Cosa vedere e cosa fare in Abruzzo, nella zona del Teramano

L’Abruzzo non è solo mare e montagna, divertimento e spensieratezza; è anche riflessione, spiritualità, cultura e memoria storica.

foto di Gabriele Zompì
foto di Gabriele Zompì

Molti turisti italiani e stranieri conoscono l’Abruzzo per le sue spiagge e i suoi paesaggi che tra montagna e mare costituiscono una eccellente sintesi delle bellezze del nostro Paese.

Ma per una volta tralasciamo la costa e spingiamoci nell’entroterra abruzzese.

Scopriremo luoghi e sapori più che unici. A cominciare dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Moni della Laga.

Qui la millenaria opera dell’uomo si è integrata in maniera armonica in un superbo contesto ambientale arricchendolo ulteriormente.

Una natura ricca di foreste, sorgenti, cascate, praterie, altopiani, vertiginose creste e pareti rocciose dove vivono numerose specie faunistiche e floristiche esclusive di quest’area, oltre agli animali più rappresentativi dell’Appennino quali il lupo, il camoscio d’Abruzzo, l’orso, l’aquila reale o il biancone.

Il territorio del Parco costituisce di fatto un “monumento europeo alla biodiversità”.

 

foto di Gabriele Zompì
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Castelli e le sue ceramiche

Se si vuole scoprire e osservare più da vicino la grande tradizione artigianale ci si deve recare a Castelli, patria di famosi maestri ceramisti che servirono i re di Napoli e le case principesche di Roma.

Nota soprattutto per le sue botteghe artigiane, Castelli è stata ribattezzata “città della ceramica” e deve la sua fama proprio a quest’arte, le cui origini risalgono al XIII secolo circa.

E’ da allora che nel piccolo, ma caratteristico paesino ai piedi del Gran Sasso, si tramanda di padre in figlio, quest’arte finissima.

 

foto di Gabriele Zompì
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Santuario di San Gabriele dell’Addolorata

Chi vuole invece respirare l’aria della santità ed immergersi in un luoghi di preghiera e misticismo non può non recarsi al santuario di San Gabriele dell’Addolorata, posto ai piedi del Gran Sasso.

La fama di San Gabriele esplose nel 1892 quando furono riesumate le sue spoglie mortali e sulla sua tomba accaddero i primi strepitosi prodigi.

Nel 1920 fu proclamato santo e nel 1959 Papa Giovanni XXIII lo dichiarò patrono d’ Abruzzo.

 

foto di Gabriele Zompì
foto di Gabriele Zompì

Per proseguire il viaggio della spiritualità un’altra tappa è il Santuario della Madonna dello Splendore.

Correva l’anno 1557, il 22 aprile allorquando un contadino, tal Bettolino, intento alla raccolta di legna, vide una grande luce con la Vergine sorridente che lo incaricava di annunziare alla comunità la più bella delle notizie: la Madre di Dio aveva scelto la cittadina giuliese per essere onorata con la costruzione di un santuario.

Come prova imperitura del miracolo, alla base di un ulivo, sgorgò una fonte d’acqua pura, ancora oggi esistente.

Chi si trova a passare in paese può visitare la sorgente del miracolo e come tradizione vuole bagnarsi segnandosi la fronte, così sarà benedetto dalla Madonna.

 

foto di Gabriele Zompì
foto di Gabriele Zompì

Atri

E poi c’è l’antica cittadina di Atri.

Essa fu città di grande prestigio nel mondo antico, sin dal XI e XII secolo a.C. E’ stata l’unica città della costa adriatica a battere moneta prima di Roma, nonché importante centro di scambi commerciali, grazie al suo porto sull’Adriatico, da qui la tesi che il nome dello stesso mare derivi proprio dall’antica Hatria.

In età romana combattè al fianco di Roma nelle guerre contro Annibale.

La Città visse il suo periodo di massimo splendore con i Duchi d’Acquaviva. Il passato glorioso di Atri è testimoniato dai reperti archeologici disseminati su tutto il territorio circostante.

Civitella del Tronto

Infine una visita a Civitella del Tronto. La fortezza di Civitella del Tronto è una delle più imponenti opere di ingegneria militare in Italia: si estende, infatti, per più di cinquecento metri di lunghezza su una cresta rocciosa.

Tutta la sua luminosa storia è legata alla posizione strategica che ha avuto, per qualche secolo, in quanto piazzaforte di presidio dei confini settentrionali dei vari Reami napoletani.

La fortezza e il connesso borgo subirono più assedi ma ciò che maggiormente è passato alla storia è la sfortunata difesa sostenuta contro l’esercito sardo piemontese nel 1860/61, conclusasi con la resa il 20 marzo 1861, ultimissima roccaforte borbonica a piegarsi alla nascente unità d’Italia.

Siti Archeologici della provincia di Teramo, Una vacanza tra arte e cultura in Abruzzo

Nel territorio di Teramo e della sua provincia sono stati evidenziati numerosi ritrovamenti archeologici risalenti ad epoca romana e preromana ed anche ad epoca preistorica, in particolare nella Val Vibrata alcuni ritrovamenti risalgono al neolitico, cioè a circa 5500 anni fa.

Di particolare importanza sono gli scavi di Ripoli, frazione di Corropoli, che hanno portato alla luce i resti di un villaggio neolitico con ritrovamenti di resti di capanne, di ceramiche e di tombe.

Un’ altra necropoli molto antica è quella di Campovolano, frazione di Campli, dove nel 1967 sono iniziati gli scavi che hanno portato alla luce circa 600 tombe, per un periodo che va dall’ età del bronzo all’ epoca romana.

Le tombe presentano dei corredi funerari costituiti da vasi in ceramica ed altri oggetti che variano a seconda che si tratti di sepolture di uomini o di donne.

Anche nella zona di Tortoreto sono state rinvenute tombe con oggetti di corredo costituiti da lamine bronzee e un ciondolo con una catenella.

Sempre nella zona di Tortoreto , in contrada Muracche, sono stati rinvenuti i resti di una Villa Romana , risalente al I secolo a.C., con magazzini nei quali sono stati ritrovati grandi contenitori di terra cotta , torchi e vasche per la spremitura dell’ uva e la conservazione del mosto.

Altri ritrovamenti di epoca preistorica sono stati effettuati nella Grotta Sant’ Angelo a Civitella del Tronto. Sono stati ritrovati oggetti in osso, lame e ceramiche con una datazione che va dall’ epoca neolitica all’ epoca romana.

Di epoca romana è il sito archeologico di Castrum Truentinum, nel comune di Martinsicuro. La città si trovava alla foce del fiume Tronto. R

estano tracce di strade , di costruzioni, prevalentemente magazzini, di ceramiche e di monete. La città doveva essere un importante centro di smistamento delle merci che affluivano dal mare verso l’ interno.

Castrum Truentinum seguitò a godere di vitalità fino all’ epoca del Tardo impero, poi venne distrutta dai Goti e dagli Ostrogoti. Gli abitanti fuggirono verso l’ interno, rifugiandosi sulle alture.

Molti si stabilirono nella zona di Colonnella, dove, in contrada San Martino, sul colle Pianaccio, è stata ritrovata, in ottimo stato di conservazione, una grande cisterna per l’ acqua, un’ altra cisterna è stata ritrovata a Villa Ricci, poco distante dalla statale 259.

Un altro sito archeologico di epoca romana sono i resti della città di Castrum Novum, l’ attuale Giulianova.

Questa città fondata da Piceni, fu colonizzata dai Romani nel 264 a.C. E, in seguito, devastata dalle invasioni barbariche. Nella zona Sud di Giulianova sono stati trovati tratti di pavimento a mosaico e grossi conci di travertino che, probabilmente, facevano parte di una villa romana.

Ed infine Teramo, principale centro dei Pretuzi, antichi abitatori di questa parte dell’ Abruzzo, poi conquistata dai Romani che le diedero il nome di “Interamnia”, città posta tra i fiumi. Dell’ epoca preromana restano alcune tombe risalenti all ‘età del ferro.

Dell’ epoca romana restano, in buono stato di conservazione, il teatro e l’ anfiteatro. Il teatro che poteva contenere fino a 3000 spettatori, è dell’ epoca augustea e dello stesso periodo è anche l’ anfiteatro.

Di epoca repubblicana è invece la “Dominus del leone”, con un grande atrio dal pavimento a mosaico, composto da lastrine di pietre colorate, dal quale si accede al tablino con un pavimento a mosaico a cassettoni, con al centro un quadro che rappresenta un leone che lotta con un serpente. Lo stile e la tecnica dei mosaici permettono di datarli al I secolo d.C., mentre l’ ampiezza dell’ atrio e la posizione della casa vicino al foro fanno pensare che fosse l’ abitazione di un alto magistrato romano.

(Questo paragrafo relativo ai siti archeologici del teramano è stato offerto dall’Agriturismo La Meridiana, un’ oasi di relax a pochi km dal mare e dalla montagna).

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