Pordenone: cenni storici

Pordenone, capoluogo di provincia del Friuli Venezia Giulia, è il massimo centro economico della regione. Si espande nel cuore della pianura, in vista delle Prealpi Carniche. Prima di passare alla descrizione dell’assetto urbano e, quindi, delle principali attrattive delle città, concentriamoci sulla sua storia.

La città era già nota nel V secolo d.C. con il nome romano di Portus Naonis, dal quale deriva il nome attuale Pordenone. “Portus”, in latino, significa “porto”. Ma, la città era semplicemente attraversata dal Naonis, un corso d’acqua che esiste tuttora, conosciuto con il nome Noncello. Il modesto Noncello di oggi non ha niente a che vedere con l’antico Naonis. Questo, nel medioevo, era navigabile e consentiva a Pordenone di essere un porto attivo. Le imbarcazioni trasportavano merci e passeggeri da Pordenone a Venezia.

Piccolo tratto del fiume Noncello

L’antica importanza del Naonis la si può capire anche dallo stemma della città, che presenta una porta aperta dove passano le acque del fiume. Oggi, finiti i bei tempi del Naonis, la porta sullo stemma e le acque che la attraversano, simboleggiano bene sia l’ospitalità dei Pordenonesi, che l’incessante attività del capoluogo. Dopo essere stata un feudo dei duchi del Friuli, la città passò sotto il dominio dei patriarchi di Aquileia. Lottò poi a lungo, nel XIII secolo, per la propria libertà. Divenne Comune Libero e successivamente entrò a far parte dei domini degli Asburgo, conservando però una certa autonomia. Nel 1508 Venezia rivendicò i suoi diritti su Pordenone e, poco dopo, la concesse in feudo al grande condottiero Bartolomeo d’Alviano. Alla morte di quest’ultimo, nel 1515, la città tornò sotto il governo veneziano, ma con molte libertà e privilegi, fino al 1797, anno della caduta della Serenissima.

In seguito Pordenone condivise le sorti del Friuli, prima sotto il dominio dei Francesi e poi sotto quello degli Austriaci. Venne infine liberata dalle truppe italiane nel luglio 1866 e riunita all’Italia. Da allora la città si trasformò da un borgo di un migliaio di abitanti, in una città che nel 1960 ne contava 20.000. Ma il boom, cioè il vero sviluppo di Pordenone, è avvenuto solo nell’ultimo ventennio. Si tratta di un boom industriale, al quale si è affiancata una forte crescita del settore edilizio. Orgogliosi del proprio contributo all’economia nazionale, i Pordenonesi hanno allora più volte chiesto che la loro città venisse riconosciuta capoluogo di provincia. Il 22 febbraio 1968, finalmente, venne accontentata con il provvedimento che istituiva la nuova provincia. Fu un giorno di gran festa per gli abitanti, che si impegnarono sempre più per far crescere giorno dopo giorno la città.

Cosa vedere a Pordenone

Continuiamo la nostra recensione di Pordenone visitando la città. Dopo avervi raccontato la sua storia, magari penserete che la nuova Pordenone, nel suo dinamico sviluppo, abbia cancellato o modificato tanti aspetti della città che era un tempo. Non è proprio così.

La “città vecchia” è rimasta quasi intatta, ed aggirandosi per le sue vie ci si può facilmente imbattere in alcuni angoli molto pittoreschi che si sono conservati esattamente com’erano un tempo. Si mostra, ad esempio, nel suo antico fascino, la principale arteria cittadina: l’animato Corso Vittorio Emanuele, luogo di ritrovo e di passeggio preferito dai Pordenonesi. Il corso è ricco di negozi, bar, ristoranti e, il passeggio è protetto, per così dire, da lunghe file di portici.

Sono i portici di vari nobili edifici in diverso stile (gotico e rinascimentale), alcuni dei quali hanno decorazioni di affreschi sulle pareti esterne. Alla fine del corso ci accoglie il più antico monumento della città, il Palazzo del Comune, eretto nel XIII secolo, vero gioiello dell’architettura gotica. Ha due bei campaniletti e finestre trifore. All’interno ha sede la Pinacoteca, una delle più interessanti raccolte d’arte della regione. Sono custoditi quadri di molti pittori, soprattutto veneti.

Palazzo del Comune

Noi ammiriamo, in particolare, le opere del maggior figlio della città: Giovanni Antonio de’ Sacchis. Esso è detto, appunto, “Il Pordenone” ed è da sempre considerato il più grande pittore del Friuli. Come possiamo ben vedere, egli usava molto colore, tanto che i suoi dipinti sono al pari di quelli del celebre Tiziano. Usciti della Pinacoteca, ci accoglie poco lontano, nella suggestiva Piazza San Marco, il maestoso Duomo. Forse, il più bel complesso monumentale della città, di struttura gotica, del XV secolo. Custodisce al suo interno alcune splendide tele del Pordenone. Di fianco ad esso c’è il poderoso e slanciato campanile la cui cella campanaria, lassù, si adorna anche lei di finestre trifore. Ai piedi del campanile, proprio nel centro di Piazza San Marco, notiamo una graziosa fontana con quattro zampilli che escono dalle bocche di altrettante statue di leoni.

Non ci rimane che continuare a girare per le affascinanti vie della città fino ad imbatterci nella bellissima Chiesa di San Giorgio, con il suo magnifico campanile a colonna. Passeggiando tra i bellissimi palazzi e gli stupendi edifici religiosi, è facile imbattersi in una fabbrica di ceramiche, all’interno della quale sarà possibile respirare una dolce aria di tradizione.  Sono tante le botteghe del genere, che regalano un ricordo dei tempi passati. Oppure, ancora, capitiamo in uno di quei cotonifici, grazie al quale la città si è meritata il titolo di “Manchester del Friuli”.

L’animato ed elegante centro cittadino

Le case pictae: tutto il fascino di una città davvero elegante

Il centro della città di Pordenone riesce sempre ad incantare, oggi come in passato. Infatti, risale al rinascimento la descrizione che Marin Sanudo fece del centro storico della città: “Pordenon è bellissimo, pieno di caxe, con una strada molto longa, si intra per una porta e si ensse per l’altra, va in longo”.

È impossibile non alzare lo sguardo e restare letteralmente incantati dalle opere d’arte che si scorgono in ogni angolo. Un vero e proprio museo cielo aperto. Quali sono queste bellissime opere d’arte? Basta guardare la facciata dei palazzi del centro, le loro colonne e qualsiasi altra loro parte architettonica, per scorgervi sopra degli straordinari affreschi dalle bellissime sfumature cromatiche. Scene mitologiche, stemmi delle nobili famiglie della città e tanto altro ancora.

Ma, come mai le case sono tutte affrescate con colori così vivaci e con simboli che rappresentano la classe dei nobili di Pordenone? Dopo un grande incendio, quello del 1318, che distrusse tutto il nucleo urbano, gli abitanti di Pordenone si diedero da fare per riscostruire, o meglio, regalare alla loro tanta amata città, il fascino che prima aveva. Ecco che, mantenendo inalterato il precedente assetto urbanistico, si pensò di abbellire elegantemente la maggior parte degli edifici storici del centro. La strada principale cominciò a colorarsi: le facciate delle case delle più ricche famiglie di Pordenone furono affrescate con colori brillanti, ben accostati tra loro, in disegni e raffigurazioni ben precise. Era un modo per far capire a tutti l’agiata posizione sociale e la propria condizione economica.

Affreschi che richiamano quelli tipici veneziani, seppur con qualche piccolissimo dettaglio che da questi li discosta. È difficile tracciare una linea storica ben precisa di questi bellissimi affreschi e del loro stile, poiché tale abbellimento urbano è il risultato di diversi secoli di interventi decorativi. Un bellissimo esempio di quanto appena detto è il trecentesco palazzo conosciuto come Casa Simoni. Maestoso si mostra in tutta la sua eleganza, resa unica dal ben visibile affresco che è presente sulla facciata dello stesso, il quale è stato posizionato tra due finestre gotiche. Nell’ultima parte della facciata sono due bellissime fasce floreali a definire l’inizio del tetto.

Particolare di Casa Simoni

Poco più avanti Casa Simoni c’è un altro edificio decorato con colori vivaci che danno vita a svariate forme geometriche. Anche questo edificio reca impresso sulla facciata uno stemma: è quello della casata asburgica, bianco e rosso. Altro palazzo da vedere assolutamente a Pordenone è il Palazzo Popaite- Della Torre- Policreti, sulla cui facciata compaiono tutti e tre i simboli delle famiglie che l’abitarono. Un edificio del 1300, affrescato con finti mattoni e motivi floreali stilizzati. Non sono presenti molti colori, ma lo spettacolo delle forme è a dir poco sorprendente, nonostante una pittura più avara di colori. Non solo la facciata principale, ma è tutto il palazzo ad essere stato affrescato con particolari raffinati, che ne hanno fatto una delle costruzioni del passato più belle della città.

Ma, è il Palazzo De Rubeis a spiccare per fama tra le tante case pictae: la facciata è completamente ricoperta da una tappezzeria a motivi geometrici, tra i quali si scorge un simbolo gotico. Non si conosce ancora l’origine di tale simbolo, il quale spezza la forzata armonia delle geometrie.  Rispetto ad altri palazzi è molto più colorato e tantissime sono le finestrelle ispirate a diversi stili.

Palazzo De Rubeis

Le facciate dipinte rappresentano oggi quella che è la vivacità di ogni singolo abitante di Pordenone, città ricca di storia e dal fascino quasi inarrivabile.

Le manifestazioni tradizionali a Pordenone

Una città così ricca di storia, che affonda le sue radici nelle più vive tradizioni, nell’arte antica che ben si sposa con il concetto di moderna e vivace città, non può che essere visitata in prossimità delle principali manifestazioni. Tra queste sono da ricordare:

  • Il Falò dell’Epifania: una tradizione antichissima, che ci riporta ai culti solari tipici del Medio Oriente e del fuoco del mondo antico. Nel Friuli e nel Veneto, tra i fiumi Tagliamento e Piave, la sera del 5 gennaio si accendono dei grandi fuochi, identificati con nomi diversi a seconda della specifica zona.
    Il falò segue, nella sua fase iniziale, un preciso rituale, sia per quanto riguarda la struttura stessa, che per la sua accensione. La tipica manifestazione si svolge presso l’area del fiume Noncello, con la partecipazione di figuranti nelle vesti dei Re Magi e della Befana, che giungeranno in prossimità del grande fuoco attraversando parte del suddetto fiume.
    Canti popolari e musiche tradizionali accompagneranno il tutto.
  • Processo e rogo de la Vecia: si tratta d’una tradizione di Metà Quaresima tipica del Friuli Occidentale. Un fantoccio raffigurante una persona anziana, la Vecia, viene portato la sera di Mezza Quaresima in processione, per poi essere processato, poiché accusato di tutti i mali della comunità locale.
    Un rituale di buon auspicio, che seppur è stato abbandonato per diversi anni, è tornato ad essere una delle manifestazioni più seguite che si svolgono a Pordenone e nelle aree limitrofe.
  • La festa di Santa Lucia: tradizionalmente, nella notte del 12 dicembre, venivano posti in qualche angolo della casa pochi e modesti dolciumi per i bambini buoni, mentre carbone per i bambini cattivi.
    All’alba i bambini si svegliavano e correvano per casa alla ricerca del dono fatto loro dalla Santa.
    A Pordenone questa particolare tradizione, che è stata abbandonata nel corso della Seconda Guerra Mondiale, è stata ripresa nel 1972, ma con qualche piccolo cambiamento. Infatti, si è cercato dare alla festa una connotazione più culturale e gastronomica.
    Tale manifestazione, oggi, si articola in due parti: visite guidate a luoghi e siti storici, lungo un percorso ben studiato, il quale si conclude con l’arrivo (seconda parte) in un caratteristico locale, dove viene servito un pranzo ricco di tutte le specialità culinarie locali della tradizione. Un ottimo modo per scoprire le opere d’arte più importanti a Pordenone e i vicini luoghi.
  • Il Natale a Pordenone (una volta chiamato Natalone): è il ricco calendario di eventi a cura dell’Amministrazione Comunale di Pordenone realizzato con il contributo di enti istituzionali e privati. Offre bancarelle, mercatini, animazioni per bambini, il trenino, pista di pattinaggio e tante altre iniziative che richiamano molte persone nella cittàà. Maggiori informazioni su https://www.comune.pordenone.it/it/citta/eventi/natale
  • La Festa del Noncello: una manifestazione che ha come protagonista il fiume che attraversa la città (nasce a Cordenons, a Nord-Est della città stessa) e che ha dato origine al primo nucleo abitativo ed al nome della città Pordenone (da Portus Naonis: porto sul Noncello). Un fiume che, come detto nella parte iniziale di questa breve descrizione della città di Pordenone, ha contribuito in modo molto importante alla crescita commerciale ed economica della città.Il Noncello era la via principale per gli scambi commerciali e, per ricordare quella che è stata l’importanza di questo corso d’acqua, è organizzata ogni anno una bellissima manifestazione sportiva, che richiama la partecipazione di tutte le associazioni di Pordenone che praticano attività sportive e ricreative proprio sul Noncello.

    Inoltre, si potrà partecipare alle tantissime passeggiate ecologiche lungo il fiume. Tutto questo per valorizzare il fiume e le aree circostanti.

Nei dintorni di Pordenone

Pordenone è una città bella, moderna e mai noiosa, che si presenta con un pittoresco centro storico da percorrere rigorosamente a piedi, al fine di farsi sedurre dall’eleganza dei palazzi dipinti e dalle altre meraviglie della città. Così come la città, anche i dintorni sono ricchi di storia: l’intera zona è costellata da paesi dalla secolare storia, che si presentano ricchi di antichi edifici.

Tra i borghi più belli che circondano Pordenone è possibile ricordare San Vito al Tagliamento, che si mostra in altalenante fascino, che oscilla da quello romano a quello medievale.  Da vedere sono la cinquecentesca Piazza del Popolo, sulla quale si affaccia la Loggia Pubblica, il Duomo del 1745 che è stato edificato su di un edificio del ‘400 (sono tantissime le opere di diversa epoca qui conservate) e il castello del XII secolo, restaurato in seguito con l’aggiunta di altre due suggestive torri. Appena fuori dalla seconda cinta di mura, appare l’ex convento dei Domenicani ora sede della Biblioteca Civica, dell’Ufficio Beni ed Attività Culturali e dell’Ostello della Gioventù.

Torre Raimonda a San Vito al Tagliamento

Altro borgo da visitare è Spilimbergo, famoso per la sua tradizione musiva e per la celebre Scuola mosaicisti del Friuli. Una cittadina che si è sviluppata in epoca medievale e rinascimentale, circondata da ben tre cinte murarie. Oltre alle mura, al castello e alla Torre orientale, nel centro storico merita attenzione la Casa Dipinta, affrescata nel XVI secolo con scene della vita di Ercole. È questo il dettaglio che avvicina questo borgo a Pordenone.

Spilimbergo

Infine, da segnalare è Sacile, soprannominata il Giardino della Serenissima. La cittadina sorge sulle sponde del fiume Livenza e si articola in un dedalo di vicoli e caratteristici ponticelli, da dove è possibile godere di scorci paesaggistici davvero notevoli. Da visitare sono il Duomo di San Nicolò, la Chiesetta della Madonna della PietàPiazza del Popolo, la Loggia comunale e il Palazzo Ragazzoni-Flangini-Biglia.

Sono tantissimi altri i borghi nei dintorni di Pordenone da visitare, come ad esempio Sesto al Reghena, Valvasone e Maniago. L’intero territorio ha un fascino illimitato, una sublime eleganza e regala un’atmosfera di altri tempi, dove a regnare sono le antiche tradizioni, accompagnate sempre dalla raffinatezza di un’arte che qui si mostra nella sua più signorile forma.

 

 

 

 

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