I Principali Argomenti
Il Molise è una terra ricca di tradizioni, sapori e leggende, forse meno conosciuti e promossi rispetto a quelli di altre regioni a maggiore vocazione turistica, ma sicuramente degni di attenzione.
Non da molto si è concluso un record da primati, che ha portato sotto i riflettori Colle dell’Orso, località della cittadina di Frosolone, in provincia di Isernia, dove è stata approntata una mozzarella, una treccia per essere precisi, della mirabile lunghezza di 783,60 metri.
Questo record oltre ad essere stravagante e divertenete, onora l’arte casearia molisana, frutto dell’antica attività pastorizia, ben adatta alla geografia del territorio.
La corsa degli asini a Frosolone
A rievocare i ricordi della civiltà dei pastori e dei contadini molisani è sempre la cittadina di Frosolone, con la Corsa degli Asini.
Questa gara di velocità, che oggi appare solo nella sua veste folclorica, è la attualizzazione di un vecchio momento di svago dei contadini che dopo l’aratura dei campi solevano far gareggiare gli animali da soma per divertirsi dopo il lungo e pesante lavoro.
Certo l’asinello non è un cavallo da corsa, e il divertimento sta proprio nel convincerlo a gareggiare, montandogli in groppa e tentando di smuoverlo.
Gli animali in gara non sono assolutamente maltrattati, anzi, la gara degli asini vuole essere un momento di intrattenimento intorno ad un animale amico dell’uomo che oggi conta sempre meno esemplari.
Per chi volesse vedere da vicino la gara immerso nell’atmosfera rurale molisana, l’appuntamento è dal 26 agosto al primo settembre.
La Corsa Degli Asini, è esilarante e sempre piena di colpi di scena! Tenendo conto della grande tradizione contadina che vi è nei nostri territori Luigi Di Maria, titolare del ristorante “La Tana dell’Orso”, da molti anni organizza questa bella e simpatica manifestazione che richiama migliaia di turisti.
Non si tratta di un rodeo e nemmeno una gara tra fantini, piuttosto e’ una competizione tra l’asino ed il cavaliere dove spesso a trionfare è proprio l’animale.
Al giorno d’oggi la Corsa degli asini rappresenta essenzialmente un momento di grande divertimento e di grande ilarità non solo per i bambini ma anche per i grandi. Tutte le edizioni hanno visto l’entusiastica partecipazione di centinaia di persone d’ogni età, uomini e donne, che si cimentano a cavalcare l’asinello che per sua natura non sempre è incline ad ubbidire agli ordini del cavaliere.
Rilevante è la partecipazione del pubblico che si assiepa lungo il percorso e che spesso con i suoi incitamenti riesce a far muovere l’asino. Questo tradizionale appuntamento è stata preceduto dall’esibizione degli sbandieratori della città di Campobasso ed è abbinata alla sagra della bistecca fiorentina, in virtù del fatto che questo piatto rappresenta da anni il fiore all’occhiello del ristorante La Tana dell’Orso.
La corsa degli asini nell’estate frosolonese rappresenta un momento per vivere con allegria un’intera giornata in montagna nell’incantevole cornice naturale del pianoro di Colle dell’Orso a Frosolone.
Il Gioco della Pezzotta
Ci spostiamo velocemente a Cercepiccola, in provincia di Campobasso.
Tutti i giorni, dopo il 17 gennaio (quando entra carnevale), fino alla domenica successiva il mercoledì delle Ceneri (carnevaletto), squadre composte da uno a sei giocatori, esclusivamente di sesso maschile, si recano in uno spazio extraurbano in contrada Pioppo, denominato cancello della monaca, nelle prime ore del pomeriggio, (l’usanza di giocare alla pezzotta in uno spazio extraurbano è relativamente recente, molti ricordano che il gioco si svolgeva, fino a poco tempo fa, in pieno paese) i giocatori portano una forma di formaggio pecorino, molto stagionato, scelto all’uopo (affinché non si rompa), che pesa da 1 a 2 chilogrammi e che due squadre di giocatori debbono far rotolare lungo un tragitto prestabilito.
Le regole del gioco sono che il formaggio deve ruzzolare all’interno di due punti di riferimento (scasso), essere lanciato in caso di ostacolo, giungere, a parità di lancio, più vicino al traguardo.
Il gioco viene ripetuto due volte: in salita e in discesa. In caso di parità , salita e discesa si replicano fino alla vittoria finale dell’una o dell’altra squadra, giacché la squadra perdente deve pagare il formaggio utilizzato per la gara. Ogni pezzotta pesa da un minimo di 1 Kg ad un massimo di 2 Kg.
Sagra del Grano
Il 26 luglio avrà luogo a Jelsi, come ogni anno, la Sagra delle Traglie o sagra del Grano, una delle manifestazioni folkloristiche più belle del Molise, nata come ringraziamento per il miracoloso intervento di Sant’Anna, grazie al quale la cittadina venne preservata dal terribile terremoto del 1805.
Il grano ha un forte valore simbolico, rappresenta il frutto della terra donato alla Patrona in segno di riconoscenza per aver salvaguardato la terra stessa da un grande disastro, e dimostra la devozione e la riconoscenza sincera del popolo.
Durante il giorno della festa viene organizzata una suggestiva sfilata di carri, tra cui distinguiamo in particolare quello che trasporta il simulacro di Sant’Anna, seguono poi le traglie, delle tregge trainate da buoi formate da due assi su cui poggiano delle tavole di legno che formano il piano di carico.
Abbiamo, poi, dei carri moderni che trasportano suggestive scenografie abbellite con grano artisticamente lavorato, ognuna realizzata da una contrada del paese che ne cura gli addobbi.
Tra le decorazioni più suggestive ricordiamo le trecce di grano che si ottengono tramite una particolare lavorazione delle spighe effettuata utilizzando acqua, le pellone, strutture sferiche ricoperte di grano fissate sulla sommità di un bastone, alcuni arbusti verdi ricoperti di spighe detti nicchie e le conocchie, oggetti di forma affusolata ricoperti di frumento.
I carri che compongo la sfilata vengono trainati mediante asini e trattori.
La Carrese
Il santo protettore di San Martino è San Leo, che si festeggia il 2 maggio. Questa ricorrenza è preceduta dalla tipica corsa dei carri, che prende luogo ogni anno il 30 aprile.
La festa inizia il 29 Aprile, nel pomeriggio. Alcuni rappresentanti dei carri disegnano la griglia di partenza, ogni carro partirà a 25 metri dall’altro. Il momento è attesissimo, e una processione di auto percorre tutto il tragitto per “testarne” le condizioni. Sono i simpatizzanti dei vari carri che, sventolando fazzoletti e bandiere, dopo un giro di perlustrazione della strada, tornano in paese in un gran frastuono.
La sera, invece, si dà ufficialmente il via ai festeggiamenti con dei fuochi d’artificio che si svolgono in piazza Umberto I e davanti la chiesa madre, dove intonano l’antico canto della Carrese. Ogni carro esegue a turno, in ordine di arrivo dell’anno precedente, uno spettacolo pirotecnico che termina con l’accensione di una serie di fuochi innescati a cascata, formanti una “catena” di 100 m. L’interruzione nell’esplosione di questa catena viene interpretata come un presagio di sconfitta.
Il giorno successivo, 30 Aprile, la tensione è altissima fin dal mattino. Alle 13.00 circa, i carri si recano davanti la chiesa di San Pietro Apostolo per la benedizione. Successivamente si avviano alla partenza al passo, percorrendo tutto il tragitto che compiranno di corsa in seguito nella direzione opposta. Arrivati al punto di partenza, i carri si trattengono nella direzione in cui arrivano, con le spalle al traguardo. Solo dopo il via, dato dal sindaco con un colpo di pistola, i carri vengono ruotati di 180 gradi e partono in gran velocità.
I buoi sprigionano una potenza esaltante ed i cavalieri raggiungono il carro solo dopo alcune centinaia di metri. I carri percorrono circa metà del tracciato prima di giungere al cambio dei buoi dove si mette in gioco l’abilità delle squadre. Con rapidità i carri ripartono e giungono al traguardo, l’Arco di Porta San Martino, dopo quasi venti minuti dalla partenza, percorrendo circa 8 km.
Il primo carro festeggia immediatamente la vittoria girando per le strade del paese, tra l’importante afflusso di spettatori.
Il 2 Maggio ricorre la festività del patrono di San Martino, San Leo. I carri vengono addobbati e portati in processione, con la statua di San Leo posta sul carro vincitore. Le serate di questi giorni di festa accolgono molti visitatori, anche dall’estero, che trovano spettacoli musicali ed intrattenimento per tutte le età.
La festa viene chiusa da un grande spettacolo pirotecnico a mezzanotte, il 2 Maggio.
Tutti alla Festa del Maja
La più importante festa della cittadina di Acquaviva Collecroce, in provincia di Campobasso, è quella del Maja, che si svolge il 1° Maggio. E’ una antica tradizione per propiziare un buon raccolto: un fantoccio a forma di cono viene portato da un uomo attraverso le strade del paese mentre i giovani del posto cantano in coro.
Molto particolare anche l’usanza della Smarceka che avviene nel periodo natalizio. Su un tronco di albero viene accesa una grande torcia fatta di pezzetti di legno, la stessa poi viene posata sul portale della chiesa parrocchiale. Acquaviva Collecroce è uno dei paesi più affascinanti e caratteristici del Molise. Il luogo, già frequentato in epoca molto antica, assunse dei lineamenti ben definiti soltanto nel periodo Medioevale.
E’ uno dei tre paesi molisani d’origine slava, i primi slavi si menzionano già nel 1297 che per come Milan Rešetar (Studioso) afferma non possono essere gli antenati diretti della popolazione d’oggi, dato che il dialetto di Acquaviva e degli altri paesi hanno tratti linguistici che si sono sviluppati nel croato comune solo molto dopo questa data.
Il Diavolo appare al Carnevale di Tufara
A Tufara, in Molise, da seguire il Carnevale. Data da segnare sul calendario è il 17 Gennaio, festa di S. Antonio Abate. Conclusione dell’evento vedrà la grande mascherata del Diavolo.
L’origine di questa manifestazione si riallaccia ai riti propiziatori dell’arrivo della primavera. Il rituale inizia nel primo pomeriggio del martedì grasso di Carnevale. Corteo e scorribanda, per le vie del paese, di variopinte figure di musicanti mascherati.
In un’altra parte della cittadina, intanto, si prepara il corteo dei “Diavoli”. Questi sono accompagnati da due personaggi che rappresentano la “morte” e da due monaci o “scudieri” che li tengono imprigionati con catene.
I diavoli, che hanno il viso dipinto di nero, corna sul capo e indossano una pesante casacca formata da pelli di capra, attraversano il paese. Il piccolo corteo è preceduto da due maschere in costume bianco arricchito da sottili strisce multicolori di tessuto che brandiscono una falce ammonendo i passanti con il ritornello “ah, la morte”.
Subito dietro ai due si trova la maschera centro della rappresentazione: quella del diavolo, appunto, che interamente ricoperta di pelli caprine nere indossa un’orribile maschera con le corna e batte ripetutamente sulle pietre dei vicoli e delle case il suo tridente di ferro. Chiudono il corteo tre maschere in abiti monastici che tengono il diavolo legato con pesanti catene.
Il corteo tocca tutti gli angoli del paese fino a riunirsi, a tarda sera, sotto le mura del castello dove un tribunale del popolo condanna le colpe del carnevale, rappresentato da un fantoccio che viene scaraventato dalle mura della fortezza al segnale di due colpi di fucile; il diavolo, non pago della punizione, raccoglie il fantoccio e a sua volta lo scaraventa dalla parte più alta della rupe dove sorge il paese.
Tra grida e burla, il corteo sfila per le vie della città fino a tarda sera, quando si celebra e conclude il processo al Carnevale.
Quanto ai cibi tradizionali di quest’appuntamento, vi sono il capretto e la pizza al sanguinaccio.
La mascherata del Diavolo fa parte della tradizione degli abitanti del borgo di Tufara e si tramanda di generazione in generazione. Davvero un evento coinvolgente per tutta la cittadinanza.
L’Italia dei presepi è a Pesche
“I presepi nel Presepe” si tiene nel piccolo borgo medioevale di Pesche in provincia di Isernia(Molise), un paesello a poco più di 700 metri sul livello del mare che sorge tra mura risalenti all’anno mille, un borgo di 1000 anime o giù di lì, che ben si presta ad essere, tra salite e discese, vicoli e arcate, teatro naturale per inscenare o allestire presepi di ogni tipo e fattezze.
Nel periodo natalizio, dunque diventa tutt’intera un grande presepe con quadretti che sorgono agli angoli delle strade, delle mura, delle piazzette.
Oltre a vivere l’atmosfera natalizia incarnata nelle fattezze di questo antico borgo italiano, visitare Pesche in questo periodo significa anche ritrovare l’Italia tutta raccolta qui.
Tutti i comuni d’Italia, portando le tradizioni proprie vengono chiamati ad esporre un proprio presepe che meglio rappresenti la regione di provenienza. Il 06 gennaio viene poi scelto ed eletto il “presepe più bello d’Italia”.
Sperando che questa breve rassegna vi sproni a visitare i Molise, vi inviamo anche e soprattutto a non sottovalutare questa regione, ansi a darle la possibilità di farsi conoscere attraverso i suoi eventi e le sue feste e sagre tipiche.