Certosa di Serra San Bruno

Questo eremo isolato, situato in Calabria sulla dorsale montuosa a Nord dell’Aspromonte denominata Serra, trecento metri più in alto del paese di Serra San Bruno, è stato ricostruito, per la terza volta, dopo il terremoto del 1783.

L’evento sismico avvenne esattamente il 7 febbraio, giorno di venerdì, verso le ore due del pomeriggio, l’ epicentro fu localizzato a Soriano e dintorni, seminò il terrore in tutta la Calabria e cagionò rovine indescrivibili, mietendo in pochi istanti circa 40.000 vittime.

L’ eremo fu fondato da san Bruno, o Brunone, un tedesco di Colonia appartenente a famiglia altolocata, che, dopo il corso di studi seguito alla scuola capitolare della sua città, venne mandato a Reims, allora celebre per la sua scuola della cattedrale, per completare gli studi.

Il giovane studente non aveva ancora ricevuto la vocazione religiosa; ma, avendo ricevuto una buona educazione cristiana e avendo conseguito la nomina a rettore della scuola della cattedrale, si oppose alle azioni brigantesche del vescovo di Reims, che aveva esordito comprando la carica che ricopriva.

Fu cacciato e quindi reintegrato nella carica, dopo la deposizione del vescovo simoniaco: anzi, gli venne proposta la carica vescovile. Rifiutò il vescovado, ma rinunciò anche alla carica di canonico, rinunciò ai propri beni e si stabilì nel massiccio della Chartreuse, vicino a Grenoble, praticando vita claustrale con un gruppo di amici. Fu così che fondò l’Ordine dei Certosini.

Richiamato d’autorità a Roma da Urbano II, dovette fuggire in Calabria con lui, quando l’antipapa Clemente III invase lo Stato pontificio. Qui fondò la seconda comunità di Certosini: proprio sopra il paese che avrebbe assunto il nome di Serra San Bruno. All’eremo fu dato il nome di Santa Maria della Torre in onore della Vergine, per la quale i Certosini hanno sempre avuto particolare devozione. San Bruno morì qui nel 1101.

Oggi, salendo all’eremo, possiamo vedere la chiesa cinquecentesca, fra le cui fondazioni furono scoperte le tracce della primitiva chiesetta, ove furono ritrovati i resti del padre fondatore nel 1505.

Accanto alla chiesa c’è ancora lo stagno, nelle cui acque è stata immersa una statua del Santo, perché è tradizione che a volte egli vi si immergesse per penitenza. Un poco discoste si trovavano le abitazioni dei contadini che lavoravano nelle proprietà dell’eremo, allora molto vaste.

Successivamente i Certosini furono sostituiti dai Cistercensi, che qualche secolo più tardi se ne andarono, lasciando il posto ai loro predecessori. Probabilmente perché furono ritrovati i resti del Santo, di cui Papa Leone X autorizzò il culto nel 1514.

Varie vicissitudini segnarono la storia del santuario nei secoli successivi.

Nel 1826 il Comune di Serra acquistò l’edificio della Certosa, rovinato dal suddetto terremoto, allo scopo di preservarlo da una completa distruzione. Con tale compera il Comune entrò in possesso anche del busto argenteo e delle Reliquie di San Bruno e del B. Lanuino, che furono conservate nella chiesa matrice.

Oggi il Santuario, nuovamente gestito dai monaci Certosini, è meta di pellegrinaggi non solo dal sud Italia, ma anche dall’estero. Il luogo in cui sorge, immerso nella natura, dona pace e favorisce la contemplazione del visitatore.

I certosini, con il loro incessante pregare e una condizione di vita sobria, senza le comodità della civiltà moderna, trasmettono poi un messaggio ancora più forte a tutti coloro che ad essi si avvicinano: curare lo spirito, non solo il corpo.

Le vacanze servono anche a questo.

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