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Dal 7 al 9 maggio Bari si veste a festa per la commemorazione del suo patrono San Nicola, rievocando la traslazione delle sue reliquie da Myra a Bari. Protettore dei bambini, della città di Amsterdam e anche il santo da cui ha avuto origine il mito di Babbo Natale, la festa di San Nicola è uno dei momenti più attesi non solo da chi vive a Bari ma anche dai tanti pellegrini devoti al santo e provenienti soprattutto dai paesi dell’Est Europa.
San Nicola è infatti ammirato come santo sia dalla Chiesa cattolica che da quella ortodossa, tanto da essere il patrono di ben 300 paesi solo in Italia. Centinaia i pellegrini ortodossi, soprattutto dalla Russia e da altri paesi orientali, come Ucraina, Serbia e Romania, devoti al santo: per loro San Nicola rappresenta il più grande intercessore presso Dio.
Aleksa Petrov, Public domain, via Wikimedia Commons
Come viene commemorato San Nicola?
I festeggiamenti ufficiali hanno inizio il pomeriggio del 7 maggio alla Baia di San Giorgio con la Santa Messa, seguita dal corteo storico in costume dell’XI secolo che, partendo da Piazza Federico II di Svevia, arriva circa un paio d’ore dopo in Piazza San Nicola.
Il giorno successivo è dedicato alla processione in mare. Dopo un breve spettacolo pirotecnico e la benedizione del mare, il Santo viene imbarcato dal Molo di San Nicola alle ore 10. Qui sbarcherà nuovamente intorno alle 20, con l’accensione delle luci. La giornata si conclude con lo spettacolo pirotecnico sul Molo di Sant’Antonio.
Il 9 maggio è invece il giorno esatto in cui ricorre l’anniversario della traslazione. La celebrazione ha luogo al mattino presto con i fuochi d’artificio diurni, per concludersi alle 18 con la Solenne Concelebrazione Eucaristica presso la Basilica di San Nicola e la rimozione della Santa Manna, cioè l’acqua di particolare purezza che, per alcune liturgie, sarebbe scaturita dalle ossa del Santo all’interno della sua tomba. Il foro viene aperto solo una volta all’anno, il 9 maggio, infatti, alla presenza di una numerosa folla di fedeli e l’acqua prelevata, versata in bottiglie di acqua santa, viene poi distribuita durante il resto dell’anno.
“Bari (BA), 2006, Basilica di San Nicola.” by Fiore S. Barbato is licensed under CC BY-SA 2.0
Non manca la presenza di coloratissimi stand gastronomici che inebriano le vie baresi dei profumi della tradizione locale. Da non perdere la tradizionale focaccia barese, un’esperienza mistico-religiosa che coinvolge appieno tutti i sensi. La focaccia, di patate o ricoperta da uno strato di pomodorini, accontenta tutti gli appetiti, dal semplice spuntino al pasto completo. I più golosi potranno invece assaporare patate, riso e cozze. Tutta la baresità in un primo piatto ricco, completo e saporito. Una perfetta tiedda di Patate, riso e cozze è l’alchimia misteriosa di terra e mare.
Lo spettacolo pirotecnico e lo spettacolo musicale in Piazza Mercantile chiudono i festeggiamenti ufficiali. I festeggiamenti a Bari in onore di San Nicola rappresentano uno degli eventi più straordinari e importanti d’Italia e, credenti e non, devono essere vissuti personalmente almeno una volta nella vita.
San Nicola tra storia e mito
Dello biografia di San Nicola si sa molto poco. I primi resoconti della sua vita furono scritti secoli dopo la sua morte e contengono molte elaborazioni leggendarie. Per i numerosi miracoli attribuiti alla sua intercessione, è conosciuto anche come Nicola Taumaturgo.
Si dice che sia nato nel porto greco di Patara, in Licia in Asia Minore, da ricchi genitori cristiani. In uno dei primi e più famosi episodi della sua vita, si narra che abbia salvato tre ragazze dall’essere costrette a prostituirsi facendo cadere un sacco di monete d’oro attraverso la finestra della loro casa ogni notte per tre notti in modo che il loro il padre fosse in grado di pagare la dote per tutte.
Altre prime storie fosse stato in grado di calmare una tempesta in mare, salvare tre soldati innocenti da un’esecuzione ingiusta e abbattere un albero posseduto da un demone.
In gioventù, si dice che abbia compiuto un pellegrinaggio in Egitto e Palestina. Poco dopo il suo ritorno, divenne Vescovo di Myra. Fu poi imprigionato durante la persecuzione di Diocleziano, ma fu rilasciato dopo l’ascesa al trono di Costantino, primo imperatore cristiano dell’impero romano.
San Nicola è il patrono di marinai, mercanti, arcieri, ladri pentiti, prostitute, bambini, birrai, prestatori di pegno, persone non sposate e studenti in varie città e paesi in Europa. La sua leggendaria abitudine di fare regali segreti ha dato origine all’archetipo tradizionale di Babbo Natale (“San Nick”).
La traslazione delle spoglie del Santo
Meno di 200 anni dopo la morte di Nicola, l’imperatore Teodosio ordinò si realizzare a Myra una chiesa in onore del santo, dove poter ospitare le sue spoglie. I suoi resti furono trasferiti in un sarcofago proprio nel posto dove aveva servito come vescovo.
Qui rimasero fino al 1087, anno in cui la città cadde nelle mani dei musulmani. A questo punto tra Bari e Venezia, da sempre rivali nei traffici marittimi con l’Oriente, iniziò un conflitto per la contesa delle reliquie del santo.
Una spedizione barese di 62 marinai a bordo di tre navi sbarcò a Myra e tornò a Bari l’8 maggio 1087, portando con sé circa la metà dello scheletro di San Nicola, dove tutt’ora è custodito nella Basilica di San Nicola. I restanti frammenti ossei del sarcofago furono successivamente trafugati dai marinai veneziani e portati a Venezia durante la Prima Crociata.
La commemorazione del patrono di Bari rievoca proprio la traslazione del corpo del Santo da Myra al capoluogo pugliese.
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