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Alla scoperta di Cosenza
Cosenza è una delle città più importanti dell’intera Calabria, regione dalle antiche tradizioni e ricca di storia, che ha ospitato nel suo incantevole territorio tanti popoli, che in un susseguirsi quasi frenetico, hanno reso questa terra unica, arricchendola in modo incredibile.
Forse, è proprio Cosenza la città simbolo della regione: la storia antica ha lasciato spazio alla modernità, gli antichi monumenti, in modo armonioso, si fondono con tutto quello che l’architettura moderna ha creato, creando un connubio perfetto tra passato e presente.
La città antica e la città nuova: due facce di una stessa meravigliosa medaglia. Questa è Cosenza.
Ma, per descrivere al meglio questa fiorente città calabrese, le parole dello scrittore capuano del romanticismo, Cesare Malpica, sono le più adatte. Parole che la descrivono nel miglior modo possibile, che riprendono la vera essenza di un luogo davvero prezioso all’interno del panorama storico italiano e che sembrano essere state cucite, come solo un abile sarto sa fare, direttamente sulla città. Parole che rappresentano l’elegante abito indossato dalla città: “Ecco Cosenza. Biancheggiante, tutta irradiata dal sole, siede regina del Vallo, signora dei Casali che da lei dipendono.
È priva di alti campanili perché glielo vietano i frequenti tremuoti. Ma fa bella mostra di sé, come quella che posta dove il Vallo finisce, par che sia qual porto in cui tutte le ricchezze della provincia hanno ricovero, smercio e splendore.
Non so come avvenga, ma all’appressarmi alla città sento l’intelletto inclinato a gravi pensieri; un sentimento d’amore e di gratitudine mi ricerca il cuore (…)
In quella città siede la rinomata Accademia i di cui lauri antichissimi oggi rinverdiscono, mercé le industri cure e le nobili fatiche di chiarissimi ingegni (…) Dunque il viatore che lesse nelle storie non può non mirarti con animo composto a gravità, o terra del sapere.
Dunque salutiamola a capo scoperto. Chi s’appressa a Cosenza s’appressa all’Atene delle Calabrie (…).
Ecco Cosenza. S’asside sulle due sponde del Crati, che la divide quasi per mezzo: due ponti congiungono le due parti distinte. A occidente la bagnano le onde del Busento: sette colli le fanno ghirlanda.
Sette colli come Roma! Oh bella rimembranza per me! […] Ecco Cosenza: è dominata da poggi ridenti e ombrosi, è cinta da giardini olezzanti, e da campi che sembrano giardini; diresti tutto ciò accomodato dalla mano di un artista, inteso a formare un bel quadro che dilatasse la vista, e la sorprendesse a una volta […].
Ecco, non serve alcun’altra parola per descrivere la bellissima città di Cosenza.
La storia di Cosenza, culla di grande cultura
La storia di questa città si perde nella notte dei tempi: tanti popoli sono da qui passati, lasciando tracce indelebili della loro cultura che, come in un susseguirsi perfetto (quasi come se fosse stato studiato a tavolino) di valori, hanno reso questa terra unica e ricca.
Cosenza, capoluogo di provincia della Calabria, si adagia nella Valle del Crati, in una cornice di colli e di monti: proprio dove questo fiume confluisce nel Busento, che divide la parte antica da quella moderna.
La città fu fondata in epoca remota dal popolo dei Bruzi, di cui divenne la principale città. Poi prese così il nome di Cosentia sotto il dominio Romano, che ne fecero un florido ed importante centro.
Appartenne poi ai Longobardi ed ai Bizantini, ma per molti anni conservò ancora la lingua e le usanze bruzie, senza mai far perdere forza alle sue antiche e forti radici. Dopo le devastazioni subite dai Saraceni, Cosenza risorse sotto il dominio dei Normanni e assunse il ruolo di principale città della Calabria del Nord sotto gli Angioini e gli Aragonesi.
Nel 1461 la città fu assediata e saccheggiata dall’aragonese Roberto Orsini. Il Cinquecento fu il secolo più luminoso di Cosenza perché vide nascere la famosa Accademia. Poi, un periodo di grande splendore della città, sia da un punto di vista della cultura, che dell’economia. Un periodo che però fu interrotto bruscamente.
I periodi bui di Cosenza
Anche Cosenza ha attraversato periodi bui: con l’arrivo dei francesi e successivamente dei Piemontesi, tutto ciò che di buono fino a quel momento si era fatto, ciò che il popolo calabrese aveva guadagnato con fatica, sembra quasi esser stato azzerato.
I piemontesi spostarono gli impianti industriali che da poco erano stati creati, spostandoli al Nord e lasciando al popolo calabrese quelle poche regole e quei delicatissimi equilibri del latifondo. Insomma, un bel passo indietro.
Ma, lo spirito del popolo calabrese e nel particolare degli abitanti di Cosenza, ha portato nuovamente allo splendore questo importante centro urbano. Nel ventennio fascista, furono letteralmente cancellate le norme di sicurezza che costringevano Cosenza ad arroccarsi sul colle Pancrazio e con coraggio si decise di allargare in modo esponenziale il territorio urbano.
Così, pian piano, l’antico centro urbano comincia a scendere dolcemente, ampliandosi sempre più e occupando gran parte del territorio ai piedi del colle. A cambiare è sì la struttura urbana, ma con essa anche l’economia dell’intera città.
A spasso per Cosenza: ecco cosa vedere in un giorno
Oggi Cosenza si presenta come una città dalla duplice faccia: una parte antica ed una parte moderna. Due facce di una stessa medaglia dal grandissimo valore.
La parte antica si trova ai piedi del Monte Pancrazio, ed è proprio da qui che iniziamo il nostro giro turistico della città. Saliamo per il Corso Telesio, principale arteria della città vecchia.
Una strada stretta, tortuosa e trafficata, che sbocca nella Piazza del Duomo dove si eleva la Cattedrale. Essa è stata consacrata nel 1222 e successivamente restaurata. All’interno ammiriamo opere d’arte come la Tomba della Regina Isabella d’Aragona e l’Immagine della Madonna del Pilerio.
Inoltre vi troviamo anche il quadro L’Immacolata, l’affresco dell’Assunta e la preziosa Croce-reliquario. Attorno a Piazza Duomo ci sono viuzze ripide con portoni, archi, sottopassaggi e casette antiche. Percorriamo la Via del Seggio e arriviamo alla Chiesa di San Francesco d’Assisi.
Procedendo poi per il Corso Telesio, usciamo nella vasta Piazza XV Marzo dove sorge il Monumento agli eroi cosentini fucilati nel 1844.
In questa Piazza, inoltre, troviamo il Palazzo dell’Accademia Cosentina, la Biblioteca Civica, il Teatro Comunale, il Palazzo della Prefettura ed il Museo Civico con armi statue ceramiche e suppellettili. Dietro la Piazza XV Marzo si estendono i giardini della Villa Comunale.
Andiamo ora in Corso Vittorio Emanuele fino alla sommità del Monte Pancrazio dove giganteggia il Castello arabo-normanno restaurato da Federico II. Il Castello Svevo, sorto come fortezza, svetta sul panoramico colle.
Chiese e monumenti di Cosenza
Edificato sicuramente dai Saraceni sui ruderi dell’antica rocca bruzia, fu revisionato da Ruggero II nel 1130, ma, appena 54 anni dopo, il funesto terremoto del 1184 lo rese completamene inagibile. E’ questo uno dei punti più panoramici dell’intera città: dalle imponenti mura del castello è possibile deliziare gli occhi ammirando un paesaggio davvero caratteristico, che si apre in sconfinati orizzonti.
La Via del Castello ci guida quindi alla Chiesa delle Cappuccinelle, che racchiude una tavola dell’Immacolata. Scendiamo dal Colle, attraversiamo il Crati sul Ponte San Francesco e giungiamo alla Chiesa dedicata a San Francesco di Paola, il più grande Santo calabrese, che si erge davanti alla confluenza dei due fiumi.
Rientriamo nella città nuova e incontriamo tre piazze: la Piazza Tommaso Campanella con la Chiesa di San Domenico, la Piazza XX Settembre con il Monumento a Bernardino Telesio e la Piazza della Vittoria con il Monumento ai Caduti della Grande Guerra.
Ma, come detto più volte in precedenza, Cosenza è una città ricca di storia, cultura e tradizioni.
Quindi, tra le cose da vedere e, quindi, da non perdere assolutamente, vi sono anche le botteghe storiche della città, le quali sono state oggetto di un’opera di rivalorizzazione, avviata dalla collaborazione tra Assessorato alla crescita economica urbana e il Museo delle Arti e dei Mestieri. Sono più di 25 i locali del centro storico, dove abili artigiani svolgevano il loro lavoro, riportati all’antico splendore.
Questo non solo per rendere vivo più che mai il bellissimo centro storico, ma per impedire al tempo di cancellare quelle che sono le tradizioni più belle e importanti di Cosenza, che per molto tempo è stata una delle città italiane più famose proprio per l’artigianato. Il modo migliore per visitare il centro storico, immergendosi in un passato tornato ad illuminare una grigia realtà, che quasi voleva abbandonare i preziosi valori dei tempi che furono.
Gli eventi da non perdere a Cosenza
Qual è il giusto modo per entrare nel vivo della città di Cosenza e scoprire sapori e tradizioni calabresi? Ovviamente, partecipando ai numerosi eventi e le manifestazioni, che puntualmente attirano un numero incredibile di visitatori durante tutto l’anno. Tra i principali eventi ricordiamo:
- Fiera di San Giuseppe: è questo l’evento più importante della città di Cosenza, quello più antico, quello che affonda le sue radici nelle più vive e forti tradizioni locali. Una fiera annuale che dura da oltre sette secoli. Venne istituita da Federico II nel 1241, il quale in un Parlamento ottenuto a Messina nel 1234 decise di dotare il regno, affinché si agevolassero gli scambi commerciali, di sette fiere. Una di queste fu stabilito doversi tenere a Cosenza ogni anno, dal 21 Settembre al 9 di Ottobre e, poiché si teneva davanti al tempio consacrato alla Maddalena nel quartiere dei Rivocati, oggi Piazza Riforma, fu chiamata Fiera della Maddalena. Ma, nel 1554 una terribile alluvione fece crollare il ponte sul fiume Busento e la Fiera della Maddalena venne interrotta per circa 10 anni. Nel 1564, alla presenza del viceré di Spagna venne nuovamente inaugurata, con il nome di Fiera di San Giuseppe, giungendo fino a noi. Si trova di tutto: dal pregiato artigianato locale ai migliori prodotti enogastronomici del luogo, il tutto accompagnato dal più colorato folklore calabrese.
- Sapori d’Autunno: appuntamento fisso per tutti gli appassionati di vino, che permette di valorizzare nel miglior modo possibile le eccellenze locali. Gastronomia e aggregazione sociale: sono questi i pilastri su cui poggia la sagra Sapori d’Autunno.
Infatti, oltre alla possibile di poter assaggiare e scoprire i migliori vini locali, è possibile svagarsi tra giochi e spettacoli vari, in quella che è una vera e propria festa popolare, che comunque non nasconde il suo carattere imprenditoriale e promozionale.
Buon vino, giochi e arte: durante la manifestazioni vengono esposti anche bellissimi quadri e altri prodotti di quelli che sono oggi chiamati come gli “antichi mestieri”, che suscitano sempre grande interesse nel visitatore. - le Invasioni: un evento molto apprezzato in tutta Italia, che attira come una calamita potentissima, persone da ogni angolo dello stivale. La Festa delle Invasioni si svolge nella città di Cosenza nel mese di Settembre e ricopre una posizione di prestigio nel panorama dei Festival Nazionali. Essa intende promuovere spettacoli dal vivo all’interno dei siti culturali e archeologici della città di Cosenza, rendendoli punto di attrazione. Il miglior modo per far conoscere il territorio, la sua storia, i suoi valori, promuovendo il turismo. Un turismo vero, che arriva al cuore della città e del territorio circostante, servendo con eleganza, su antichi e preziosi vassoi, i valori di un popolo, di una grande terra.
Cosa fare e cosa assaggiare a Cosenza
Il territorio cosentino offre scorci paesaggistici mozzafiato, da ammirare attraverso delle indimenticabili escursioni. Trekking e uscite a cavallo rappresentano il giusto modo per addentrarsi in un territorio ove la natura ancora regna sovrana e dove il vento sussurra dolcemente misurate parole, che descrivono la storia di questi luoghi.
Passeggiare e lasciare libera la propria anima di volare tra le bellissime colline e le suggestive pianure è la miglior medicina per allontanare lo stress, ritrovare se stessi e scoprire un territorio davvero incantevole. Per gli amanti dello sci si consiglia di visitare la Sila, dove i bellissimi ed attrezzati impianti sciistici sono pronti ad accogliere chi nella bianca neve vede il suo naturale paradiso.
Così come la Sila anche il Parco Nazionale del Pollino ha tanto da offrire: rafting e canoa sul fiume Lao, tra gole piccoli canyon sono le attività più praticate. Il cuore batte all’impazzata e l’adrenalina raggiunge livelli incredibili quando si percorre il tortuoso e imprevedibile percorso del fiume Lao e dei suoi piccoli affluenti, tra cascate a dir poco spettacolari. Natura e sport: tutto perfetto!
Ma, le tante passeggiate e gli sport più adrenalinici lasciano una porta spalancata alla fame.
Quindi, cosa assaggiare? Quali sono i piatti da provare assolutamente? La specialità tipiche cosentine si basano su prodotti semplici e genuini. Si consiglia di gustare la pitta ‘mpigliata, i famosi fusilli calabresi (pasta fresca), la pasta e patate are tijeddra, patate e pipareddre (peperoni) fritti, broccoli di rapa e salsiccia, lagane e ciciari (tagliatelle larghe e ceci).
Per accompagnare questi primi piatti, davvero gustosi, i funghi della Sila rappresentano il giusto contorno. La Calabria è terra di sapori unici e tra i piatti di pesce il più diffuso c’è il baccalà fritto e gli spaghetti con alici e mollica di pane fritta.
L’elenco delle specialità calabresi da assaggiare, per far impazzire la papille gustative sono davvero tantissimi e stilare una lista è un’impresa davvero impossibile.
Però, tra le specialità del luogo da mangiare assolutamente rientrano anche i cuddrurieddri (ciambelle salate preparate in occasione dell’Immacolata e per tutto il periodo natalizio), i turididdri (dolci fritti ricoperti di miele di fichi) e l’immancabile peperoncino calabrese.