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La chiesa del SS. Crocifisso di Galatone, in provincia di Lecce,  è una di quelle che oltre a storia e fede conservano anche elementi di mistero e di curiosità.

Questi i fatti in breve. Intorno alla fine del XIV secolo, un ignoto pittore aveva dipinto sul muro di una stalla l’immagine di un Crocifisso che in breve tempo era diventata oggetto di profonda devozione per via di alcuni miracoli che ad essa venivano attribuiti.

Il culto, tuttavia, esplose prepotentemente un paio di secoli dopo quando si verificò un avvenimento talmente straordinario che sbalordì anche i più scettici.

Il 2 luglio 1621, infatti, alcuni pellegrini, raccolti in preghiera davanti alla nicchia che custodiva la sacra immagine, videro improvvisamente il Cristo spostare con la mano sinistra la tendina che proteggeva la nicchia, guardare per un attimo intensamente i fedeli, e poi richiudere la tendina.

Passato il primo momento di comprensibile stupore, i pellegrini si avvicinarono alla nicchia per rendersi conto dell’accaduto, e qui si verificò il secondo evento prodigioso spostata la tendina, si accorsero che il Cristo non aveva più le braccia legate sul davanti così com’era stato dipinto, ma dietro le spalle.

La notizia, era inevitabile, si sparse immediatamente al di là dei confini del paese, e c’era poco da disquisire, la mutata posizione delle braccia non era confermata solo dai Galatonesi, che la conoscevano, ma anche da un pittore forestiero.

Egli era venuto giorni prima per ritrarre dal vero l’immagine e aveva dipinto appunto il Cristo con le braccia legate sul davanti.

Seguire all’evento una serie di guarigioni miracolose, che furono dai fedeli attribuite proprio a quella immagine di Gesù Crocifisso. Un prodigio tanto grande meritava un segno tangibile di fede: fu così che si decise di erigere una grande chiesa intorno alla povera stalla in cui era stato dipinto il Crocifisso che richiamava ormai moltitudini di fedeli.

Si aprì dunque una sottoscrizione, e non ci fu bisogno di sollecitarla perché immediatamente affluirono denaro, donazioni di immobili, gioielli, persino bestiame per concorrere alla costruzione di un tempio degno del miracoloso Crocifisso.

E il tempio si costruì a tempo di record, appena nove mesi, e fu aperto al culto il 3 maggio 1623.

Ma quando i fedeli vi entrarono per la prima volta rimasero sbigottiti: era una chiesa modesta, senza tanti ornamenti.
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Intorno all’appalto della chiesa sorse il sospetto che qualcuno avesse speculato
davvero in maniera approssimativa, e il sospetto che sull’appalto qualcuno avesse lucrato era suffragato dal fatto che pochi anni dopo l’inaugurazione pioveva già dal tetto e che gli infissi erano ormai in malora.

Poi il colpo di grazia: a 15 anni dalla sua apertura al culto la chiesa crollò rovinosamente e la miracolosa immagine del Crocifisso andò in frantumi.

Il Cristo venne immediatamente restaurato, e si pensò subito a un altro tempio. Il clero lo volle davvero fastoso questa volta, e lo volle caparbiamente per sviare i sospetti di possibili illeciti nella costruzione precedente e per far calare il silenzio sulle responsabilità di quel disastro. Il nuovo tempio fu aperto al culto nel 1696.

Oggi, dopo 14 anni di restauro, la chiesa ritorna al suo antico splendore.  In occasione della prossima Festa del SS. Crocifisso, in programma dall’ 1 al 4 maggio 2008, sarà possibile vedere completamente ristrutturata anche la volta formato da 60 tessere ottagonali di legno decorati in oro.

I festeggiamenti civili vedranno la sfilata di un corteo in costume dedicato al Carro di Sant’Elena e l’esibizione di gruppi bandistici con il gran concerto finale di Al Bano Carrisi.

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