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Festeggiato sin dal 1874, il Carnevale di San Giovanni in Persiceto, comune in provincia di Bologna, ha una propria unicità: lo Spillo, in dialetto bolognese spél, che significa trasformazione.
Durante la sfilata, i carri mascherati, interamente realizzati da gruppi di cittadini locali, si “aprono” letteralmente e danno vita ad uno spettacolo teatrale a cielo aperto, rappresentando in modo ironico aspetti di attualità sociale e politica.
Bertoldo e Bertoldino
La maschera tipica, il Re del Carnevale di Persiceto, è “Bertoldo“, un rozzo ma arguto contadino protagonista delle opere di Giulio Cesare Croce, scrittore e cantasta-storie nato a San Giovanni in Persiceto nel 1550 e morto a Bologna nel 1609.
Altri personaggi tipici sono il di lui figlio, Bertoldino e la madre di questo Marcolfa.
Nel racconto di Croce un contadino delle montagne, abituato a mangiare rape e altri cibi umili, viene adottato dal re.
Con il passare del tempo il contadino si ammala, e dato che i medici di corte non conoscono le sue origini gli somministrano rimedi sbagliati.
Bertoldo allora, che sa quale sia il suo male, chiede di mangiare rape e fagioli (dieta del contadino), ma sfortunatamente nessuno ritiene giusto servirgli cibi semplici, per cui alla fine muore.
L’ironico epitaffio sulla sua tomba rammenterà: “Chi è uso alle rape non vada ai pasticci”.
Si tratta quindi di una figura grottesca e immaginaria, come tutte quelle create per il Carnevale dalla fantasia di sapienti autori, come nel caso di Croce, o dal popolo che per tradizione sceglie figure allegoriche su cui versare le proprie frustrazioni e le proprie sofferenze, come in una sorta di rito propiziatorio e liberatorio.
Carnevale Persicetano
La storia del carnevale persicetano è molto antica, la prima edizione ufficiale risale al 1874, ma secoli prima se ne trovano le tracce in scritti di studiosi di storia locale.
Quello che rende unico questo carnevale non è tanto la sfilata di carri allegorico-grotteschi o quella dei gruppi mascherati, che si trovano nelle domeniche di carnevale un po’ in tutte le piazze d’Italia.
L’unicità di questo carnevale sta invece nella perfetta costruzione di un carro che si dischiude appena giunge ai piedi della giuria.
L’abilità dei costruttori consiste proprio nel renderlo un marchingegno sempre più sofisticato e spettacolare. L’apertura di questo carro, come se fosse un cavallo di Troia, avviene tra urla di giubilo e risate del popolo spettatore.
I personaggi in esso contenuti, che fanno parte della corte di “Re” Bertoldo, hanno un fare simpatico.
Sono nobili, ma irriverenti, vestiti male e per questo un po’ imbranati, motivo per il quale la gente al solo vederli incomincia a ridere di gusto.
Alla folla poi, dopo l’apertura del carro, vengono “gettati” confetti, caramelle, cioccolati e ogni altro ben di Dio. Anche palloncini e piccoli pupazzetti per i più piccini. Insomma è proprio una grande festa di popolo.
Nelle giornate stabilite i carri allegorici sfilano per le vie del centro preceduti dal re del carnevale Bertoldo, con Bertoldino, la moglie Marcolfa e al seguito tutta la loro corte.
Sono carri progettati e realizzati, nel corso di due o tre mesi da giovani e anziani cittadini animati dallo spirito carnascialesco e riuniti in una decina o poco più di società carnevalesche.
Nella prima domenica ogni carro esegue il proprio Spillo, mentre nella seconda si ha, al termine della sfilata, la Premiazione del Carro Vincitore.
La manifestazione si svolge lungo un percorso circolare ricavato nelle vie del centro di San Giovanni in Persiceto e che attraversa la piazza centrale del paese.
E’ Qui, tra le facciate della Basilica Collegiata e del Municipio che si materializza la grande allegria del popolo persicetano.
I carri si presentano in piazza camuffati e si trasformano quasi completamente, “dischiudendosi”e svelando così la propria allegoria.
Per mezzo di ingegnosi meccanismi nascosti, appaiono forme nuove, nuovi e più brillanti colori e maschere e personaggi che recitano una breve pantomima, ovviamente tutto ciò avviene a ritmo di musiche coinvolgenti e scatenanti.
Dalla “scatola chiusa” del carro può uscire di tutto: angeli e diavoli, navi semoventi e animali strabilianti, fiori bellissimi e frutti giganteschi, grandi raffigurazioni di personaggi famosi, esplosioni, fumi di ogni colore.
E anche da fuori del carro possono arrivare stuoli di maschere a gremire la piazza o carrelli e arnesi dalle fogge più inconsuete; a completare il carro e a dar corpo alla narrazione.
Ed è in questa magia che sta il fascino principale del Carnevale Persicetano: è impagabile il momento in cui, letta la breve relazione introduttiva, il presentatore pronuncia la fatidica frase “il carro può eseguire lo Spillo”.
Ma cos’è lo “spillo”? In dialetto bolognese si dice “al spell”, che significa letteralmente “trasformazione”, è proprio il magico dischiudersi del carro e la susseguente rivelazione di quanto contiene. Il “re” del carnevale persicetano è Bertoldo, contadino dal piede grosso e dal cervello fino, personaggio ideato da Giulio Cesare Croce, che fa della sua buffa figura il vero precursore dei tanti furbi “buffoni” di oggi.
A buon intenditor…buon carnevale
Maggiori informazioni sulle date e sugli eventi le trovate sul sito del Comune di Persiceto