Da collocare tra gli eremitaggi più noti dei Colli Euganei è la chiesetta di Sant’Antonio abate, ricovero di eremiti fino al XIV secolo e poi luogo di pellegrinaggio e culto per le popolazioni della piana circostante.
Due parole su Sant’Antonio Abate
Sant’Antonio abate (251-357), che nulla ha a che vedere con Sant’Antonio da Padova (che è vissuto molti secoli più tardi), viene spesso ritratto con un maialino ai suoi piedi, essendo il protettore degli animali domestici e viene festeggiato il 17 gennaio.
Morì ultracentenario e si dice che visse guarendo i sofferenti, liberandoli dal fuoco del demonio. Si rivolgevano a lui infatti anche gli afflitti dal “male degli ardenti” che altro non era che il noto “fuoco di Sant’Antonio” (l’herpes zoster).
L’eremo fu eretto probabilmente nel X secolo l’eremo sulla sommità del Monte. Non se ne hanno, però, notizie certe fino all’anno 1253.
L’undici ottobre di quell’anno un certo Wirixolo, ricco padovano che pare possedesse terreni anche sui colli, dispone un lascito nel suo testamento per la «ecclesie Sancte Marie de cima de Monte», chiesa che era quindi già esistente e ben conosciuta.
Non è certa neppure la sua origine, anche se la tradizione popolare dei paesi di Rovolon e di Carbonara, più che di Teolo, e anche atti di donazione redatti negli anni successivi ne configurano sia la costruzione sia la dotazione di terreni a suo beneficio, come opera dei probi viri abitanti nei paesi in questione.
Del 1300 è sicuramente la statua in pietra della Madonna, scolpita in pietra d’Avesa da scalpellino di mano ferma e di buona capacità artistica, che è arrivata fino a noi. Mentre della primitiva costruzione in trachite della chiesa restano solo alcuni conci, qualche base e qualche cornice di colonne quadrate di pietra, inglobate nelle mura attuali.
La zona a settentrione e occidente del Monte della Madonna era da secoli sotto l’influenza benedettina, in particolare del monastero di Fraglia, oltre che dei monaci di Santa Giustina di Padova, da cui Fraglia ebbe vita.
Così non c’è da meravigliarsi, se la chiesa e l’eremo, a partire dal 1508 dopo un primo restauro che li risollevò da condizioni deplorevoli, furono assegnati alla responsabilità e alla cura dei monaci di Fraglia.
Molte furono le vicissitudini che coinvolsero il Santuario durante l’occupazione napoleonica e la confisca dei beni della Chiesa.
Ma alla fine del XX secolo, restituite le proprietà delle chiese agli Enti ecclesiastici, tra gli anni 1960 e 1970 si provvide alla ricostruzione e al restauro di tutto il complesso, con l’ampliamento dell’eremo alle dimensioni attuali.
L’originale trecentesca statua della Vergine venne calata dal sommo del frontone ove era stata posta, restaurata e ricollocata nell’abside della chiesa.
Da qualche tempo la Sezione ANA di Padova si riuniva annualmente nel piazzale del Santuario, celebrando anche la Santa Messa per i caduti. Fu decisa l’erezione di un monumento in pietra del Grappa, su cui fu posta la statua in bronzo del Rollo, tolta dall’abside, che divenne così la «Madonna degli Alpini».
Il piazzale fu chiamato: «Piazzale degli Alpini», i quali dal 1967 vi celebrano la riunione annuale nella seconda domenica di ottobre.
Ecco un bel Video sulla Chiesetta e sulla grotta di Sant’Antonio Abate, Colli Euganei,
Dove si trova