Trieste è la città ideale dove trascorrere un weekend.

Ad attrarre è il fascino della sua  identità di frontiera: italiana (politicamente solo dal 1918), asburgica e mitteleuropea (nell’espansione mercantile e civile del 700 e dell’800), slava.

La luce e il vento, le atmosfere dei caffè e i sapori della tavola, i suoni di lingue e stili di chiese, gli echi letterari (da Svevo a Joyce, da Saba a Magris).

Trieste è anche frontiera o meglio emozionante incontro tra mare e ‘montagna’: l’Adriatico che nasce, o muore, lambendo le Rive e la Piazza, e il giardino calcareo del Carso.

Gli itinerari cittadini, sul colle di San Giusto, lungo le Rive e tra sentieri settecenteschi e ottocenteschi possono essere percorsi approfittando, come fanno i triestini, di soste e indugi in caffè osterie e piccoli bar rionali.

Le strette vie della città vecchia salgono fino alla piazza della Cattedrale situata sul sommo del COLLE DI SAN GIUSTO. È il luogo dell’insediamento preistorico, a strategico dominio della strada dal mare all’altopiano, poi divenuto centro della Tergeste romana. Da questa altura lo sguardo abbraccia monumenti e simboli insigni della città: i resti della basilica romana e dei propilei all’ingresso di un’area sacra II secolo a.C.), nel presumibile spazio del Foro; il monumento ai Caduti della Grande Guerra, inquadrato da un doppio filare di alberi, e la bianca colonna dell’Aquila (1560).

Una visita attenta merita la trecentesca Cattedrale di S. Giusto affiancata da un battistero preceduto da un portico e dalla chiesetta di S. Michele.

Da vedere sono anche il Castello e il civico Museo di Storia ed Arte, che racchiude molti pezzi rari e unici della necropoli di Santa Lucia in Slovenia. A Trieste si visitano gratuitamente l’Antiquarium, zona archeologica ed espositiva con reperti da un’abitazione romana del I secolo; i tre musei letterali sveviano, joyciano e petrarchesco piccolomineo; il Civico Museo del Risorgimento e Sacrario Oberdan, che illustra le vicende patrìottiche e irredentistiche dal 1848 alla Grande Guerra; il Civico Museo di Guerra per la Pace Diego de Henriquez, che conserva un’originale raccolta di materiale bellico – dai piccoli oggetti ai mezzi corazzati – dai campi della seconda guerra mondiale.

Libera anche la visita del Civico Museo del Risorgimento della Risiera di San Sabba. Tutti posti questi dove è possibile “toccare” con mano la storia passata e recente di questa grande città italiana, oggi più che mai orgogliosa di esserlo. Trieste è poi conosciuta per la sua “bora”, il vento che soffia fortissimo e che la scuote, proprio come la sua storia.

Un Itinerario nella Trieste Multiculturale

Capoluogo del Friuli Venezia Giulia, Trieste è un mondo a sé, una realtà un po’ anomala, unica, sospesa fra passato e futuro, fatta di contrasti e caratteristiche peculiari, come la bora, per esempio, il vento che soffia in inverno alla velocità di 120-150 chilometri orari, sollevando il mare e tutto ciò che incontra sulla sua strada.

Sarà per la sua posizione geografica, di città di frontiera, porta fra il Mediterraneo e i Paesi dell’Est, che la città offre un fascino ed un’atmosfera particolari.

Non si può dimenticare che Trieste conobbe periodi di grande splendore economico e culturale, soprattutto sotto gli Asburgo. Fu Carlo VI d’Austria nel 1717 a dichiarare la città, insieme a Fiume, porto franco.

I vantaggi derivanti dai privilegi e dalle esenzioni imperiali, richiamarono mercanti ed imprenditori, soprattutto dai paesi vicini (Slovenia, Austria, Ungheria, Dalmazia, Albania, Grecia).

Con Maria Teresa iniziò poi, la creazione di cantieri navali e di società assicurative, bancarie e commerciali, esistenti ancora oggi. Tutto questo benessere attirò anche i più illustri nomi della letteratura, dell’arte e della cultura dell’epoca, quali Rainer Maria Rilke, Sigmund Freud, James Joyce, Stendhal, Egon Schiele, che vi soggiornarono a lungo. La loro arte e il loro pensiero influenzarono non solo scrittori e poeti locali, fra cui Umberto Saba ed Italo Svevo, ma anche i triestini, che ancora oggi hanno mantenuto un certo spirito aperto e cosmopolita.

Per prendere contatto con Trieste è consigliabile passeggiare per le vie del Borgo Teresiano, fatto edificare da Maria Teresa d’Austria sopra le vecchie saline, dove prevalgono edifici di stile neoclassico.

Al centro del borgo, si trova il Canal Grande, realizzato nel 1754, sul quale si affaccia Palazzo Carciotti, splendido esempio d’architettura neoclassica, realizzato da Matteo Pertsch e attuale sede della Capitaneria di Porto.

In fondo al Canal Grande, si trova la Chiesa di S.Antonio Taumaturgo, ultima costruzione significativa del neoclassicismo triestino, terminata dall’arch. Pietro Nobile nel 1842. Sulla stessa piazza a destra, svettano le cupole di colore azzurro della sfarzosa chiesa serbo-ortodossa di S. Spiridione (1868).

Nella vicina Piazza della Borsa, si trova l’omonimo Palazzo, anche questo in stile neoclassico, realizzato dall’arch.

Mollari nel 1806 ed attuale sede della Camera di Commercio. Sulla sua sinistra sorge il Tergesteo, edificio del 1842 con il pianoterra percorso da una galleria a crociera, ex-sede della Borsa ed oggi uno dei luoghi di ritrovo preferito dai triestini.

Sulla destra si possono invece ammirare il baroccheggiante palazzo della Borsa Nuova e di fronte Casa Bartoli, in stile liberty.

Tornando verso il lungomare, si scorge il Molo Audace, ex molo S. Carlo, ribattezzato con il nome del cacciatorpediniere italiano, che nel 1918 vi attraccò per primo, nell’intento di riprendere possesso della città.

Poco più in lì si apre maestosa Piazza Unità d’Italia, aperta sul mare e circondata da palazzi neoclassici e barocchi.

Oltrepassato il Municipio, che fa da sfondo alla piazza e superate le stradine della città vecchia, dove ogni terza domenica del mese si tiene un animato mercatino dell’antiquariato, si giunge al Teatro Romano, della seconda metà del I sec. d.C. la cui gradinata poteva ospitare fino a seimila spettatori.

Le ripide stradine che partono da questa zona portano al Colle di S. Giusto, qui si possono ammirare i resti della Basilica Civile Romana (11 sec. d.C.) e la Cattedrale di S. Giusto, nata dall’unione di due preesistenti basiliche paleocristiane (il sacello di S. Giusto e la basilica dell’Assunta) e completata nel XIV secolo.

L’interno è decorato con preziosi mosaici absidali (XllXIII sec.), con affreschi e strutture architettoniche di stile adriatico e bizantino. Alle spalle della cattedrale, sorge il Castello (orario 9.00 – 14.00 chiuso il lunedì), imponente costruzione a pianta triangolare, con tre bastioni iniziata nel 1470 da Federico III e ampliato successivamente dai Veneziani e dagli Asburgo. Terminato nel 1630, il castello ospita il Museo Civico.

Tra la cattedrale e il castello, sorge inoltre il Museo Civico di Storia ed Arte e l’Orto Lapidario (orario 9.00 – 13.00 chiuso il lunedì), che raccoglie testimonianze dell’epoca preistorica e romana.

Un altro museo da non mancare è il Revoltella in Via Diaz 27, una delle più grandi e importanti gallerie italiane d’arte moderna, che ospita oltre 350 opere (orario 9.00 – 12.00; 15.00 – 18.00, chiuso martedì e domenica pomeriggio).

Non si può lasciare Trieste senza essere saliti sull’unica tramvia della città , che dal capolinea, situato in Piazza Oberdan, conduce sull’altopiano carsico a Villa Opicina.

 

Cosa visitare vicino a Trieste: il Castello di Duino

Quando si dice bora si pensa subito a Trieste, città mitteleuropea ricca di storia e memoria culturale e politica, una metropoli che fa da ponte tra l’Occidente e il Centro Europa. Già dagli edifici dalle linee severe e dagli ampi viali e dalle piazze si capisce che Trieste è una città diversa da molte altre città italiane, più mediterranee. Già nel 1382 fu sotto gli austriaci, e nel 1719 divenne porto franco.

Era l’unico sbocco sul mare adriatico dell’Impero Austriaco, e questo gli valse una grandissima attenzione da parte della politica che in questa città investì molto.

Sebbene sotto l’impero austro ungarico, Trieste non perse le radici culturali italiane e la lingua ne è un esempio: sebbene la lingua ufficiale  della burocrazia era il tedesco, per il popolo triestino l’italiano era la lingua del commercio e della cultura. Una delle mete più gettonate della zona ( a pochi km da Trieste)  è il Castello di Duino, dimora privata aperta al pubblico per visite
ed eventi che fa sognare per la sua posizione di fronte al mare, su un’alta scogliera a picco, battuta dal vento.

Il Castello di Duino è oggi l’abitazione del Principe Carlo Alessandro di Torre Tasso e delle sua famiglia, ed è stata tempo addietro un castello che la famiglia dei principi di Torre Tasso hanno aperto a molti nomi illustri: Johann Strauss, Franz Liszt, Mark Twain, Paul Valéry, Gabriele D’Annunzio, Hugo von Hofmannsthal, Rainer Maria Rilke, Karl Popper.

Il castello nasce su un’antica torre d’epoca romana che si intravede ancora oggi inglobata nel corpo del castello. Venne costruito nel 1400 (precedentemente sorgeva un’altra fortezza nel promontorio adiacente). Ristrutturato dopo la seconda guerra mondiale, il suo aspetto non s’è particolarmente modificato.

Bellissimo è il parco con i viali adornati da statue e reperti archeologici e costituito da terrazze sul mare colorate da tappeti di fiori di ogni
specie. Al castello, durante la Seconda Guerra Mondiale fu aggiunto un bunker ricavato nella roccia della scogliera, oggi trasformato in un museo, una grande sala di 400 metri quadrati scavata a 18 metri di profondità.

Oltre al museo è visitabile l’interno dell’edificio, le stanze nobiliari, le terrazze, i grandi saloni ammobiliati con mobili d’epoca e opere d’arte.

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