I Principali Argomenti
“Ero così entusiasta di ammirare questi bei paesaggi e l’arco di trionfo di Aosta che avevo un unico desiderio da esprimere, che la vita durasse per sempre”. E’ questo quanto diceva Stendhal sul centro abitato di cui ci apprestiamo a parlare.
A 583 metri sul livello del mare, con una superficie di oltre 21 chilometri quadrati e con più di 35mila abitanti stiamo parlando di Aosta, capoluogo della Valle d’Aosta, una delle cinque regioni italiane a statuto speciale; si compone di dodici centri abitati, quello omonimo ed altre 11 frazioni.
Aosta, il quarto capoluogo di provincia più alto d’Italia dopo Campobasso e prima di Caltanisetta, sorge nel mezzo della Regione Autonoma della Valle d’Aosta, lungo la piana dove scorre la Dora Baltea, fiume principale della regione.
E’ situata in un fondovalle completamente circondata da alte vette ed è questo ciò che più caratterizza il suo clima che presenta stagioni intermedie più corte che nel resto d’Italia e con estate ed inverno precoci decisamente ventilate, ma con un periodo estivo discretamente caldo per lo stesso motivo di Bolzano: posizione nel fondovalle alpino che impedisce il ricambio d’aria.
Un po’ di storia
Secondo la leggenda, i primi “abitanti” risalgono ai tempi protostorici con un insediamento della tribù Celto-Ligure dei Salassi intorno al 1158 a.C.; le testimonianze dell’insediamento dei Salassi sono una necropoli ed un’area di culto risaltente al III millennio nell’attuale quartiere di Saint-Martin-Corleans, oltre ad alcune tombe megalitiche.
Nella realtà Aosta era una città fortificata, costruita in pochissimo tempo ricalcando lo stile dell’accampamento militare romano; dall’incrocio tra le Vie del Grande e Piccolo San Bernardo nacque Augusta Praetoria Salassorum.
A protezione di un iniziale territorio di oltre 414 mila metri quadri venne eretta una cinta muraria imponente con quattro porte che garantivano l’accesso alla città; al centro passava la Decumas Maximus, la via centrale larga nove metri che era la prosecuzione naturale della Via consolare delle Gallie, che collegava Milano con il Piccolo San Bernardo.
Proprio queste tombe megalitiche a Saint-Martin-Corleans sono uno dei siti di maggiore interesse per il turismo culturale, oltre all’Arco d’Augusto, le porte romane e la Porta Pretoria, il Teatro romano e la cinta muraria con le sue torri.
Risalente all’Epoca medievale sono invece la Collegiata di Sant’Orso e la Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista.
Alla scoperta della città di Aosta
La piccola provincia di Aosta si adagia dolcemente tra le alte e meravigliose vette della catena montuosa più alta ed importante d’Italia: le Alpi. Un luogo che sembra vivere in modo autonomo, lontano dagli standard delle altre città italiane, quasi come un posto incantato ove il tempo sembra non esistere. Un piccolissimo scrigno, pieno di gioielli dall’inestimabile valore: Aosta è una città dove le radicate e sempre rispettate tradizioni ben si sposano con l’ambiente circostante, con la natura incontaminata, l’unica vera “signora” di questi posti.
Scoprire la Valle d’osta e camminare lungo i sentieri, che come piccoli serpenti strisciano dolcemente tra le vette più alte del Bel paese, è un’esperienza da fare assolutamente: impossibile non restare incantati dalla bellezza dei panorami che la natura regala.
Non solo: Aosta si presenta come una città ricchissima non solo dal punto i vista paesaggistico, ma forti sono le tradizioni e la storia, facilmente ripercorribili visitando i bellissimi borghi della provincia, le antiche chiese e gli incredibili castelli, i quali ancora oggi, dalle loro strategiche posizioni, dominano il paesaggio circostante.
Aosta storica
Basta ripercorrere la strada dei castelli per tuffarsi nel bellissimo periodo romano e medievale. Poi, le antiche tradizioni, custodite gelosamente e tramandate di generazione in generazione, fanno da perfetta cornice alla incantevole foto della città di Aosta.
Per chi ama la natura ed adora passeggiare tra le meraviglie di oggi e di ieri, Aosta è il luogo ideale dove far volare i propri pensieri, liberi come non mai e trasportati dall’imponete soffio della storia e dal dolce vento che circola tra le alte vette.
Impossibile non gustarsi l’essenza della storia romana, grazie ai segni perfettamente visibili, intatti quasi come all’epoca, e grazie ai bellissimi monumenti come l’Arco d’Augusto, la Porta Pretoria e la cinta muraria, che è possibile percorrere a piedi, gustandosi il paesaggio. Ma, Aosta non è solo questo: è una città che pur rientrando tra le più piccole d’Italia, allo stesso tempo occupa un posto importante nelle lista delle città più belle da vedere e che tanto ha da offrire.
Un’esperienza indimenticabile: ecco cosa vedere ad Aosta
La città di Aosta è costantemente invasa da migliaia di turisti, sia durante il periodo invernale, che durante quello estivo: non solo la neve e i perfetti impianti sciistici attirano i turisti, ma anche il bellissimo paesaggio, che solo in estate riappare da sotto il bianco e soffice manto nevoso. Turisti che giungono da ogni dove, per ammirare l’antico artigianato valdostano, magari entrando nelle piccole botteghe dove esperti mastri lavorano sapientemente il legno (bellissime le maschere della tradizione popolare e i giochi per bambini), il ferro, la pietra ollare, il cuoio, stoffe e tanto altro ancora.
Il prima citato Arco di Augusto e la porta pretoria sono le più importanti testimonianze della millenaria storia della città di Aosta (Augusta Praetoria), fondata dai romani nel 25 a.C. Tantissime sono i monumenti che permettono di ripercorrere un periodo storico davvero affascinante, quando Roma era il centro del mondo.
Chiese, monumenti e percorsi spirituali
Ma, il tempo passa veloce e il Medioevo si è affacciato alle romane porte poste in difesa di questa bellissima città. Un altro periodo storico descritto dalla splendida collegiata di Sant’Orso, forse il più importante complesso monumentale della città.
Tutto qui? Assolutamente no, poiché quando vien fatta la classica domanda “cosa visitare ad Aosta” è possibile stilare una lista che non può essere assolutamente etichettata come breve. Infatti, di grande interesse storico-artistico è anche la meravigliosa Cattedrale della città di Aosta. Un unico luogo dove è possibile ammirare e conoscere più di 16 secoli di storia e di arte.
Quando si parla della città di Aosta è come se natura ed architettura si fondessero in un unico complesso meravigliosamente unico ed inimitabile. Basta recarsi a Pierre Taillée per ammirare, sulla stretta gola, delle incredibili costruzioni ricavate dalla roccia viva. Un perfetto esempio di simbiosi tra uomo e natura, così come dovrebbe essere in ogni angolo del globo.
Poi, impossibile non recarsi al Colle del Gran San Bernardo, punto di partenza della Via Francigena, famosissima perché simbolo e, ovviamente, strumento essenziale per il percorso di pellegrinaggio che da Canterbury portava fino all’odierna capitale italiana.
Le bellezze da vedere, più precisamente da ammirare ad Aosta e nei dintorni della stessa città, sono davvero tantissime, ma già l’aver visitato i luoghi appena descritti, permette di capire quanto sia stata importante nel passato questa piccola città, che tutt’oggi custodisce gelosamente i gioielli di un grande passato.
Cosa fare ad Aosta: natura e divertimento
Nominare la Valle d’Aosta equivale ad utilizzare un inusuale sinonimo di “sciare”! Infatti, tra le principali attrattive di questo luogo, immerso in un incantevole paesaggio naturale, rientrano proprio gli efficienti e moderni impianti sciistici, che ben si fondono con l’ambiente circostante e unico mezzo per godersi a pieno la grandiosità di queste vette. S
ono più di 28 le stazioni sciistiche ad oggi funzionanti, che permettono di trasformare il proprio soggiorno in una bellissima vacanza all’insegna dello sport e del divertimento. Gressoney è una meta da aggiungere nella propria agendina: partendo da qui, con gli sci ai piedi, è possibile attraversare le tre valli del comprensorio del Monte Rosa (St Vincent, Courmayeur e Cogne).
Parco Nazionale del Gran Paradiso
Però, come già detto in precedenza, Aosta è sempre bella, sia d’inverno che d’estate. Ecco che, quindi, per gli manti del trekking si apre la porta che affaccia su di un mondo incantato: il Parco Nazionale del Gran Paradiso è pronto ad accogliere tutti gli appassionati delle passeggiate ad alta quota. Inoltre, gli amanti dell’altezza possono partecipare agli annuali raduni di mongolfiere, che vedono Aosta come la città cardine dell’intero evento.
Per chi ama stare con la testa fra le nuvole, oltre che un bellissimo giro in mongolfiera, è d’obbligo una visita all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta, magari nelle magiche notti di agosto, quando le stelle cadenti illuminano il cielo sulle Alpi.
Infine, impossibile non perdersi tra i mercatini e le piccole botteghe cittadine, dove passeggiare significa ritrovare se stessi e gustarsi la semplicità di quelle tradizioni che riscaldano dolcemente l’anima, magari assaggiando del buon cibo locale (fontina, polenta, costoletta alla valdostana, “mocetta”, “civet” e tanto altro ancora) e un ottimo vino, magari un bel Blanc de Morgex et de la Salle.
Ad Aosta il turismo non dorme mai!
Il Museo Archeologico , un percorso nella preistoria
ll museo archeologico regionale della Valle D’aosta è ospitato presso l’antico Monastero della Visitazione in piazza Roncas ad Aosta. Il museo fu fondato nel 1633 e variamente utilizzato nel corso dei secoli: caserma durante l’Ottocento, in seguito fu adibito a scuderia, teatro e, infine, magazzino agricolo.
La sua ricca collezione illustra la storia della città e del territorio attraverso manufatti pre e protostorici, principalmente rinvenuti durante scavi urbani. Il visitatore è accompagnato nella scoperta di un continuum
temporale da un allestimento tematico-cronologico che va dalla fase antica del Mesolitico (7000-6000 a.C.) alla caduta dell’Impero romano. La ricchezza archeologica della regione è testimoniata dalle stele preistoriche antropomorfe provenienti dallo scavo di Saint-Martin-de-Corléans; oltre che da una nutrita collezione di reperti quali scalpelli, accette, bracciali, spade e lance, compresi in un arco di tempo che va dal Mesolitico alla tarda età del Bronzo.
Il percorso espositivo accosta capolavori come il busto di Giove Dolicheno, in argento, datato tra il II e III secolo d.C. e ritrovato al Piccolo San. Bernardo, a elementi di importanza più didattica: un plastico ricostruttivo dei monumenti di Augusta Praetoria si accompagna, intatti, a due postazioni-video che illustrano la via consolare delle Gallie fino all’insediamento dei castelli medievali.
Il museo dedica una bella sala anche agli aspetti legati al culto dei morti, nella quale spiccano l’urna funeraria e il corredo di Saint-Christophe. I manufatti esposti coprono un arco temporale che va dal I al VI-VII secolo, offrendo numerose informazioni sui riti praticati dalle popolazioni locali. Considerando, inoltre, che molti oggetti rinvenuti nelle necropoli erano utilizzati anche nella vita quotidiana, questa sezione offre un interessante spaccato sui costumi e le tradizioni diffusi nelle varie
epoche.
La visita prosegue con le testimonianze delle epigrafi e dei culti ufficiali attestati nella regione e continua con le sale dedicate alla statuaria e alla ceramica, alle suppellettili e agli utensili da lavoro. Il percorso si conclude, quindi, con una sezione davvero particolare riguardante gli oggetti del tempo libero, l’antico otium, e le “metafore”, enigmatici manufatti che richiamano amore e morte.
Nel museo sono conservati inoltre due importanti fondi: la Collezione Boson, composta dalle tavolette sumere raccolte dall’omonimo canonico durante la sua direzione del Regio Museo Archeologico, e la Collezione Pautasso di numismatica, donata da Mariuccia Ratti nel 1989
. Il suggestivo percorso alla scoperta dello sviluppo archeologico valdostano è reso ancora più piacevole dalla possibilità di muoversi tra i resti delle mura romane. Negli scavi sono infatti visibili la torre orientale e un tratto delle mura settentrionali della città.
Il museo è aperto tutti i giorni, dalle ore 9.00 alle ore 19.00 (con ultimo ingresso alle 18.30).
Il 25 dicembre e il 1° gennaio dalle ore 15.00 alle ore 19.00 (con ultimo ingresso alle 18.30).
Festa del lardo
Un’evento originale, assolutamente da non perdere in Valle D’Aosta si tiene ad Arnad si tiene la Fehta dou Lar, sagra tradizionale del lardo alpino. Grande protagonista delle tavole valdostane, nasce in un piccolo paese della bassa Valle d’Aosta “Arnad”, il lardo.
Considerato fino di recente un semplice condimento, con la sagra della gastronomia locale “Festa del Lardo” è stato rivalutato fino ad ottenere una reputazione a livello nazionale. Trova nei giorni nostri la sua giusta collocazione nelle tavole, come un antipasto squisito. Il lardo di Arnad prepara il palato del buongustaio per poi accompagnarlo nei più disparati piatti tipici locali con un’armonia di gusto regale, infatti è sempre presente come condimento nei primi e nei secondi piatti, persino sui dessert.
Una particolarità del Lardo d’Arnad e quella relativa all’alimentazione del maiale che esclude mangimi integrati per lasciar spazio ad alimenti quali castagne ed ortaggi e al suo modo di essere stagionato, con l’impiego di aromi reperibili in loco quali: aglio, sale, rosmarino, alloro e salamoia e conservato in un recipiente fabbricato artigianalmente con legno di castagno, denominato “doil”.
Fiera di Sant’Orso
La Fiera di Sant’Orso è un evento internazionale che richiama in Valle d’Aosta numerosi turisti provenienti dalla Svizzera, dalla Francia e da altri Paesi europei.
La tradizione vuole che la Fiera sia iniziata nell’anno 1000 e che, in tantissimi anni, sia riuscita a conservare il suo valore e il suo patrimonio culturale. Quanto al suo santo, si racconta della provenienza incerta – Irlanda o Scozia – , della sua abitudine a distribuire degli zoccoli di legno ai poveri, una volta all’anno, là dove sorgeva la chiesa che egli stesso officiava, e dei suoi miracoli, come quando arrestò un’inondazione provocata dal Torrente Buthier che attraversa la zona est della città di Aosta.
Sebbene la peste del 1630, che sterminò i due terzi della popolazione valdostana, fece perdere importanza all’evento, la Fiera ha subito una rinascita soprattutto negli ultimi decenni. Un ricco percorso di artisti ed artigiani valdostani presenteranno tutte le attività tradizionali: scultura ed intaglio su legno, lavorazione della pietra ollare, del ferro battuto e del cuoio, tessitura del “drap” – stoffa in lana lavorata su antichi telai in legno – e ancora merletti, vimini, oggetti per la casa, scale in legno.
La Fiera è dunque un inno alla creatività di questo popolo, ma anche musica, folklore e degustazioni gastronomiche di vini e prodotti tipici. Il momento clou è la Veillà, la veglia nella notte fra il 30 e 31 gennaio, con le vie illuminate e piene di gente.
La scultura, in particolar modo, rappresenta l’espressione più alta della cultura valdostana. Tra le materie utilizzate, vi sono vari tipi di legno e la pietra ollare. Le sculture più significative rappresentano santoni, ritratti di personaggi e scene di vita familiare e maschere dai tratti accentuati.
Quanto alla pietra ollare, ha la caratteristica di poter essere facilmente lavorata. Intagliata o scolpita, oggi viene utilizzata soprattutto per la creazione di sculture, piatti, ciotole e scatole.
Visitare la Fiera di Sant’Orso è certamente un’esperienza unica e dal forte coinvolgimento emotivo.
Un giro turistico ad Aosta: un itinerario di un giorno
Visitiamo in maniera veloce questa splendida città. Siamo sul Viale Garibaldi che ci porta dritto sul Piazzale della Stazione. In questa Piazza troviamo le cinta delle mura, interrotte dal passaggio della stazione, e la bella Torre del Pailleron.
Avviamoci ora verso il Viale della Stazione e vediamo, all’inizio di esso, le due statue di bronzo di Giulio Cesare e dell’Imperatore Augusto. Più avanti si estende il bel Giardino Pubblico, dove torneremo in seguito. Il Viale della Stazione ora ci porta sulla bella Piazza dedicata ad Emile Chanoux, il martire della resistenza valdostana.
Ci appare qui il Palazzo Comunale con i suoi portici fiancheggiati da due statue di Dora e Buthier, i due fiumi di Aosta. Il monumento che si eleva al centro della Piazza è dedicato al Soldato valdostano. Proseguiamo ora per la via che si apre a destra, giungendo in vista della Porta Praetoria. Questa colossale opera racchiude una piazzetta d’armi che è tra le più perfette dell’epoca romana. Superata la Torre Praetoria eccoci in Via Sant’Anselmo che ci presenta la casa in cui nacque nel 1033 il grande Santo valdostano.
Arriviamo così all’Arco d’Augusto, da cui si può ammirare un incantevole panorama. Ora proseguiamo verso la campagna. Superato il Torrente Buthier, raggiungiamo il Borgo di Pont-de-Pierre. Torniamo sui nostri passi fino alla Via Sant’Anselmo e a un certo punto vediamo aprirsi alla nostra destra la Via Sant’Orso. La percorriamo e raggiungiamo la Collegiata Sant’Orso, gioiello medioevale formato dall’insieme di una Chiesa un Campanile un piccolo Chiostro e un Priorato.
La Chiesa, adorna di un bellissimo portale, ha un coro dai sedili in legno finemente intagliato e sotto la Cripta a tre absidi con tre colonnine romane. Una porticina laterale ci porta la chiostro.Torniamo alla Porta Praetoria e poco oltre ci troviamo alle rovine del Teatro Romano. Ne è rimasta in piedi solo la fiancata alta 22 metri. La vicina Via dei Baillage ci porta in vista della Torre dei Balivi.
Raggiungiamo poi il Convento di Santa Caterina, nel cui giardino potremmo osservare le otto arcate dell’antico Anfiteatro Romano. Siamo ora sulla Via Xavier de Maistre, e imbocchiamo una traversa, la Via De Sales, giungiamo alla Cattedrale fiancheggiata da due romanici campanili.
Di fronte alla Cattedrale c’è il famosissimo Foro, che ai tempi dei Romani rappresentava la Piazza principale della città. Lo oltrepassiamo e raggiungiamo la Via Croix-de-Ville che ci presenta il Palazzo Roncas e la Grande Croce. Sul lato opposto di Porta Praetoria c’è la Porta Decumana, subito a sinistra la Torre del Lebbroso. Seguendo il viottolo arriviamo alla Torre di Bramafam, alla Porta Principalis e ai Giardini Pubblici.
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