Le origini del Santuario di S. Maria della Civita (LT) sono ancora poco precise, ma il continuo afflusso dei fedeli nei secoli ne ha fatto luogo di incontro devoto fino ai nostri giorni. Questa, in breve, la sua storia.
Durante la persecuzione di Leone Isaurico, Imperatore di Costantinopoli nell’VIII secolo dopo Cristo, furono distrutte tutte le immagini sacre. Due monaci basiliani, sorpresi dai soldati mentre nascondevano l’ icona miracolosa di Maria Santissima, dipinta su legno, furono chiusi in una cassa insieme alla medesima e gettati in mare: «Se veramente è così miracolosa, vi salverà», dissero gli avversari.
Infatti la Madre del Cielo dimostrò la sua protezione verso i due consacrati, pronti perfino a dare la vita. Dopo 54 giorni questa cassa galleggiante toccò la sponda di Messina, ove poterono uscire, stremati, per rifocillarsi. Successivamente pare che avessero proseguito, navigando con una barca sino al porto di Gaeta, ove presero definitivamente terra. Poi si persero le tracce della Sacra Immagine, che riapparve un paio di secoli più tardi.
Un pastore sordomuto, alla ricerca di una mucca smarrita sulle pendici dei monti Aurunci, alle spalle del paese di Itri, la ritrovò sulla sommità della montagna chiamata Civita. Il pastore, che con la scoperta dell’icona sacra aveva ritrovato immediatamente l’udito e la parola, corse lieto in paese a dare la grande notizia. L’icona fu affidata ai monaci Benedettini, che all’epoca erano in convento a Figline.
Il primo documento relativo all’Immagine lo troviamo a Monte Cassino: è datato 1147 e parla di una donazione del giudice sindaco di Itri all’abate benedettino Riccardo, per il restauro della chiesetta della Madonna della Civita. Nel 1491 il Vescovo di Gaeta, monsignor Patrizio, consacrò con grande solennità una nuova chiesa, costruita per rispondere al crescente afflusso dei pellegrini, e la intitolò all’«Immacolata» secondo le indicazioni del Concilio di Basilea, che pochi anni prima aveva incoraggiato i fedeli di tutto il mondo a venerare la Vergine Maria con tale attributo.
Numerose e continue furono le grazie elargite ai devoti che pregavano davanti all’ Icona. Da quell’anno la festività liturgica è stata fissata al 21 luglio, da monsignor Pergamo, Vescovo di Gaeta.
Il 10 febbraio 1849 il Santuario si preparò a ricevere un illustre pellegrino: Pio IX, esule a Gaeta, che vi salì con il Re di Napoli, Ferdinando II. Questi, a ricordo, volle far realizzare la via Civita Farnese, che ora è la Statale 82. Fu proprio ai piedi di questa immagine, che il Papa ebbe l’ispirazione di definire il Dogma dell’Immacolata Concezione, promulgato ufficialmente in Piazza San Pietro il 6 dicembre del 1854.
L’Icona ha avuto una duplice incoronazione: nel 1777 dal Vescovo di Gaeta e nel 1877 per ordine di Papa Pio IX. Per il crescente afflusso di pellegrini non era più sufficiente il Santuario, perciò l’ingegner De Donatis, interpellato dai frati, stilò il progetto di un nuovo tempio, che passò alla realizzazione nel 1820 e fu inaugurato nel 1826. Il portico invece è rimasto intatto, nella bella veste romanica del 1400.
Dai primi mesi del 1985 è stato affidato alla cura pastorale dei Padri Passionisti. Il 25 giugno 1989 anche Sua Santità Giovanni Paolo II volle farsi pellegrino di pace, salendo sul monte a venerare la Vergine con foltissimo seguito.