In mostra un’opera doppia, ovvero due tavole assolutamente identiche ad un primo sguardo che però celano un mistero, un enigma che finora gli esperti non sono riusciti a risolvere.
Saranno due dipinti raffiguranti entrambi “San Francesco in meditazione” il nucleo della mostra “Caravaggio? L’enigma dei due San Francesco”, che apre il 3 luglio (visitabile fino al 5 settembre 2010 con ingresso libero) a Lecce nella chiesa barocca di San Francesco della Scarpa, ora trasformata in complesso museale.
Restaurati qualche anno fa, i due dipinti sono al centro di una controversia fra autorevoli studiosi che sostengono, con motivazioni scientifiche parimenti fondate, tesi diverse sull’autenticità dell’uno o dell’altro.
Dove sta allora il vero? E soprattutto: e’ possibile arrivare ad accertare senza dubbio alcuno l’autenticità di dipinti così antichi, spesso sottoposti più volte a restauri e a lavori che ne hanno alterato la forma originale? Cosa rende così difficile il cammino per raggiungere il verdetto definitivo? Qual è l’attendibilità degli strumenti a disposizione della scienza per l’attribuzione dell’autenticità di un’opera pittorica? Possono le nuove tecnologie dare un contributo dirimente?
“Pretesto” lussuoso per rispondere a questi interrogativi sono i due magnifici “San Francesco in meditazione”, entrambi conservati a Roma e di proprietà del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, che ne ha concesso il prestito.
Il Fondo annovera nel suo patrimonio oltre 750 chiese – su tutto il territorio nazionale – e opere d’arte in esse custodite di valore e qualità inestimabile.
L’Italia possiede circa il 70% del patrimonio artistico mondiale e, di questo, una gran parte è costituita da opere il cui soggetto è legato al Cristianesimo.
Per secoli gli artisti italiani hanno creato capolavori, come ha fatto Caravaggio, ispirandosi soprattutto a soggetti religiosi.
La mostra, su progetto di Ruggero Dimiccoli, ha taglio didattico e illustrerà: le differenze stilistiche tra i dipinti; la “biografia” delle tele; le tecniche di indagine e di restauro; le modalità e gli strumenti che gli esperti utilizzano per l’attribuzione dell’autenticità delle opere.
Nel contesto della mostra, nello spazio dell’ex altare della Chiesa, sarà allestito un laboratorio di restauro aperto al pubblico, dove restauratori del Museo provinciale “Sigismondo Castromediano” di Lecce, diretto da Antonio Cassiano, restaureranno “a vista” opere di scuola caravaggesca salentina, rispondendo ai quesiti dei visitatori.
Sarà anche proiettato lo sceneggiato sulla vita di Caravaggio realizzato dalla RAI e interpretato da Alessio Boni.
La mostra, che cade nel quattrocentesimo anniversario dalla morte di Michelangelo Merisi, presenta un altro interessante caso di attribuzione incerta, con lo scopo, tra altro, di contribuire al dibattito intorno a questioni in parte tuttora aperte che riguardano i “doppi” e le numerose copie esistenti di dipinti del Caravaggio: dal Ragazzo morso da un ramarro di cui l’originale è conservato a Firenze alla Fondazione Longhi e la copia di un allievo alla National Gallery di Londra; alla Cena di Emmaus, di cui esistono due esemplari attribuiti entrambi a Caravaggio ma che risalgono a due momenti diversi; all’Incoronazione di Spine, di cui ci sono addirittura tre versioni tutte attribuite alla mano del Maestro; per arrivare infine al caso eclatante della Cattura di Cristo – di cui esistono ben dodici copie – conservato alla National Gallery of Ireland, più volte messo in discussione e dichiarato autentico solo nel 1990.
L’evento espositivo rappresenta un’occasione importante per incrementare il turismo culturale, un incentivo a visitare un territorio carico di fascino e un’opportunità per far conoscere al pubblico nazionale ed internazionale, le bellezze architettoniche e paesaggistiche e le ricche tradizioni culturali del Salento.
Per informazioni: Tel. 0832.683503.