panorama costa Cilento
panorama costa Cilento – foto di Gabriele Zompì

Il Cilento, da non confondere con il Salento (area geo-culturale della Puglia), è una zona suggestiva per costa ed entroterra della Campania. Situato tra il golfo di Salerno e quello di Policastro, è un territorio ricco di vegetazione e con coste di impareggiabile bellezza. Ha un’ estensione territoriale di 2400 kmq e conta 102 comuni. Al suo interno è situato e protetto il Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, istituito nel 1991, riserva naturale che ospita flora e fauna di particolare pregio. Rientrano nell’area protetta circa 181 000 ettari di territorio, 8 comunità montane e 82 comuni, tutti appartenenti alla provincia di Salerno. La sede istituzionale dell’ente parco è situata nel centro più importante dell’area: Vallo della Lucania.

Cilento
L’intero Cilento è stato suddiviso in cinque zone geografiche ben definite, eccole nel dettaglio:
Alto Cilento è il territorio attraversato dal fiume Alento ed è delimitato tra il Monte Stella e Punta Licosa, corrisponde al nucleo originario del Cilento; tale zona ricomprende i comuni di Agropoli, Castellabate, Cicerale, Laureana Cilento, Lustra, Montecorice, Ogliastro Cilento, Prignano Cilento, Perdifumo, Rutino, Serramezzana, Sessa Cilento e Torchiara.
Cilento Centrale è l’area circoscritta tra il massiccio del Monte Gelbison e la fascia costiera delimitata dalla penisola di Punta Licosa e la penisola di Capo Palinuro; il territo ricomprendente i Comuni di Ascea, Cannalonga, Casalvelino, Castelnuovo Cilento, Ceraso, Gioi Cilento, Moio della Civitella, Novi Velia, Omignano, Orria, Perito, Pollica, Salento, San Mauro Cilento, Stella Cilento e Vallo della Lucania. Tali insediamenti sorgono nella prossimità del Monte Gelbison.

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Basso Cilento è il territorio delimitato dai bacini idrografici dei fiumi Bussento, Lambro e Mingardo, comprendente nella parte nord il massiccio del Monte Bulgheria, includendo la costa da Capo Palinuro fino alla parte più settentrionale del golfo di Policastro che appartiene alla Campania; l’area del Basso Cilento comprende i Comuni di Alfano, Camerota, Casaletto Spartano, Caselle in Pittari, Celle di Bulgheria, Centola, Cuccaro Vetere, Futani, Ispani, Laurito, Montano Antilia, Morigerati, Pisciotta, Roccagloriosa, Rofrano, San Giovanni a Piro, San Mauro La Bruca, Santa Marina, Sapri, Torraca, Torre Orsaia, Tortorella e Vibonati.
Valle del Calore e Alburni è la zona che si snoda lungo il percorso del fiume Calore Lucano che nasce sul Monte Cervati, scorre ai lati dei monti Alburni e si congiunge a nord col fiume Sele, quest’ultimo rappresenta l’estremo confine settentrionale del Cilento; l’area comprende i comuni di Albanella, Altavilla, Aquara, Auletta, Bellosguardo, Caggiano, Campora, Capaccio, Castel San Lorenzo, Castelcivita, Controne, Corleto Monforte, Felitto, Giungano, Laurino, Magliano Vetere, Monteforte Cilento, Ottati, Petina, Piaggine, Postiglione, Roccadaspide, Roscigno, Sacco, Salvitelle, Sant’Angelo a Fasanella, Serre, Sicignano degli Alburni, Stio, Trentinara e Valle dell’Angelo.
Vallo di Diano è un vasto altopiano attraversato dal fiume Tanagro e delimitato tra il massiccio del Monte Cervati a sud e gli appennini lucani a nord; il territorio comprende i Comuni di Atena Lucana, Buonabitacolo, Casalbuono, Monte San Giacomo, Montesano sulla Marcellana, Padula, Pertosa, Polla, Sala Consilina, San Pietro al Tanagro, San Rufo, Sant’Arsenio, Sanza, Sassano e Teggiano.

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Proprio a Teggiano ci siamo fermati per ammirare il paesaggio di Vallo di Diano. Teggiano conta poco più di ottomila abitanti ma è un paesino arroccato su un colle di assoluta bellezza. Intorno ad esso tanto verde e tanta serenità, in particolare nelle ore serali percorrere le viuzze del centro storico e sostare sulla sua piazza principale fa rivivere momenti di vita ormai perduta, fatta di sapori e odori che solo nei piccoli centri ancora si possono gustare. Le tante trattorie presenti emenano dai propri fornelli profumi tipici della cucina meridionale, tra fritture e arrosti, tra dolci e salati.

Il comune è di chiara impronta medievale, ancora oggi sono ben conservate tracce degli splendori del passato, come il castello dei Principi Sanseverino o la chiesetta di sant’Antuono. Ogni anno poi c’è la rievocazione storica in costume dal titolo “Alla tavola della principessa Costanza”, dove centinaia di figuranti sfilano e presiedono alla grande festa enogastronomica.
Interessanti sono il museo diocesano di san Pietro e quello degli usi e delle tradizioni di Vallo di Diano, dove si possono ammirare oggetti impiegati nei lavori artigianali dei secoli passati. E poi c’è il museo dell Erbe, e non poteva non esserci in una terra che, come dicevamo, dei sapori e dei profumi ne è splendida testimonianza. Qui le spezie si trovano ovunque. Camminando per strada se ne scorgono per terra, si vedono sui balconi in bella mostra nei vasi, sulle terrazze e, ovviamente, nei giardini delle villette. La flora del Cilento ospita circa 1800 specie di piante, di cui molte rare come la Primula di Palinuro o la Lilia marina.

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Il museo è situato in pieno centro storico, accanto all’antico Convento della SS. Pietà, e si sviluppa in diverse sezioni:
– Etnobotanica (l’antica spezieria medievale, la medicina popolare, le erbe nell’uso domestico, le piante ed i legni dell’artigianato, le erbe della magia);
– Medicine naturali, preparazioni farmaceutiche ed erboristeria;
– Banca semi ed antico germoplasma delle zone interne della Provincia di Salerno.
– Erbario naturale, classificazioni e carte floristiche;
– Micologia;
– Monitoraggio sulle emergenze floristiche del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano;
– Le erbe, la didattica ed il mondo della scuola.
Le perle del Cilento però non finiscono qui, anzi ci sono località della costiera, come Palinuro o Marina di Camerota, che sono mete di un turismo estivo sempre crescente e che negli ultimi anni sono state visitate anche da personaggi famosi, rendendole ancor più conosciute ed apprezzate.
Nel Cilento non manca il turismo religioso, sostenuto e incoraggiato soprattutto per la devozione mariana. Qui infatti sono presenti ben sette santuari dedicati alla Vergine Maria e che sono comunemente associati alla leggenda delle sette sorelle o Madonne. Ecco i santuari in questione:

Madonna del Granato, il santuario è ubicato sul Monte Vesole Sottano (m. 254), Capaccio Vecchio;
Madonna della Stella, il santuario è ubicato sul M. della Stella (m. 1131), Sessa Cilento, ;
Madonna della Civitella, il santuario è ubicato sul M. Civitella (m. 818), Moio della Civitella;
Madonna del Carmine, il santuario è ubicato sul M. del Carmine (m. 713), Catona;
Madonna della Neve, il santuario è ubicato sul M. Cervati (m. 1899), Piaggine-Sanza;
Madonna di Pietrasanta, il santuario è ubicato sul M. Pietrasanta (m. 528), San Giovanni a Piro;
Madonna del Sacro Monte, il santuario è ubicato sul M. Gelbison o Sacro (m. 1707), Novi Velia.

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Il culto delle sette Madonne è certamente molto antico e affonda le origini in modelli pre-cristiani.
Delle sette Madonne raffigurate e custodite nei rispettivi santuari, solo una si differenzia, perché ha la pelle scura, simile alla Vergine venerata a Loreto. E’ quella del Sacro Monte (Monte Vergine), il cui santuario è di gran lunga più frequentato. Il santuario è di origine basiliana. E’ meta di pellegrinaggi continui non solo dal Sud Italia, ma anche dall’estero. Ha un’altra particolarità: è il santuario mariano più alto d’Italia, si trova infatti a 1705 metri di altezza s.l.m.

Nel Cilento dunque arte, ciltura, religione, paesaggio, relax si mescolano amabilmente in un cocktail ottimo da gustare in qualsiasi tipo di vacanza, che sia “mordi e fuggi” o di lunga durata.

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