Nell’immaginare questo post ci siamo interrogati su quanto dare “visibilità” possa, in certi casi, essere un’arma a doppio taglio: certe conoscenze andrebbero forse tutelate e, segnalare la loro esistenza, potrebbe in qualche maniera privarle della loro principale difesa e cioè il fatto stesso di avere poca visibilità. Stiamo parlando di un esempio pressoché perfetto di turismo ecocompatibile, di comunità spontanee, di oasi di meditazione in alcuni casi, insediate (anche) in Italia.

A partire dagli anni Ottanta, stando al caso italiano, l’Appennino pistoiese ospita una delle esperienze più originali del movimento comunitario italiano, si tratta del Popolo degli Elfi. Ad oggi vi sono oltre quindici nuclei, alcuni distanti anche un’ora di cammino a piedi. La maggior parte delle abitazioni è priva di elettricità e si pratica l’autosufficienza. Una delle caratteristiche di questi luoghi di incontro, lavoro e meditazione è proprio quella di essere difficilmente raggiungibili se non con percorsi terrestri mediamente impegnativi (a piedi) e che necessariamente contribuiscono a selezionare i visitatori.
Già, appunto, i visitatori!

Chi ha intenzione di vivere anche solo per alcune notti questa interessante esperienza dovrà munirsi di sacco a pelo e buona volontà. Non vi sono in sostanza obblighi partecipativi: ognuno è libero di coinvolgersi nelle attività sociali secondo la propria disponibilità e attitudini. Nella Comunità tutti sono necessari ma nessuno è indispensabile. Ognuno quindi contribuisce alla propria maniera e in osmosi con il gruppo alla vita del villaggio perché i valori importanti sono la conoscenza e la reciproca fiducia.

Si vive raccogliendo frutti ed erbe spontanee, coltivando ortaggi, cereali, castagne, olive e allevando alcuni capi di bestiame, il tutto esclusivamente per la sussistenza. I prodotti della terra e i raccolti vengono infatti ripartiti fra tutti i villaggi in base alle necessità. Il lavoro è manuale e di gruppo, oltre alle coltivazioni si lavora all’autoristrutturazione di diverse case in pietra abbandonate da oltre venti anni e per la maggior parte semidiroccate.

Esiste una rete extra-nazionale di eco-villaggi (Globalecovillagenetwork) utile a misurare la portata di questa esperienza di viaggio così lontana dai clamori del turismo tradizionale, così esclusiva e, per ora, sconosciuta…

Giacomo Morandi in collaborazione con ProfessioneTurismo

Link utili: Eco-Villaggi

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