Gaio Giulio Cesare

Gaio Giulio Cesare nacque a Roma nel 100 a.C. ed è sicuramente uno dei personaggi famosi del Lazio la cui fama è destinata a vivere in eterno, così come quanto fatto durante il grande Impero Romano. Si dedicò, sotto la guida del retore Apollonio Molone, agli studi della grammatica e della retorica e sin da giovanissimo cominciò ad entrare nel mondo della politica romana del tempo. Gaio Giulio Cesare fu uno dei primi a ribellarsi alla dittatura di Silla. Nel 68 venne eletto questore e nel 63 venne eletto Pontefice Massimo. Importantissimo fu il patto che stipulò in segreto con Pompeo Magno e Crasso, il Primo Triumvirato, a seguito delle tensioni che si erano venute a creare tra lo stesso Pompeo e il Senato Romano. L’anno successivo fu eletto come console.

In poche righe è impossibile analizzare quanto fatto in vita da questo grande uomo del mondo romano, ma attraverso l’indicazione di alcune delle date più significative della vita dello stesso Gaio Giulio Cesare è possibile ripercorrere i tratti salienti di una vita ricca dal punto di vista umano e politico. Nel 58 divenne proconsole della Gallia e solo due anni dopo riuscì a conquistare l’intera regione, rinnovando al contempo anche il triumvirato con Crasso e Pompeo. Nel 53 il triumvirato si sciolse a causa della morte di Crasso. Sono gli anni in cui Gaio Giulio Cesare si dedicò a nuove conquiste, per espandere i confini del già grande impero romano. Tante le campagne in Germania e Britannia, senza però grandi successi.

La conquista di Giulio Cesare

Nel 49 a.C. Gaio Giulio Cesare venne dichiarato dal Senato come nemico pubblico. Decise allora di varcare il Rubicone e conquistare l’intero territorio della penisola italiana. Impresa che riuscì senza troppe complicazioni. Dal 45 si poté assistere ad una vera e propria dittatura, cosa che proprio non piaceva all’aristocrazia del tempo. Bruto e Cassio decisero che Gaio Giulio Cesare doveva morire e organizzarono una congiura: il 15 marzo del 44 a.C. Cesare fu pugnalato a morte in Senato.

È davvero cosa non giusta riprendere e descrivere in modo così approssimativo le imprese di un grande uomo della politica romana, ma queste poche righe restano un qualcosa per cercare di far rivivere, per i pochi secondi della lettura, la figura e la grande personalità di Gaio Giulio Cesare.

Le opere di Roma dedicate a Giulio Cesare

Recandosi a Roma, città eterna e di infinita bellezza, culla di una cultura infinita e sede di grandi opere del passato, è possibile rivivere le gesta di questo grande uomo e di tutti coloro che hanno contribuito a rendere questa città immensa nel mondo. Tante le opere fatte costruire dal Cesare, così come sono tante quelle che lo ricordano. Tra queste ultime è la statua a lui dedicata, che si trova in Via dei Fori Imperiali a spiccare su tutte le altre. Collocata sulla destra dei Fori Imperiali, fu fusa in bronzo ed è una grande riproduzione di una statua in marmo sempre a lui dedicata che si trova in Campidoglio. L’inaugurazione avvenne alla presenza di Mussolini che aveva accanto le più importanti autorità del tempo. Perfetti i dettagli che riproducono perfettamente l’abito e gli ornamenti solitamente indossati da Cesare.

La statua di Gaio Giulio Cesare

Quante risate con il grande Alberto Sordi

Un altro grande personaggio legato alla città di Roma che ha permesso all’Italia intera di occupare un posto di prestigio nel grande panorama del cinema italiano. Alberto Sordi nacque a Roma nel 1920 e la sua carriera da attore è possibile descriverla come “impressionante”. Perché utilizzare tale termine e non altri come “incredibile”, “meravigliosa”, “perfetta” o altro ancora? Semplicemente per il fatto che è impressionante per il numero di film girati, per i successi ottenuti e per le sue grandi capacità che lo hanno reso unico e destinato a restare ben impresso nei pensieri di tutti gli amanti del cinema italiano.

Tra i tantissimi successi è possibile ricordare Una vita difficile, La grande guerra e il bellissimo film Tutti a Casa dove Alberto Sordi veste i panni dell’attore, ma riesce a farlo allontanandosi dalla meschinità e dalla falsità di un mondo controverso. La sua grande forza è stata sempre la semplicità: sul set o nella vita Alberto Sordi era lo stesso. Una persona genuina e che amava incredibilmente il suo lavoro.

Una semplicità che si trasformava in irresistibile comicità: Un Americano a Roma è l’esempio perfetto per descrivere il concetto appena espresso. Bonarietà e acuta ironia, il mix perfetto per un successo garantito. Alberto Sordi era sempre molto vicino alle vicende del quotidiano, attento alle tragedie che colpivano la gente comune e proprio questo suo attaccamento alla realtà lo ha portato a girare e a vestire i panni dell’attore in film come Nestore. L’ultima corsa (regista e attore).

Grazie al suo talento e ai suoi film Alberto Sordi è riuscito con facilità a farsi amare dal grande pubblico e ad entrare nel cuore di tutti. È riuscito a scrivere uno dei capitoli più belli della storia del cinema italiano e della società in generale. Morì il 24 febbraio del 2003.

Alberto Sordi in “Un americano a Roma” (foto Wikimedia Italia)

Alberto Sordi amava moltissimo la sua Villa Romana di Via Druso. Tale edificio rappresenta un vero e proprio tempio sui generis che permette di stare vicino ancora oggi al grande attore e regista romano. La villa si trova nei pressi delle Terme di Caracalla e non è una semplice casa: “qui mi sento felice”, queste le parole di Sordi, che amava questa villa nel cuore di Roma, ma lontana del caos cittadino. La villa, o meglio, una casa museo che è possibile visitare su appuntamento.

Un tuffo nel Neorealismo e nella fede di Roberto Rossellini (1906-1977)

Prima di lasciare il mondo del cinema e approdare in un porto scientifico, apriamo una parentesi su colui che è considerato il massimo esponente del Neorealismo. Un maestro del cinema che ebbe successo dapprima oltreoceano, in America, e poi nel nostro Paese (tutto questo per il fatto che vi era tanta diffidenza nei suoi confronti dato il suo passato di militanza fascista). In Rossellini non era vivo il ricordo della guerra, ma era viva la guerra, vissuta in prima persona dallo stesso regista e sceneggiatore. Quindi, il suo cinema forse può essere descritto come il cinema del vissuto, della triste realtà di un momento storico decisamente particolare e avaro di positività. Esempi di quanto appena detto sono i film Roma città aperta del 1945, Paisà del 1946 e Germania, anno zero del successivo anno. La realtà in pellicola: è questo il motivo del suo grande successo.

Nella vita del grande regista ci fu un particolare e triste evento che lo segnò profondamente. La morte del figlio lo allontanò dal Neorealismo, conducendo lo stesso verso interessi legati alla psicologia umana e ai valori della singola persona. Da un ottimismo neorealistico la sua visione si trasformò in sfiducia verso la società e un avvicinamento alla fede (da ricordare è Stromboli – Terra di Dio). La spiritualità per colmare il vuoto esistenziale: questo è il nuovo modo di vivere e analizzare la realtà del grande maestro del cinema.

Secondo Roberto Rossellini l’unico ideale utile per la società del suo tempo era quello francescano. L’unico in grado di dare risposte e risollevare le sorti di una società che attraversava un particolare periodo storico. Tutti noi dobbiamo dire grazie a Rossellini per le sue analisi della vita in generale e della società in particolare. Analisi sempre perfette condotte sotto un punto di vista mutevole che ha portato ad una duplice verità.

Oggi è possibile rivivere alcune scene di tanti film di Rossellini semplicemente andando in vacanza. Proprio così, basta recarsi sulla Costiera Amalfitana, a Maiori, Patrimonio dell’Unesco e sfondo di tanti capolavori Rosselliniani (Paisà, Amore e La macchina ammazzacattivi). È possibile trasformarsi nei protagonisti di una vacanza sicuramente indimenticabile e protagonisti di un film del passato.

Enrico Fermi

Enrico Fermi è considerato come il padre della fisica nucleare, grazie agli studi condotti dallo stesso in questo ostico mondo e grazie alle incredibili scoperte su neutroni e radioattività. Nacque a Roma nel 1901 e morì a Chicago in giovane età (1954). La passione per il mondo scientifico sembra esser nata con lui: da piccolissimo si appassionò alla fisica e si laureò all’Università di Pisa nel 1922 con una tesi sulla diffrazione dei raggi X. Continuò gli studi e si specializzò in meccanica quantistica, entrando in contatto con illustri uomini di questo affascinante mondo, come Albert Einstein.

La grande passione di Enrico Fermi per la relatività generale lo portò a progettare il primo reattore nucleare a fissione. Una scoperta che cambierà le sorti dell’intero pianeta. Partecipò in veste di direttore tecnico al progetto Manhattan per la costruzione della bomba atomica. Di lì a poco i terribili eventi di Hiroshima e Nagasaki. Restano immensi i suoi meriti di scienziato, arrivando al coronamento della sua straordinaria carriera con quello che è il riconoscimento più importante in assoluto: nel 1938 fu assegnato ad Enrico Fermi il Nobel per la fisica per “l’identificazione di nuovi elementi della radioattività e la scoperta delle reazioni nucleari mediante neutroni lenti”.

Il Museo Storico della Fisica e Centro Studi e Ricerche Enrico Fermi è stato realizzato con un obiettivo ben preciso: realizzare ciò che lo scienziato romano avrebbe voluto fare in Italia. All’interno del centro è possibile ammirare una mostra che ha come unico scopo quello di mettere in rilievo le grandi conquiste scientifiche di Enrico Fermi. Le incredibili scoperte sono presentate in modo tale da poter essere comprese in modo più semplice anche dal grande pubblico: la tradizione lascia il posto alla multimedialità. Una grande possibilità di entrare in un mondo fantastico.

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