La cittadina di Calimera, in provincia di Lecce, nel Salento, è famosa per il suo tipico dialetto “grico”, di chiara origine greca e anche per la sua tradizione musicale legata inscindibilmente a quella della “pizzica” salentina.
Pochi però sanno che Calimera ha un santo patrono dal nome particolare, che sembra un diminutivo, ma non lo è.
Si tratta di san Brizio, che si festeggia il 29 luglio.
Ma chi era questo santo dal nome poco comune?
Brizio, vescovo di Tours in Francia, visse nel IV secolo, e fu allievo e successore di Martino, il santo divenuto famoso per il mantello tagliato in due e donato a un mendicante. Da giovane, Brizio condusse una vita movimentata in cui stranamente si intrecciavano le passioni incontrollate e i precetti di san Martino.
Si avviò di malavoglia al sacerdozio.
In esso tuttavia seppe riscattare il suo passato burrascoso.
Ma proprio per questo, una volta asceso agli altari, fu designato protettore degli sbandati e di chiunque si allontani da una vita onesta. E lo si volle anche protettore di chi ha perso la via di casa e si è smarrito.
Narra la leggenda che un calimerese di nome Cordulo si era trovato un giorno a visitare la città di Tours.
L’uomo mancava da casa da molto tempo e improvvisamente fu assalito da una grande nostalgia del paese natale. Entrato in una chiesa, pregò intensamente san Brizio, al quale era dedicato il tempio, e che si festeggiava proprio in quel giorno, quindi andò a dormire.
Nella notte gli apparve in sogno un vecchio con una lunga barba bianca; gli disse che al risveglio avrebbe dovuto recarsi in riva al mare da dove sarebbe stato portato a Calimera. Così fece Cordulo.
L’indomani al timone di una barca che lo aspettava in riva al mare trovò il vecchio apparsogli in sogno che gli disse di essere san Brizio e che, come promesso, lo avrebbe condotto a Calimera.
Così avvenne e, sempre secondo la leggenda, il santo portò Cordulo fin nei pressi della stele posta sulla via di Calimera; lì Brizio indicò all’uomo il paese natale e gli disse di raccontare ai compaesani quanto gli era accaduto e di comunicare il suo desiderio di voler prendere il paese sotto la sua protezione.
Arrivato a Calimera, Cordulo raccontò il miracolo e donò le proprie sostanze al santo che da allora fu eletto patrono.
A San Brizio sono attribuiti numerosi miracoli. Calimera lo celebra sia religiosamente che civilmente, vie e piazze sono addobbate a festa e non mancano i momenti di profonda commozione dei tantissimi devoti, che soprattutto durante la processione dell’effige del santo, invocano a gran voce la sua protezione o rendono grazie per i favori ricevuti.
Questa, come tutte le leggende, è la storia che si tramanda di generazione in generazione e che è un misto tra verità e fantasia. Certo è che San Brizio è un santo poco consociuto e forse, visti i tempi moderni in cui gli “sbandati” sono davvero tanti, non sarebbe spicevole ogni tanto invocare la sua protezione.