Oggi pubblichiamo su questo sito un bellissimo racconto di viaggio scritto da Piero, un racconto molto dettagliato dell’esperienze vissute con i suoi amici a Palermo e dintorni. Buona lettura 🙂

Abbiamo già parlato in precedenza di Palermo:

Si è da poco concluso il mio viaggio a Palermo, una terra splendida la Sicilia.

Palermo è la città con il centro storico più grande d’Europa. Approfittando di qualche giorno di vacanza e di previsioni meteorologiche molto favorevoli, abbiamo deciso di fare un viaggio insieme hai mie amici di sempre per raggiungere la Sicilia.

Dopo un lungo viaggio in nave in compagnia dei miei fedeli amici, siamo arrivati nel capoluogo siciliano alle prime luci del mattino, recuperati i bagagli e la nostra auto ci siamo recati presso il bed and breakfast prenotato qualche giorno prima sul web.

Abbiamo scelto il b&b dopo un attenta ricerca, i bed and breakfast presenti in città sono numerosi, cercando sul web ed esaminando tutti i possibili alloggi e le recensioni su Tripadvisor, abbiamo deciso di prenotare al b&b “Il Giardino di Ballarò a Palermo” (http://www.ilgiardinodiballaro.it)  perché situato nel centro storico.

In questo modo è stato più facile visitare i monumenti e i luoghi di interesse, utilizzando l’auto solo per gli itinerari fuori città.

Primo Giorno a Palermo

Dopo pochi minuti di auto, raggiungiamo il nostro bed and breakfast che si trova a pochi passi dalla Cattedrale ed è gestito da una gentile signora aiutata da due ragazze simpaticissime e disponibili. L’ alloggio si presenta come un palazzo nobiliare appena ristrutturato e ben arredato, potremmo definirlo un b&b di charme.

Convenevoli a parte, la ragazza con cartina alla mano, ci dà preziosi consigli su cosa visitare e quanto tempo ci voglia per ammirare le numerose bellezze della città.

Abbandoniamo l’alloggio e ci dirigiamo verso uno dei più famosi bar della città, lo Spinnato, dal 1890. La torta ricotta e pistacchio è come se l’avessi ancora avanti, il piccolo cannolo, l’odore dell’ arancina, i mobili antichi, gli anziani ben vestiti che leggono il giornale, sono solo pochissime immagini che accompagnano i miei primi momenti di questo viaggio a Palermo.

Alle informazioni della ragazza del b&b si aggiungono quelle preziose di un distinto signore, ex docente di storia dell’arte, seduto al bar. Una volta finito, armati del nostro sapere, ci mettiamo in cammino con la missione di raggiungere i principali monumenti della città.

Metto da parte per un attimo gli odori del commestibile e passo a quelli del non commestibile, un mercatino di fiori, rosso e verde sovrastano, la rugiada del mattino impreziosisce tutto e noi, anche se stanchi, non possiamo che ammirare esterrefatti le particolarità di questa terra.

Giriamo su via Roma e ci incammino verso il Teatro Politeama. Mi divincolo tra giapponesi e vari selfisti e mi dirigo verso l’entrata con una inimmaginabile delusione, un convegno di medici ha affollato il teatro e l’ingresso è interdetto ai turisti. Nel dubbio su quale fosse il tema della conferenza, abbandono riguardando le meraviglie esteriori di questa culla culturale che impera a pochi passi dal centro storico.

cappella-palatina-palermo

Mi reimmetto sulla centralissima via Roma ed arrivo al teatro Massimo, cinque colonne, leoni di bronzo e statua di Verdi, sembra la zona di ingresso del tempio greco di Segesta. Il tempo passa e la fame comincia a farsi sentire, seguendo la folla ci immettiamo nel centro storico, che ha come strada conduttrice, la famosa via Maqueda.

Bancarelle, negozi di arancine e venditori di “sfincione“. Lo sfincione è una specie di pizza, morbidissima, venduta calda e profumata con un goccio di olio e spezie a scelta.

I Quattro Canti

Proseguendo, dopo qualche centinaia di metri, ti trovi in piazza Villena e resti un quarto d’ora ad osservare i famosi Quattro Canti, meraviglie del 1600. L’istinto (o forse la scia di turisti) ti calamitano verso ovest, ottocento metri circa tra piste ciclabili e vigili urbani e ti trovi all’improvviso ad ammirare la meraviglia delle meraviglie, un crogiolo di stili, tributo dei siculi alla Vergine Maria, la Cattedrale arabo-normanna.

cattedrale palermo
Cattedrale di Palermo

Spesa un’oretta nel girarci intorno e scrutando gli scarni interni, abbandoniamo questo pezzo di storia e ci incamminiamo inconsapevolmente verso una delle cinque porte di Palermo, Porta Nuova.

La netta differenza tra la bellezza esterna e quella interna della Cattedrale della Santa Vergine Maria Assunta (anche sede vescovile della città metropolitana) ci spinge a cercare più informazioni a riguardo e ci imbattiamo in una storia davvero particolare e scopriamo che a Monreale (nella parte alta della città) c’è un Duomo che al contrario, è molto sfarzoso all’interno rispetto all’esterno, che si presenta invece come una semplice chiesa.

L’oscurità cala, è comunque una giornata invernale anche se le temperature sono molto alte, e decidiamo di rimetterci in marcia verso il b&b Il Giardino di Ballarò per riposare un po’. Le stanze sono ben curate e la pulizia impera, la vista sul giardino e il tepore degli interni sono il giusto premio per una giornata intensa.

Secondo Giorno a Palermo

Il giorno dopo si riparte con un cannolo, una fetta di cassata, ed una fresca spremuta di arance. Incuriositi dalla storia raccontataci da un saggio uomo siculo, incontrato il giorno prima al bar, decidiamo di prendere la nostra auto e di andare a visitare il Duomo di Monreale (nella parte alta della città) ma non siamo gli unici, fiumi di turisti italiani e stranieri sono in fila ad aspettare il proprio turno per visitarla, entriamo e subito veniamo inghiottiti da una bellezza che ha dell’incredibile, tutto è rifinito in oro (vero oro) ed è in un ottimo stato.

Terminata la visita al Duomo e visto che siamo già in macchina, decidiamo di andare a visitare il Castello della Zisa, rocca forte araba con un grande giardino che la precede, con alberi di arance e limoni e dove simpatici ragazzini giocano a calcio. Da un po’ di anni questo castello è diventata la sede del Museo d’arte islamica. Il sole sta calando e decidiamo di tornare nel nostro bed and breakfast per prepararci alla serata.

Quella sera decidemmo di andare a cenare in una trattoria caratteristica di Palermo, Trattoria al Vecchio Club Rosanero, dove ad accoglierci c’erano giovani palermitani sempre con la battuta pronta ed accaniti sostenitori della squadra della città, come dimostra anche il nome scelto per la trattoria. I prezzi sono contenuti ed il cibo è molto buono e la caponata con il pesce spada è il loro cavallo di battaglia. Soddisfatti della nostra abbondante cena rientriamo nella nostre camere per riposare e caricarci per la giornata successiva.

Terzo Giorno a Palermo

All’indomani il nostro pensiero fisso è quello di visitare il mercato più caratteristico e famoso di Palermo nel quartiere di Ballarò. Comincia il nostro giro e subito ci facciamo prendere dall’atmosfera, odori e sapori la fanno da padrone ma non mancano urla e schiamazzi da parte dei commercianti.

Ognuno di loro offre ciò che di più tipico ha, da una semplice ma gustosa insalata di mare alle “stigghiola“, ovvero interiora di vitello condite e cotte alla brace. Caso ha voluto che proprio quel giorno alcuni artisti del posto avessero organizzato una manifestazione all’interno del mercato per far rivivere le tradizioni, attraverso vari progetti artistici legati alla street art.

Dopo aver apprezzato le performance di questi validi artisti abbiamo deciso di continuare il nostro giro turistico e di visitare il Municipio della città, un’imponente struttura curata nei minimi particolari, i cui interni ricordano molto la Reggia di Caserta.

Il Municipio si trova in Piazza Pretoria, chiamata anche “Piazza della Vergogna” dove la fa da padrone un’imponente fontana del 1554, ideata da Francesco Camilliani e tutt’oggi in ottimo stato. La piazza inoltre ospita altri importanti opere d’arte, la Chiesa di Santa Caterina, il Palazzo Bordonaro ed il Palazzo Bonocore.

Dopo aver scattato qualche foto abbiamo deciso di riprendere il nostro cammino e durante il tragitto ci siamo imbattuti in una mostra d’arte che non potevamo assolutamente perderci, intitolata “Capolavori che si incontrano”. La mostra, gratuita al pubblico, racchiudeva molteplici opere d’arte di artisti del calibro di Caravaggio, Bellini, Tiepolo e Tintoretto, nonché artisti meno famosi ma altrettanto meritevoli.

Intanto le ore passano e la fame comincia a farsi sentire, decidiamo dunque di pranzare in un posto consigliatoci da una coppia molto simpatica, conosciuta il giorno prima, e titolare di un originale laboratorio che si chiama “SpremiAmo” dove è possibile trovare vero succo di arance siciliane biologiche ed una particolare insalata a base di arance, finocchi, cipolle e sarde, una vera delizia per il palato.

Il posto consigliatoci da questa coppia è il bar Touring, in pieno centro, dove abbiamo gustato delle ottime arancine, disponibile in vari gusti, oltre ai classici carne e burro, c’erano anche quelle agli spinaci e ai funghi.

Soddisfatti anche questa volta dal cibo e dell’ottimo rapporto qualità prezzo, abbiamo ripreso il nostro cammino, abbiamo visitato una piazza storica, di Palermo, Piazza San Domenico, ubicata nel quartiere La Loggia e dominata dalla Colonna dell’Immacolata.

Chiesa di San Domenico e Colonna dell'Immacolata
Chiesa di San Domenico e Colonna dell’Immacolata

Non molto distante da questa piazza c’è il GAM (Galleria D’Arte Moderna) dove è possibile ammirare opere d’arte di valore realizzate da artisti locali. Terminata la visita di questo moderno ed interessante museo ci siamo reimmessi in Via Maqueda e arrivati nei pressi del Teatro Massimo abbiamo scorto tra i vari locali uno molto carino, La Champagneria del Massimo, dove ci siamo fermati per prendere qualcosa da bere e fare il punto della situazione della nostra avventura sicula.

Il nostro entusiasmo non si può descrivere, tutto ciò che avevamo visto in quei pochi giorni ci tornava alla mente e ci faceva sognare, ripensavamo a quel caffè preso a due passi dal Duomo in una giornata di dicembre mentre il sole spaccava le pietre. Abbiamo pensato più e più volte di trasferirci in questa splendida città dove il freddo non esiste e dove il cielo è più blu, dove la gente e aperta e generosa.

Mentre sorseggiavamo dell’ottimo vino un ragazzo molto simpatico ci ha consigliato di cenare quella sera nel suo ristorante, a pochi metri dal Teatro Politeama, si tratta de La Pescheria.

L’idea è davvero formidabile, trasformare una pescheria in un vero e proprio ristorante non è da tutti, il pesce fresco è in bella vista e puoi decidere tu cosa mangiare e vedere come viene preparato. I tempi di attesa sono un po’ lunghi ma ne vale la pena, il pesce servito è davvero fresco e cucinato magistralmente da giovani cuochi mentre le bevande vengono servite dal bar adiacente. Forse questa è l’unica pecca perché spesso i rispettivi camerieri non erano ben sincronizzati e le pietanze arrivavano con netto ritardo rispetto alle bevande, nonostante questo piccolo inconveniente la nostra soddisfazione è piena e appuntiamo nel nostro diario di bordo il nome di questo ristorante per tornarci magari prima della partenza.

Il sole, il mare, il buon cibo, potremmo mai osare desiderare altro? La risposta è unanime ed è no! Soddisfatti al cento per cento rientriamo per riposare e caricarci per affrontare la giornata successiva.

Quarto Giorno nei dintorni di Palermo

Anche il giorno dopo a svegliarci è il sole, filo conduttore della nostra breve vacanza palermitana. Forse è la giornata più calda e decidiamo dunque di raggiungere la spiaggia più “in” di Palermo, Mondello, pronunciata dalla gente locale “Munneddo”. E’ ancora presto e la piazza è già gremita di pescatori e decidiamo di prendere un caffè da Renato, il bar più famoso di Mondello, dove veniamo attratti da una vastissima scelta di dolci dall’aspetto molto invitante, non possiamo dunque rinunciare all’ennesimo cannolo, squisito!

All’interno del bar c’è un continuo via vai di gente ed un giovane ragazzo si accorge subito di noi quattro turisti disperati e ci chiede molto cordialmente “Ma voi il Santuario di Santa Rosalia l’avete visto?” E noi in coro rispondiamo di no ed immediatamente il simpatico ragazzo ci fornisce tutte le indicazioni necessarie per raggiungerlo.

Il santuario si trova sul Monte Pellegrino, una montagna calcarea nel quale è letteralmente incastonata questa suggestiva chiesa costruita in onore della santa a cui tutti i palermitani sono devoti, Santa Rosalia. Terminata la visita del santuario decidiamo di fare ritorno a Palermo ed impiegare il pomeriggio per scegliere i souvenir da portare ai nostri cari. C’è l’imbarazzo della scelta, tra ceramiche, coppole (tipo cappello siciliano), pipe fatte a mano da giovani che hanno deciso di tramandare le vecchie tradizione, lo scacciapensieri (famoso per il particolare suono che emana), i carrettini siciliani ed ovviamente tanti, ma tanti ottimi dolci.

Scelti i regalini, torniamo nel nostro amato b&b per prepararci per la classica uscita serale. Decidiamo quindi di cenare in un ristorantino ubicato proprio nella nostra via, a poco prezzo abbiamo mangiato tanto e bene ma soprattutto il servizio è stato eccellente, tanta premura e amore per il proprio lavoro. Soddisfatti ancora una volta dell’ottimo cibo, rientriamo a casa per dormire e prepararci per il giorno dopo.

Era arrivato il momento di visitare la famosa Bagheria, comune facente parte della città metropolitana di Palermo. Entusiasmati dal ricordo del film girato dal regista siculo Giuseppe Tornatore proprio in questo luogo, la nostra delusione è stata doppia. Centro storico praticamente inesistente e non valorizzato, l’unica cosa interessante è stato il giro turistico delle ville di Bagheria (pronunciato dalla gente del posto Baaria) ma anche qui, non tutte le ville potevano essere visitate previa prenotazione.

cefalu
cefalu

Il sole impera in questa splendida giornata invernale e decidiamo di raggiungere un’altra località di mare, la splendida Cefalù, dove abbiamo addirittura fatto il bagno spinti da impavidi turisti inglesi. è stata una delle esperienze più belle della mia vita che non dimenticherò mai.

Ai piedi di una montagna rocciosa, la spiaggia di Cefalù si sviluppa per pochi chilometri con una sabbia chiara ed un mare in cui ci si può specchiare, davvero da non perdere! Dopo aver fatto un giro per il centro storico di questo piccolo borgo, uno dei più belli d’Italia e visitato il famoso Duomo (entrato da poco tempo a far parte della lista dell’Unesco, insieme anche alla Cattedrale di Palermo) abbiamo deciso di pranzare in un ristorante con vista mare. Il ristorante in questione si chiama Lo Scoglio Ubriaco, una location davvero molto suggestiva con una terrazza che sembrava adagiata sul mare, il personale ancora una volta si è dimostrato molto accogliente ed abbiamo pranzato a base ovviamente di pesce appena pescato e cous-cous preparato magistralmente.

Terminato il pranzo ci siamo rimessi in cammino per fare rientro a Palermo e visitare la Chiesa del Gesù, esempio lampante dello stile barocco nella città, questa chiesa è nota anche con il nome di Casa Professa cominciata a costruire a partire dal 1549. Abbiamo poi continuato il nostro giro turistico visitando il Palazzo della Cuba dove è possibile ammirare il riconoscibile stile arabo-normanno che coniuga gli aspetti più belli dei due stili, dando vita ad un palazzo unico ed inimitabile.

Il buio cala e la stanchezza si fa sentire ma non possiamo rinunciare all’ultima scorpacciata di pesce fresco come avevamo promesso. Facciamo dunque ritorno al ristorante La Pescheria, poco distante dal Teatro Politeama, dove veniamo accolti calorosamente e serviti celermente. Un sorso di vino e quattro chiacchiere e la nostra ultima serata a Palermo termina così, poche ore e si ritorna alla normalità. Per l’ultima volta torniamo nel nostro b&b che oramai è diventato la nostra seconda casa e prepariamo le valigie con molta tristezza. Ma non ci abbattiamo perché abbiamo ancora una giornata per vivere Palermo.

Quinto giorno

L’indomani mattina ci svegliamo carichi e pronti per un’abbondante colazione al bar Spianato, dove tutto è cominciato e dove ritroviamo lo stesso signore del primo giorno che ci aveva dato qualche dritta su cosa visitare. Gli raccontiamo dove siamo andati e cosa abbiamo visitato e lui con gli occhi lucidi ci ringrazia per aver saputo apprezzare le bellezze di questa terra e ci invita a fare ritorno un giorno perché anche se abbiamo visto molto, non abbiamo visto tutto.

E con queste parole ci saluta e va via e noi riprendiamo il nostro ultimo giro in questa splendida Palermo in cui anche alcune vie sono tradotte in arabo e vi è la presenza di numerosi stranieri che hanno saputo integrarsi molto bene nel tessuto culturale siculo.

Secondo il nostro schema oggi ci tocca visitare il Palazzo Ajutamicristo, un palazzo nobiliare del 1400 realizzato da un celebre architetto di quegl’anni Matteo Carnilivari, il quale ha anche realizzato il Palazzo Abatellis, conosciuto anche come Palazzo Patella. Il nostro tour a Palermo prosegue con la visita della chiesa di San Cataldo, realizzata nel 1100 ed ubicata nella famosa Piazza Bellini e la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti che ricorda un po’ una moschea più che una chiesa cristiana.

Termina la nostra visita a piedi, torniamo al b&b, carichiamo le valigie preparate la sera prima e ci dirigiamo verso il lungo mare per poi raggiungere l’Orto Botanico, sede della facoltà di Scienze Botaniche, dove sono presenti ben dodicimila specie di piante e poco distante, Villa Giulia un giardino pubblico realizzato nel 1700, in pieno stile neoclassico adornato con colonne doriche.

Fugace pranzo a base di arancine ed è arrivata purtroppo l’ora di lasciare questa splendida terra, la nave ci attende ed anche la routine fatta di lavoro e stress. Ma non ci facciamo assalire da pensieri negativi, cerchiamo invece di tenere vivo in noi il ricordo di questo splendido viaggio a Palermo per affrontare meglio la vita di tutti i giorni. I

l viaggio di ritorno è stato il momento in cui, tutti insieme, abbiamo ricordato i momenti più belli di questa breve ma intensa vacanza a Palermo e ci siamo resi conto che ogni singolo momento si era cristallizzato nelle nostre menti come indimenticabile.

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