Sant'Agata di Gallipoli
La statua in argento di Sant’Agata a Gallipoli

Il 5 febbraio la città di Gallipoli, in Puglia, festeggia la sua patrona Sant’ Agata. Lo stesso fa la città che diede i natali alla santa, ovverosia Catania, in Sicilia.

Le due città, come molte altre in Italia e all’estero, sono unite da secoli sotto la stessa protezione della santa che si ribellò alle volontà del proconsole Quinziano, il quale chiedeva, in ragione dell’editto di Decio, a tutti i catanesi di abiurare la loro fede cristiana.

Tra questi ci fu Agata, della quale lo stesso proconsole si innamorò, vista la sua procacità e la sua bellezza. Ma Agata non cedette e per questo fu condannata al martirio, all’asportazione delle sue mammelle. Morì il 5 febbraio del 251, dopo altre atroci torture.

Fra tutte le città italiane di cui sant’Agata è compatrona, Gallipoli e Galatina, in Puglia, sono coinvolte in una singolare contesa che vede come protagonista una reliquia di sant’Agata, la mammella.

Una leggenda spiegherebbe con un miracolo la presenza della reliquia a Gallipoli.

Si racconta che l’8 agosto del 1126 sant’Agata apparve in sogno a una donna e la avvertì che il suo bambino stringeva qualcosa tra le labbra.

La donna si svegliò e ne ebbe conferma, ma non riuscì a convincerlo ad aprire la bocca. Tentò a lungo: poi, in preda alla disperazione, si rivolse al vescovo.

Il prelato recitò una litania invocando tutti i santi, e soltanto quando pronunciò il nome di Agata il bimbo aprì la bocca.

Da essa venne fuori una mammella, evidentemente quella di sant’Agata. La reliquia rimase a Gallipoli, nella basilica dedicata alla santa, dal 1126 al 1389, quando il principe Del Balzo Orsini la trasferì a Galatina, sempre in provincia di Lecce, dove fece costruire la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto, nella quale è ancora oggi custodita la reliquia.
A Gallipoli dunque la venerazione della santa è particolarmente sentita e ogni anno alla processione per le vie del centro partecipano migliaia di fedeli.

A Gallipoli il 4 febbraio una processione solenne per le vie del centro porta il simulacro d’argento della Santa; una processione lunghissima con le rappresentanze di tutte le confraternite della città.

Il 5 febbraio la solenne celebrazione eucaristica è presieduta dal vescovo nella concattedrale, durante la quale si “canta” in greco antico un passo del vangelo. La devozione dei gallipolini per la santa catanese nasce dal ritrovamento della sua mammella di cui abbiamo parlato sopra.

La statua (nella foto) portata in spalla è di argento, come anche quella di San Sebastiano, compatrono di Gallipoli, e, a detta dei portatori, è davvero pesante. Ma la devozione è così forte che il peso non si avverte, tanto è la gioia di farsene carico.

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