Nuova vita per Sasso di Castalda

Sasso di Castalda, nel cuore della Basilicata, è diventato in pochi mesi un “borgo calamita” per i turisti che amano la natura, le piccole realtà urbane dall’affascinante storia e le emozioni forti.

Come è riuscito Sasso di Castalda ad entrare nella lista delle località turistiche più belle della Lucania? Come è riuscito questo piccolo paese a scalare in così poco tempo tante posizioni? Non si tratta solo di bellezza urbanistica, patrimonio artistico e culturale, natura e dolce ospitalità. A tutto questo, da sempre pilastri del turismo locale, è necessario aggiungere un ulteriore fattore: sfruttare intelligentemente il territorio e creare un qualcosa di unico.

È stata la bellezza di una incontaminata natura, unita alla storia di questa piccola realtà urbana, ad accendere la lampadina della geniale idea: costruire un ponte tibetano, il Ponte alla luna, più lungo e affascinante d’Italia.

Solo forti emozioni: ecco il Ponte alla Luna visto dal basso

La ciliegina sulla torta, decorata con la dolce panna del turismo, che ha permesso a Sasso di Castalda di farsi conoscere in lungo e in largo, in ogni angolo della penisola italiana e anche oltre gli alti confini delle Alpi.

Un’idea, un progetto, una speranza per il futuro: tutto questo è il Ponte alla Luna, un’adrenalinica attrazione che fa ben sperare gli operatori locali. Il paese è rinato sotto una nuova luce, tutto risplende grazie allo scintillio dei lunghi cavi di acciaio che corrono da una montagna all’altra e che permettono di godere di un panorama mozzafiato. Da un lato il curato borgo, sotto e tutto intorno il verde della vegetazione.

Non pochi sono stati i problemi: gli abitanti di un paese così piccolo proprio non si aspettavano un boom di presenze con numeri impressionanti (solo nel primo mese sono state 25.000 le persone che si son recate qui per visitare il borgo e attraversare i due ponti tibetani) e hanno dovuto un attimo fare i conti con un turismo che è lievitato in modo impressionante in pochissimo tempo. Una paura che è subito svanita: oggi Sasso di Castalda è pronto ad accogliere un numero sempre crescente di visitatori, i quali potranno facilmente e in breve tempo raggiungere anche altre località come Maratea, Viggiano e Pietrapertosa.

Sasso di Castalda: un borgo tutto da scoprire

A dare il benvenuto è un grande masso roccioso, il quale sembra esser stato trasportato in seguito alla nascita del borgo, al fine di proteggere lo stesso. Ecco da dove deriva il nome Sasso di Castalda.

Ci troviamo in provincia di Potenza, capoluogo della Basilicata, nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano della Val D’Agri e Lagonegrese. Un borgo fatto di ripide scalette in pietra e tanti vicoli stretti che si diramano tra le caratteristiche casette, le quali sembrano prender vita al passaggio dei visitatori. La gente del posto vede nell’ospitalità la più alta forma di rispetto e tutti son pronti ad aprire la porta di casa a chiunque è in cerca di informazioni, di aiuto o semplicemente, guidato dalla curiosità, sente il bisogno di scoprire attraverso racconti e leggende della Basilicata tutti i dettagli della storia di Sasso di Castalda.

Passeggiare tra i vicoli del centro storico è un’attività faticosa (le salite sono davvero tante e tutte molto ripide) ma anche rilassante. Un controsenso? Camminare può stancare il fisico, ma la leggiadra atmosfera e la frizzante aria che si respira aiuta a rilassarsi mentalmente. Chi di solito ama la tranquillità e desidera fortemente abbandonare la routine quotidiana, fatta di ritmi stressanti e accompagnata dal caos, questo è il luogo ideale per ricaricarsi.

Un’altra cosa molto bella sono i colori, quelli dei fiori che adornano ogni singolo balcone, e i profumi delle bontà tipiche locali che cominciano a sentirsi sin dal mattino presto. Ogni casa è uno scrigno di emozioni e antiche tradizioni.

Sasso di Castalda
I balconi fioriti del centro storico di Sasso di Castalda (foto Basilicata Turistica CC BY-NC-ND 2.0)

Il tempo? Che cos’è? Qui non c’è traccia del tempo.

Sasso di Castalda: la storia e il patrimonio culturale

La storia di Sasso di Castalda (“u Sass” nel dialetto locale) affonda le sue radici nell’epoca romana. La più grande testimonianza sono stati alcuni rinvenimenti che documentano il passaggio dell’antica Via Herculea, una delle più importanti arterie romane, che collegava Venosa a Grumentum, passando per il territorio del capoluogo Potenza.

Prima feudo di Bernardo di Calvello (epoca normanna), poi dominio dei Conti di Pietrafesa (periodo Svevo) e successivamente territorio governato dal potere di Ugo di Bounmville, seguito da Bartolomeo di Capua (periodo angioino).

Nel 1830 Sasso di Castalda è stato feudo della famiglia Caracciolo. Ogni periodo, mi piace definirlo come “passaggio di testimone”, ha regalato al borgo un qualcosa di nuovo, di grande valore e immensa bellezza. Tutto è stato ed è ancora oggi custodito con morbosa gelosia.

Uno dei personaggi famosi della Basilicata è Don Giuseppe De Luca, sacerdote e intellettuale, nonché punto di riferimento per il patrimonio culturale di Sasso di Castalda. Nell’antico palazzo di famiglia è oggi possibile visitare il Parco letterario a lui dedicato e nella stessa sede è possibile assistere a numerosi eventi culturali di spessore.

Un patrimonio culturale che, come detto in precedenza, può contare anche su antiche tradizioni, che nulla hanno perso nel corso degli anni. È confermato, qui il tempo non ha alcun potere.

Cosa vedere a Sasso di Castalda

Tra le cose da vedere a Sasso di Castalda troviamo diversi edifici e luoghi di storico interesse, anima del borgo. Non può di certo mancare la visita della Chiesa dell’Immacolata Concezione (situata proprio in Piazza del Popolo, la piazza principale), all’interno della quale è possibile ammirare dipinti seicenteschi della Madonna e un bellissimo busto del ‘700 di Sant’Emidio.

Gli stretti vicoli del paese portano anche ad altre piccole chiese, come la Chiesa di Sant’Antonio e la Chiesa di San Rocco del XVII secolo che ben si mostra con il suo alto campanile.

Così come nel mondo della moda, dove a colpire è sia il bel vestito indossato, ma anche gli accessori che lo completano, lo stesso vale per questo paese. La struttura urbanistica è semplice ed affascinante: tante casette arroccate all’ombra di alte rocce e una struttura tipica dei paesini di montagna. Gli accessori di valore, in questo caso, sono proprio le case in pietra, veri e propri gioielli indossati con la massima eleganza.

I resti della torre di avvistamento, per tutti “il Castello”, completano questa cartolina che resterà per sempre impressa negli occhi e nel cuore.

Una cartolina dai colori perfettamente mescolati tra loro: il delicato blu dei corsi d’acqua, il verde dei fitti boschi e il particolare grigio delle rocce dominano su tutto. Tanti siti storici, archeologici e naturalistici in un incantevole scenario ambientale.

Cosa fare a Sasso di Castalda: attraversiamo insieme il Ponte alla Luna?

Veniamo a noi: siete pronti per un’adrenalinica avventura a più di 100m di altezza? Si? Incamminiamoci verso il Ponte alla Luna, il più affascinante ponte tibetano italiano.

In realtà i ponti sono due: uno più breve e con altezza inferiore (una sorta di prova per testare il coraggio dei visitatori) e l’altro decisamente più impegnativo e adrenalinico.

Il percorso dei ponti tibetani di Sasso di Castalda di sviluppa lungo le sponde del Fosso Arenazzo, ai piedi del caratteristico centro storico. Si giunge al primo ponte tibetano percorrendo i vicoli del borgo: uno scenario incantevole, fiabesco. Si procede all’imbracatura (la sicurezza è davvero massima) e si è pronti per testare il proprio coraggio: percorrere 90m a 70m di altezza non è un gioco. Si consiglia di procedere lentamente, senza mai distrarsi, ma concedendosi la libertà di osservare il territorio circostante.

Giunti all’altra parte, sulla sponda opposta del Fosso Arenazzo, si procede a piedi lungo stretti sentieri. Una camminata di circa 15 minuti che porta al Ponte alla Luna. In molti lo guardano dal basso verso l’alto e cominciano ad avere ripensamenti, altri proseguono fino al punto di inizio dello stesso, ma non tutti riescono ad affrontare tale prova. Camminare per circa 300 metri sospesi a 120m di altezza, da uno sperone roccioso all’altro, non è un giochino.

Ponte alla Luna
Lentamente verso lo Sky-walk di vetro. Devo ammetterlo: non è stato facile arrivare fino in fondo, ma ne è valsa davvero la pena.

Il vento fa muovere i cavi di acciaio e si oscilla nel vuoto. La paura è tanta, ma lo spettacolo è indescrivibile: è un’occasione unica per godere di un panorama spettacolare. È la sensazione di libertà, mista a paura, adrenalina e quella voglia di spingersi sempre oltre a far muovere i piedi lungo il ponte.

La parte opposta si raggiunge dopo una bella camminata nel vuoto dove ad attendere i più coraggiosi c’è una sky-walk in vetro. Un belvedere creato proprio al di sopra degli antichi ruderi del Castello. Quando le gambe cominciano a ritrovare la normale stabilità e il tremolio pian piano scompare, dopo aver ammirato ancora una volta il sublime paesaggio, è possibile scendere giù per le scale in pietra e giungere nuovamente nel centro storico.

Dopo più di 60 minuti di battiti accelerati è giunto il momento di rilassarsi e godersi la tranquillità del borgo.

La storia del ponte tibetano di Sasso di Castalda: perché Ponte alla Luna?

Ai lucani non bastava l’attrazione del Volo dell’Angelo, ma hanno deciso di far conoscere al mondo il loro territorio attraverso un’altra attrazione, il Ponte alla Luna.

Perché questo nome? Per rispondere a tale domanda dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, nel 1969. Non vi ricorda niente tale data? Era il 16 luglio 1969 quando partì la missione Apollo 11, per portare il primo uomo sulla Luna. Il presidente americano Dwight Eisenhower designò proprio Rocco Petrone come il fulcro del programma Apollo 11. Nato nello Stato di Washington, ma figlio di Antonio e Teresa Petrone, emigrati nel 1921 e originari proprio di Sasso di Castalda, è lui ad aver dato il via alla missione. Un ”go” dal forte accento lucano.

Sasso di Castalda ha deciso così di omaggiare questo grande uomo di origini lucane, creando questo spettacolare ponte tibetano, che permette quasi di sfiorare la luna.

 

 

 

 

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