è stata inaugurata la Casa Museo dedicata proprio a Jacovitti. Entrare in questa casa museo significa comprendere la vera essenza delle “jacovitterie”, le sue immortali vignette.

Un museo nel quale sono conservati i preziosi lavori dell’artista molisano: albi, fumetti, riviste, figurine, quaderni e diari personali. Tutto questo rappresenta la più grande collezione al mondo di materiale creato da Jacovitti.

Il verismo di Francesco Jovine

Chi è Francesco Jovine? Basta rispondere citando i romanzi Signora Ava e Terre di Sacramento per capire che Jovine è stato un grande narratore italiano, ancora vivo nei salotti della letteratura italiana. Una persona molto legata alla sua terra, il Molise, citata in ognuna delle sue opere.

È obbligatorio menzionare anche la raccolta di racconti “L’impero di provincia”, che insieme ai romanzi appena citati permette di capire lo stile di Francesco Jovine. Leggere le sue opere è come fare un tuffo nelle acque, non sempre limpide, della storia di questa regione.

I temi tradizionali del feudo e i conflitti tra padroni e contadini sono raccontati senza troppi giri di parole e con una forte carica polemica da parte del narratore. Quella di Jovine è una commossa ed esasperata rappresentazione della propria terra, dalla quale si evincono i tratti della tradizione veristica.

Le lotte sociali del fascismo, ad esempio, sono raccontate con stile asciutto e mai mancano delle brevi riflessioni di lirico valore. Pagine di storia, di riflessioni, di racconti, di amore per una terra troppo spesso dimenticata.

Nella piccola Guardialfiera

Francesco Jovine nacque a Guardialfiera nel 1902 (morì a Roma nel 1950), un bellissimo borgo sulle colline in provincia di Campobasso. Un piccolo pezzo della nostra meravigliosa Italia da visitare assolutamente. Le forti tradizioni si mescolano con la bellezza del paesaggio: impossibile resistere al fascino del Lago di Guardialfiera, fulcro del turismo paesaggistico.

Un consiglio: recatevi a Guardialfiera a Natale e regalatevi un sogno. Tutto il borgo si trasforma in un presepe vivente molto caratteristico: rocce, dirupi e medievali piazzali sono gli elementi di una scenografia mozzafiato.

Guardialfiera e il suo lago
Lago di Guardialfiera By Fflavio74 (Own work) [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons

Il “molisano” Robert de Niro

Tra i personaggi famosi del Molise troviamo Robert de Niro. Non si tratta di pazzia e nemmeno di una presa in giro. Il grandissimo attore del cinema internazionale, conosciuto e molto amato dal pubblico mondiale, ha origini molisane. Proprio così, avete capito bene! I nonni di Robert De Niro emigrarono da Ferrazzano (piccola realtà urbana a pachi chilometri da Campobasso) alla volta degli Stati Uniti d’America. Un lungo viaggio in nave per cercare fortuna nel Nuovo Continente, affrontato in compagnia di tantissime altre persone che come loro sognavano un futuro migliore.

Giovanni Di Niro e Angelina Mercurio, questi i nomi dei nonni della star di Hollywood. Qualcosa non torna. De Niro o Di Niro? Il cognome originario fu cambiato in De Niro per un errore di trascrizione presso gli uffici della dogana americana.

Robert Anthony De Niro Jr. oggi è conosciuto come uno tra i migliori attori della storia del cinema, nonché come regista e produttore cinematografico. Da giovanissimo collaborò con rinomati registi: Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, Quentin Tarantino e Sergio Leone.

È bello pensare che un attore, candidato 7 volte dal premio Oscar, ha radici italiane. Chissà se in futuro deciderà di girare un film nella sua Ferrazzano, dove tutti lo aspettano a braccia aperte.

Il sapore di paesaggi unici: tutti nella Hollywoodiana Ferrazzano

Paesaggi incantevoli e prelibatezze pronte a far saltare di gioia le papille gustative. La terra di origine dei nonni di Robert De Niro ha davvero tanto offrire.

Al visitatore di apre uno scenario straordinario: vicoli tortuosi che conducono in punti panoramici davvero bellissimi. Nel centro storico si trovano la bellissima Chiesa di Santa Maria Assunta e in strategica posizione il Castello Baronale Carafa, tra i più importanti della Regione.

Dal paese lo sguardo si perde nella natura del paesaggio: la Maiella, la Catena del Matese e la Catena delle Mainarde dominano dall’alto le valli.

A Ferrazzano e dintorni le meraviglie non sono solo da vedere, ma anche da assaggiare. Sapori antichi, semplici e irresistibili. La tradizionale cucina ci regala la famosa salsiccia alla ferrazzanese e la “mbaniccia”, il re dei piatti locali. Ad accompagnare un bel bicchiere del vino molisano Tintilla.

ferrazzano
La Ferrazzano di De Niro (foto lucio musacchio CC BY 2.0)

Antonio Di Pietro

Uomo di spicco della magistratura e della politica italiana nato a Montenero di Bisaccia (Campobasso) nel 1950. Una carriera, quella di Antonio di Pietro, che ha raggiunto l’apice durante l’Inchiesta Mani Pulite.

Non solo grande magistrato, ma anche uomo molto conosciuto negli ambienti della politica italiana. Nato da una famiglia umile, si pagò gli studi alla Scuola Superiore delle Telecomunicazioni a Roma facendo il muratore. Dopo il servizio militare svolto a Chieti, si trasferì in Germania per lavorare come operaio in una fabbrica.

La sua forte passione per il mondo giuridico lo portò ad un traguardo molto importante: la laurea in Giurisprudenza nel 1978, conseguita in soli 3 anni.

Divenne famoso come magistrato con l’Inchiesta Mani Pulite, ma nel 1994 si dimise dalla magistratura per entrare in politica. Prima Ministro dei Lavori Pubblici con il governo Prodi, poi eletto senatore della Repubblica Italiana nel 1997, fondatore del partito l’Italia dei Valori e membro eletto al Parlamento Europeo nel 1999.

Ad oggi ancora impegnato nel portare avanti idee e valori che da sempre lo hanno contraddistinto. Il futuro? È tutto da vedere.

 

 

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