La domenica precedente la Pasqua, alle 10, in piazza Crocefisso, una coreografica folla di fedeli con gigantesche foglie di palme in mano, alcune alte anche più di due metri, partecipa al rito della benedizione delle palme e dei ramoscelli d’ulivo.
Alle 10.30 dalla Madrice, al festoso ritmo della locale banda musicale, prende il via la prima processione della ricca ed intensa Settimana Santa riesina. Vengono portate a spalla per le vie del centro storico, le statue di S. Pietro e S. Paolo che alla fine degli anni Cinquanta sostituirono i più caratteristici e popolari “Sanpauluna” censurati da un discusso veto vescovile.
Nei tre sabati che precedono la Pasqua, la chiesa del S. Crocefisso apre le sue porte per un sentito pellegrinaggio alle cinque statue – Veronica, Gesù crocefisso, Ecce Homo, Addolorata e San Giovanni – protagoniste della Settimana Santa. Al tramonto, un lunghissimo filo di mortaretti, che percorre due volte il perimetro della piazza, viene acceso in un’interminabile “maschiata” che ricorda a tutti il significativo giorno del periodo pasquale.
Giovedì, alle 21, sopra la scalinata di S. Giuseppe, alla presenza delle autorità locali, l’Ecce Homo e S. Giovanni prima d’esser portati in processione “partecipano” alla drammatica rappresentazione della “condanna”.
Il Venerdì Santo è l’orgoglio del popolo riesino. Dalle prime luci dell’alba fino alla mezzanotte – ininterrottamente! – nell’inquietante atmosfera dei penetranti botti delle “castagnole” e delle tristissime note della banda musicale, ogni abitante rivive in un crescendo di indescrivibile emozione il giorno più tragico della passione di Gesù Cristo.
Alle 5.30 ventuno assordanti colpi di “cannone” svegliano tutto il paese. Alle 6, preceduti da una potentissima “maschiata”, escono dalla chiesa del crocifisso l’Addolorata e San Giovanni. Appena fuori, dall’alto di un balcone qualcuno grida alla Santa Madre che suo figlio è stato condannato. Inizia così la disperata ricerca in tutte le vie, le strade del paese, la divina presenza viene segnalata dallo scoppio continuo di “castagnole”.
Alle 15, nei quattro canti più importanti di Riesi (l’incrocio tra corso Principe Umberto e corso Vittorio Emanuele) avviene il doloroso incontro – “La giunta”. Preceduto dal drammatico suono del tamburo e della tromba, San Giovanni corre verso Gesù con la croce e ritorna dall’Addolorata.
Dopo un ulteriore lancinante squillo di tromba avviene la “Giunta”, la Madonna bacia la mano del Cristo: il fragore degli applausi si unisce ad uno scoppio della “maschiata”. Dopo la misericordiosa azione della Veronica si prosegue verso il Calvario. Alle 17, sotto la struggente musica della “lacrima”, Gesù viene crocifisso: molti fedeli rompono in un incontenibile pianto.
Alle 19, accompagnata dalle autorità locali, l’urna va a raccogliere le sacre spoglie. Alle ore 20 avviene la “scinnenza” – deposizione; lungo il tragitto “I Santa Cruci”, gruppo locale di cantori, intonano tristissime nenie funebri.
Una suggestiva fiaccolata rende più solenne questo momento. Lo scarso chilometro che separa il Calvario dalla Madrice, viene percorso in non meno di quattro ore! Al caratteristico segnale della “truccola” (due pezzi di legno che si urtano uno sull’altro) i portatori dei simulacri muovono tre passi avanti e due indietro, al patetico ritmo della malinconica musica.
A Pasqua, alle 11, davanti alla Matrice, San Pietro e San Paolo fanno incontrare in una “giunta” di festa la Madonna con il Salvatore. Una gioiosa processione annuncerà a tutti il Cristo risorto.
Alle 13.30 la giunta finale: nei quattro canti di città, con il prezioso aiuto di San Pietro e San Paolo, la Santa Madre riabbraccia il figlio di Dio.